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Immagine del redattoreMassimo Volpato

L’UOMO DELLE FINALI

di Massimo Volpato



E’ stato un calciatore importante per ogni allenatore che lo ha allenato: lunghissima la storia rossonera di Alberico “Chicco” Evani, lui è uno dei tre calciatori (insieme a Franco Baresi e Mauro Tassotti) ad aver percorso per intero e da protagonista, il cammino del Milan dall’inferno della serie B alla conquista del Mondo.

Tra il Piotti-Tassotti-Evani dei primi anni Ottanta in serie B al Van Basten-Gullit-Evani d’inizio anni Novanta c’è tutta la storia rossonera di Chicco. La sua carriera è stata una “favola” che sembra scritta da un bravo scrittore, bravo a mettere gli ingredienti giusti per far sì che questa storia sia a lieto fine. Non succede molto spesso di accostare il suo nome alla galleria dei Grandi che hanno scritto la storia del nostro Milan ed è più facile ricordare quelli più famosi.



Eppure se si guarda la carriera milanista di Alberico Evani è senza dubbio una Bandiera degli Immortali del nostro Club. Il silenzio e la discrezione sono due qualità che lo hanno contraddistinto; ha sempre preferito il lavoro e la corsa sul campo, che alle attenzioni mediatiche, qualità che hanno da sempre contraddistinto un calciatore normale da un campione. Nel 1979 Evani arriva da Massa (dove è nato il 01 Gennaio del 1963) per fare il provino per il Milan sul campo di Linate, Italo Galbiati, che di calcio ne capisce, decide di tesserarlo per le Giovanili del Milan. Assieme a Sergio Battistini e ad Andrea Icardi forma la nidiata dei ragazzi del ’63 su cui il Milan conta molto quando si tratta di risollevarsi dalla rovinosa caduta dei primi anni ottanta. La prima risalita è ancora affidata ai vecchi senatori, ma per la seconda stagione in Serie B si decide di dare una definitiva svolta in termini di freschezza, ed ecco che nella formazione titolare s’inizia a vedere sempre più spesso questo ragazzo dalla corsa perdifiato in campo.




Chicco Evani esordisce in prima squadra a 18 anni il 21 Giugno del 1981 (in serie B), e nella stagione successiva (1981/82) partecipa (marginalmente) alla disgraziatissima stagione che porta il Milan, guidato da Radice prima e Galbiati poi, alla cocente retrocessione sancita all’ultimo minuto dell’ultima giornata di quel campionato, nonostante la vittoria a Cesena. Con l’avvento di Ilario Castagner (1982/83) Evani diventa finalmente titolare del Milan, e lo sarà, praticamente, fino al termine della sua carriera rossonera Evani gioca da terzino sinistro, e mette in mostra, una grande capacità di cross per le punte, una ottima predisposizione al sacrificio ed al pressing. Tutte caratteristiche che lo hanno fatto apprezzare da tutti i tecnici che si sono succeduti sulla panchina del Milan, da Liedholm a Capello passando per Sacchi, tecnici che non hanno potuto non inserirlo nell’undici titolare, anche se gli hanno fatto cambiare, nel tempo, il ruolo occupato in campo.



Con l’avvento di Arrigo Sacchi cambia, infatti, anche la “vita” calcistica di del ragazzo massese. Il tecnico di Fusignano dispone nel ruolo di terzino il giovane fenomeno: Paolo Maldini. Ma pur di non privarsi delle prestazioni del ragazzo di Massa lo avanza nel ruolo di centrocampista di fascia sinistra: in pratica Chicco funge da quarto di sinistra del centrocampo a quattro del Milan sacchiano. Diventa un elemento imprescindibile di quella squadra, un giocatore importantissimo per far diventare una “squadra” un gruppo che contava di molti talenti “individuali”. Accanto al talento di Van Basten, Gullit, Rijkaard e Donadoni è necessario l’apporto di “operai specializzati” che facessero girare alla perfezione il complesso. Parliamo di “operai specializzati” perché, comunque, i vari Tassotti, Colombo, Ancelotti, Filippo Galli ed Evani, oltre alla corsa ed alla quantità, ci mettono anche delle massicce dosi di tecnica individuale purissima. Nonostante la tecnica ed un sinistro potente, la predisposizione al gol di Chicco non è delle migliori: in serie A segna 16 gol in 15 stagioni (comprese le 4 in maglia Samp). Ma anche in questo caso il destino lo avrebbe ripagato alla stragrande! Nell’arco di dieci giorni sarebbe diventato “l’uomo delle finali”.



