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ROMA-MILAN 0-1 (1992-93) Il mito degli Invincibili


Roma, Stadio Olimpico: trasferta sempre affascinante e sentita, sia in campo che fuori.

Agli inizi degli Anni 80, invero, le tifoserie avevano un sentito rapporto di amicizia, probabilmente legato alla comune avversione verso la Juventus. “Il nemico del mio nemico è mio amico” recita infatti un detto millenario.

Come spesso accade, però, non tutti i gruppi della Curva hanno le stesse idee e i gemellaggi, soprattutto all’epoca, si fondavano su rapporti personali.

Il ‘casus belli’ si verifica nel 1984, in occasione della sfida di Coppa Italia, quando i Commandos Tigre fanno volare in cielo la sagoma di una Coppa dei Campioni sollevata da palloncini giallorossi. Il dileggio per la sconfitta ai rigori contro il Liverpool nella finale di pochi giorni prima viene ritenuto intollerabile e da quella sera gli eventi precipitano.

Già dalla stagione successiva si verificano i primi scontri con il punto culminante un lustro più tardi, nella domenica in cui il Milan avrebbe dovuto festeggiare la Coppa vinta al Camp Nou di Barcellona contro la Steaua Bucarest.

Corsi e ricorsi storici.

Nel pre partita, nei pressi dello stadio di San Siro, perde la vita il giovane tifoso giallorosso Antonio De Falchi, episodio che segna il punto di non ritorno. Il desiderio di vendetta dei tifosi romanisti renderà da quel momento ogni trasferta nella Capitale a forte rischio.

La prima occasione è nell’inedita cornice del Flaminio a causa dei lavori per i Mondiali di Italia 90. Gli ultras di casa cercano ripetutamente lo scontro ma il grande dispiegamento di polizia evita il contatto tra le tifoserie.

I successivi viaggi, invece, verranno, affrontati sempre con le stesse modalità: treno speciale con arrivo prima a Settebagni e poi negli anni a venire alla stazione Tiburtina. Di lì, quindi, un lungo trasferimento a bordo di autobus direttamente sino all’interno dello stadio Olimpico. Pur senza il classico corteo non mancheranno certo i tafferugli: lanci di pietre, bottiglie ed imboscate lungo il percorso (lo scontro in stazione del 2005, in particolare si rivelerà uno dei più cruenti).



Il 1993 è iniziato da soli tre giorni e grazie al periodo festivo la partecipazione in questa trasferta è davvero massiccia. L’entusiasmo nell’ambiente, poi, è alle stelle per una squadra semplicemente spettacolare che non conosce sconfitta in campionato da addirittura 48 partite.

Sulla sponda giallorossa le assenze di Rijkaard e Van Basten confortano la Roma, alla ricerca di qualche vittoria prestigiosa per riscattare un campionato tutto sommato anonimo. E’ invece il vanesio Collina ad assurgere subito ad assoluto protagonista.

Dopo solo tre minuti punisce con il cartellino rosso Franco Baresi, autore di un discutibile fallo da ultimo uomo su Bonacina. Il Capitano mostra attonito la sua maglia tirata, senza però che le sue vibranti proteste sortiscano alcun effetto.



In inferiorità numerica e senza la sua spina dorsale: l’Italia non milanista attende impaziente la caduta degli Dei.

Dopo qualche minuto di fisiologico sbandamento, i Ragazzi in maglia bianca iniziano invece a tenere il campo con grande sicurezza, sfiorando anche il gol con Papin.

La evidente supremazia tecnica trova successiva concretizzazione in un lampo di Ruud Gullit. Il creolo olandese con un gran destro ci porta in vantaggio proprio sotto il settore ospiti, letteralmente impazzito.

Nella ripresa l’inevitabile arrembaggio giallorosso si scontra contro l’organizzazione tattica del Milan che legittima il risultato sfiorando più volte il gol in contropiede. Gianluigi Lentini arriva a presentarsi solo davanti a Cervone ma spreca malamente il matchpoint.

“Fortuna audaces iuvat” dicevano gli antichi e sull’unica incertezza di giornata, il palo salva Seba Rossi dopo un goffo intervento sul tiro del tedesco Hassler.

Finisce così 1-0 nell’assordante silenzio dell’Olimpico, annichilito dalla dimostrazione di forza dei Rossoneri che spostano una volta di più il confine del possibile.

Tra un coro e l’altro, nella rituale attesa di defluire dallo stadio non si può che provare grande orgoglio per avere assistito a questa grande vittoria. L’ennesima impresa di una squadra inevitabilmente destinata a diventare leggendaria: il Milan, il Milan degli Invincibili.

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