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Addio Champions, troppi assenti e poca cura del dettaglio. Ora il campionato ma mercato cruciale

di Luigi Matta

Peccato. Se dopo Madrid ci avevamo iniziato a credere, al gol di Tomori - al 28' di Milan-Liverpool - tutti i tifosi avevano visto un sogno che stava per realizzarsi, poi Salah, Origi e qualche limite di uomini e maturità ci hanno riportato tutti sulla terra. Il Milan conclude la propria fase a gironi di Champions League con 4 punti, ultimo del gruppo B. 1 vittoria, 1 pareggio e 4 sconfitte.


Troppo poco. Al netto di tutto il percorso, certamente era preventivabile l'uscita dei rossoneri, desta molte perplessità invece il secondo posto dell'Atletico Madrid che, tra i tanti santi in paradiso, ne deve ringraziare uno più di ogni altro: Cuneyt Çakir.


Pazienza. Il Milan porta a casa esperienza e, soprattutto, la consapevolezza che in Champions League cuore e gruppo possono aiutarti solo una volta. Impensabile arrivare agli appuntamenti decisivi europei senza reparto offensivo, così come senza uomini cardine del livello di Calabria e Kjaer e con un Theo Hernandez in versione: "Ragazzi oggi sono poco lucido che fino a ieri avevo 38 di febbre".


Impensabile sbagliare letture elementari contro una corazzata come il Liverpool e pensare che andrà bene come contro Genoa e Salernitana anche se, al netto delle difficoltà e del sovraccarico dei giocatori in campo contro i Reds, un calo di lucidità era più che prevedibile nel corso della sfida. Anche perché Klopp ha messo i ragazzini, e che ragazzini, che imparano ogni giorno da adulti di spessore abituati a dominare.


Archiviamo la Champions League e pensiamo al campionato. Quel campionato che, nelle analisi dei più, mi sembra lo stesso dell'anno scorso ma con una prospettiva completamente differente, a dimostrare una volta ancora che l'abito fa il monaco eccome. Se nella stagione 2021/21, i rigori erano la giustificazione perfetta per le vittorie, ora è solo un argomento non rilevante di fronte alla coesione e al gioco verticale. Se nella stagione 2021/21 gli infortuni erano solo un alibi, ora sono abbastanza per giustificare il crollo di una capolista che, tra campionato ed Europa League, ha perso 3 incontri degli ultimi 7, vincendone appena 2.


Se le valutazioni dei più sono mutevoli come il meteo di dicembre, fortunatamente non lo sono quelle del nostro tecnico Stefano Pioli che, al termine della sfida contro Klopp, non ha nascosto la delusione per un obiettivo che, senz'altro, la squadra voleva raggiungere. Il mister ha sottolineato i limiti ma, soprattutto, ha dato l'idea di avere ben chiaro su cosa occorra lavorare per dare slancio al prosieguo di stagione.


Prima del match contro la Salernitana, Pioli - rispondendo sul pesante infortunio di Kjaer - ha parlato di un tema che, usualmente, non tocca mai neppure in estate: il mercato.


È il sintomo che, lo stesso Pioli, si sia reso conto di quanto sia cresciuto il suo Milan e che occorra un aiuto per non rischiare che, al termine della stagione, si resti con la sensazione che 'sia mancato giusto un centesimo per arrivare ad un euro'.


La dirigenza dovrà intervenire a gennaio e, sulla questione del difensore, bisognerà ragionare a lungo raggio perché l'infortunio di Kjaer non è banale, specialmente con l'età che avanza. Iniziano a circolare le voci, tra investimenti 'toppa' e il 'ritorno' di Caldara.


Se il mercato, e la dirigenza rossonera, ci ha insegnato qualcosa, è che le voci di dicembre sono quasi sempre senza riscontro quindi, ad oggi, è fantascienza azzardare della valutazioni. Aspettiamo e vediamo, perché i movimenti di gennaio saranno cruciali per la stagione.


Torniamo al campionato. Sabato sera ci sarà l'Udinese ad attendere un Milan ancora acciaccato che, presumibilmente, dovrà ancora affidarsi a Zlatan Ibrahimovic in avanti avendo indisponibile la totalità del reparto. Rientra Castillejo che, senz'altro, sarà utile nelle rotazioni. I friulani hanno cambiato allenatore ed è risaputo quanto siano proibitive le partite con l'esordio di un nuovo tecnico. Concentrazione massima e approccio giusto le parole d'ordine, con l'obbligo di stringere i denti in questo rush finale di 2021. Nella speranza che gennaio porti nuova linfa alla rosa: dal mercato e dai rientranti dagli infortuni.





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