7 Dicembre 1989, il Milan ospita a San Siro il Barcellona nella gara di ritorno della finale della Supercoppa Europea. Dopo l’1-1 dell’andata (firmato Van Basten-Amor), la gara risulta difficile e con il risultato sempre in bilico. A spezzare questo equilibrio e portare il trofeo nella bacheca di via Turati ci pensa un gran sinistro su punizione di Evani al minuto 55. Il Milan vince la prima Supercoppa della sua storia, ed i giornali parlano del gol di Evani come una giusta ricompensa alla sua carriera rossonera. Ma il bello per Chicco deve ancora venire!





17 Dicembre 1989, il Milan è a Tokyo per disputare la finale della Coppa Intercontinentale contro i colombiani del Medellin. Il trofeo manca in bacheca da vent’anni, dalla notte della Bombonera, ma soprattutto è l’ultimo trionfo che manca al Milan di Sacchi per completare la sua scalata alla vetta del Mondo come richiesto dal suo presidente. La partita è piuttosto noiosa ed equilibrata, al punto che nessuno riesce quasi a tirare in porta. Sacchi si affida ad Evani nella ripresa, ma il cambio non sortisce effetti, almeno fino al 119’. E’ proprio lui a sorprendere il portiere Higuita con una punizione dal limite che manda la palla nell’angolino destro della porta colombiana e a scatenare la corsa in campo di Adriano Galliani ormai sfigurato dalla tensione.


In soli dieci giorni, Evani è diventato l’eroe decisivo delle conquiste internazionali del Milan berlusconiano, ed il fatto che a consegnare il titolo mondiale ai rossoneri sia stato uno dei pochi superstiti del Milan della B è un evidente segno del destino: dopo aver toccato la punta più bassa della nostra storia, a procurarci il momento più alto della nostra gioia è un calciatore che negli anni della B è già uno di noi. La conquista del Mondo non avviene grazie ad uno dei tanti campioni e fuoriclasse acquistati in quegli anni dalla società per raggiungere quell’obiettivo, ma grazie ad un ragazzo cresciuto nel settore giovanile, UNO DI NOI!

Evani tenne fede al ruolo che si è conquistato, e nella stagione successiva (1990/91) segna a Marassi contro la Sampdoria l’importantissimo gol dell’1-1 nella gara di andata valida per la finale di Supercoppa Europea. Il 2-0 del ritorno permetterà l’ennesima conquista del ciclo sacchiano. Ma i trofei che Evani conquista con la maglia rossonera proseguono anche nei primi due anni del nuovo ciclo di Fabio Capello. Gioca spesso da interno di centrocampo, contribuisce in maniera decisiva alla conquista di due scudetti consecutivi (1991/92 e 1992/93). Nell’estate del 1993 pone fine alla sua carriera milanista, e accetta la corte della Sampdoria dove disputa 4 campionati e vince una Coppa Italia.



Evani gioca 13 stagioni con la nostra casacca con 393 presenze e 19 reti e un palmares di tutto rispetto fatto di 3 scudetti, 2 Coppe Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 2 Supercoppe Europee, 3 Supercoppe Italiane ma anche 1 Mitropa Cup e 2 promozioni dalla serie B, a testimoniare che Chicco è uno di noi e che ha sofferto come noi quegli anni e ha tutto l’affetto e la riconoscenza del popolo rossonero.

Dimenticavo, una piccola nota personale, non chiamatelo Bubu non lo ha mai sopportato e potrebbe arrabbiarsi, sembra di no ma è così.

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