di Mattia Beltramo
È questo il titolo perfetto, chiaro e tondo che descrive la partita di ieri sera.
Il milan ieri non è tornato in champions e a fine campionato sarà l'ennesima stagione senza quarto posto. Però ieri finalmente siamo tornati a fare il Milan, appunto in appena 6 minuti.
Perché non è tanto il risultato ottenuto, secondo me neanche il modo e l'avversario con qui è arrivato, ma la sofferenza passata negli ultimi anni di insuccessi a far maturare tutta questa gioia. Sì, anche noi, dopo tanto troppo tempo, possiamo finalmente gioire.
E che gioia!
È stata senza dubbio la partita più bella di questa brutta annata, una partita dove, oltre alla qualità che questa squadra ha sempre avuto e anche qui ci sarebbe da aprire e chiudere una parentesi su chi sosteneva il contrario, ieri sono usciti anche i cosiddetti attributi. Abbiamo spazzato via le nostre debolezze mentali che ci avevano penalizzato in tantissime altre partite e rimontato da 0-2 a 4-2 la squadra più forte d'Italia.
Proprio come era successo nel Derby, ma al contrario.
In quell'occasione eravamo a due settimane dallo scoppio definitivo del Covid, e mai nessuno si sarebbe immaginato di vedere il Milan quinto davanti a Roma e Napoli (che hanno una partita in meno) a 7 giornate dalla fine.
Più che la partita però, la prima pagina rossonera se la meriterebbero tre persone.
Non mi piace essere banale, ma se si parla di Milan non si può non parlare anche di lui.
Zlatan Ibrahimovic ha dimostrato, semmai c'era bisogno di farlo, di essere fisiologicamente impossibile per i suoi quasi quarant'anni, che alla fine poi sono solo un numero.
Perché le dichiarazioni, che come sempre hanno fatto parlare, del post-partita hanno messo in secondo piano quanto di buono fatto, per l'ennesima volta in campo dallo svedese.
Ha un incisività pazzesca, troppo determinante per questa rosa, tralasciando la freddezza dagli 11metri, andate a vedere la sponda che fa per l'inserimento di Kessié. Un tocco di palla delicatissimo, di prima, con la linea difensiva bianconera piazzata su di lui e sull'ivoriano. Un tocco di palla che se sbagli significa "azione terminata", e Zlatan ovviamente non sbaglia.
Dovrebbe essere imprescindibile per questa squadra. Dovrebbe, perché a quanto pare Ivan Gazidis non la pensa esattamente così.
Altrettanto decisivo è il suo compagno di reparto, mister 10 gol nel 2020. DEVASTante Rebic.
Sempre nel posto giusto al momento giusto, poi cuore corsa in ogni parte del campo. Sicuramente un'altro da riscattare.
E poi, visto che gli ultimi di solito sono sempre quelli più importanti, non si può nominare l'artefice del mese che ha cambiato la nostra stagione.
Stefano Pioli.
Premessa: sono letteralmente affascinato dal modo di fare calcio di Ralf Rangnick e sarei felice di un suo arrivo. Ma questo allenatore si sta giocando tutte le sue carte, di più non può fare.
Inutile nascondersi, merita la riconferma. Ha ridato un'identità tattica a questa squadra, e ora sta conquistando anche la stima della maggior parte dei tifosi, li stessi tifosi che, con la solita incoerenza, lo avevano accolto con un inspiegabile #pioliout. Ma questa è un'altra storia.
Merita davvero tutta questa stima il mister, perché è stato forse anche troppo oscurato dall'ombra mediatica di Zlatan Ibrahimovic.
Ha cambiato il volto a questa stagione che sembrava finita appunto, vedremo se riuscirà a cambiare anche il suo futuro. Che a quanto pare sembra già segnato.
In conclusione, vorrei rivolgermi a tutti quei tifosi non rossoneri.
Milan-Juventus ha dimostrato anche che dare il diavolo per Morto è uno degli errori più grandi che si possano commettere.
Potrete sfotterci finché volete che non sarete mai quello che siamo stati e resteremo per sempre noi.
Torneremo prima o poi, perché siamo l'A.C di Milano 7 volte campione d'europa. E,visto l'avversario battuto è proprio il caso di dirlo, sciaquatevi la bocca quando pronunciate il nostro nome.
Testa al Napoli.
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