top of page
Immagine del redattoreLM

Anima e cuore, ma non basta. Eliminazione (purtroppo) giusta. Gli errori sono fatali.

di LM

Verona e Manchester ok. Napoli e Manchester (atto secondo) ko. Continua l'altalena di risultati del Milan e, malauguratamente, sfuma un'altra possibile via per lasciare un'impronta importante in questa stagione. Peccato, ma peccato davvero. Nè contro il Napoli, né contro gli inglesi, il Milan ha dato l'idea di meritare la sconfitta che però è arrivata e purtroppo è giusto così. L'allarme dell'attacco poco prolifico ora è un vero e proprio problema. Il Diavolo fa una fatica immane e segnare e questo, senz'altro, è l'aspetto che ha fatto la differenza nelle recenti prestazioni. Un Milan completamente invertito rispetto al girone d'andata, quando le ingenuità difensive talvolta erano più numerose, ma il motore dell'attacco consentiva di 'portare a casa la pelle'. Per motore d'attacco non si intende la cifra realizzativa delle punte o dei trequartisti, bensì il cinismo del Milan nel sapere concretizzare al meglio ciò che creava, anche quando era poco, lasciando spazio ai malumori dei rivali che parlavano di 'fortuna e rigori'.


Non a caso, alcune partite sono state risolte con gol di altri giocatori non appartenenti al reparto avanzato. Si pensi a Theo contro la Lazio, a Calabria e Kalulu contro il Genoa, ancora Theo contro il Parma. Nel recente di match di campionato contro il Verona, sono stati Krunic e Dalot a risolverla. La squadra è stanca, acciaccata e perennemente rivisitata a causa della assenze. Inevitabilmente si perde lucidità, convinzione e cinismo. E succede che anima e cuore non bastano. Una brutta botta perché, in tre partite tra Napoli e doppio confronto con i Red Devils, il campo ha detto che meritavi quantomeno due pareggi (Napoli e ritorno con lo United) e una vittoria (andata con lo United), invece te ne torni a casa con un pareggio e due sconfitte.


Sarebbe comodo attaccare Meité, per non aver spazzato il pallone prima che Pogba segnasse un gol da futsal. Sarebbe comodo attaccare Calhanoglu per lo scarso dinamismo dimenticando tutti i problemi fisici che lo hanno riguardato così come, tornando a ritroso nelle altre partite andate male, sarebbe comodo trovare un unico responsabile come lo sono stati a rotazione Romagnoli, Donnarumma, Rebic ecc. Infatti, nel complesso tutti sono responsabili. Perché quando una squadra vince è merito di tutti, e quando si perde è colpa di tutti. Pensarla diversamente vuol dire avere una visione solo parziale delle cose. Perdere due partite consecutive 1-0 evince come il singolo errore abbia più peso delle trame costruite collettivamente. Peccato, davvero peccato. Ci si avvia verso il finale di stagione e, sicuramente, ora si è avuta un'idea di quello che è il Milan. Una squadra giovane, con tante frecce al suo arco. Giovane significa dinamica e futuribile, ma anche ingenua e si è visto ieri sera. Tante frecce al suo arco ma se l'arco è sempre in emergenza di frecce, è difficile riuscire a far sempre centro.


Tutto materiale per le analisi 'a bocce ferme'. Ora tutto è in movimento ed è in un momento cruciale. Ultimo sforzo a Firenze prima di tirare il fiato nella sosta e dare sul serio il via al rush finale. Ora il Milan deve fare ciò che ha sempre dovuto fare, al di là dei sogni e della ambizioni, ovvero tornare in Champions League. Non rimane che questo, poi sarà il momento delle analisi e dei miglioramenti. Ce ne sarà da parlare, da decidere e da pianificare. Al di là degli infortuni, sarà importante capire cosa non andava fatto o cosa andava fatto meglio. Ce ne sarà da discutere, ma non ora. Perché ora è il momento di pensare solo a quello che c'è da fare nell'immediato. L'immediato ha solo quattro parola: tornare in Champions League.

89 visualizzazioni0 commenti

Kommentare


bottom of page