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Carica da derby, ansia da Covid. Il ritorno di Zlatan e le Nazionali “zona rossa”

di LM



Rieccoci. Come accade durante le pause delle Nazionali, il tifo medio mantiene le proprie emozioni per gli impegni prossimi della propria squadra. Specialmente se, questa meravigliosa Uefa Nations League, invece di portare il calcio nel mondo, lo sta avvicinando sempre più all'interno di una bolla. Ma ci arriveremo più avanti. Inevitabile: la testa e il cuore sono già al derby di sabato.

Mentre ci accingevamo ad analizzare i parametri tecnici del match, il derby di Milano è stato minacciato pesantemente dal Covid-19. Il (discutibile) regolamento in vigore ha mantenuto distante l'ipotesi di un rinvio ma, specialmente negli ultimi giorni, il crescere dei positivi in casa Inter, insieme alla positività di Gabbia nel Milan, ha fatto temere il peggio. Almeno per ora, salvo stravolgimenti, il pericolo sarebbe stato scongiurato. Gli esiti dei tamponi di ieri dell'Inter sono stati tutti negativi, sconfessando il timore di un focolaio. Nel Milan è stato trovato positivo Daniele Bonera, oggi membro dello staff di Pioli. L'ex difensore, stando a quanto è emerso, era già in isolamento, in quanto presentava da giorni i sintomi da Coronavirus.

Milano, seppur da casa e non con l'idea di andare a San Siro, si prepara e si carica in vista del derby, lasciando spazio anche per un po' d'ansia da Covid. In settimana, il popolo rossonero ha potuto riabbracciare Zlatan Ibrahimovic. Nella giornata di venerdì, lo svedese ha annunciato la "negativizzazione" ed il conseguente ritorno in campo; per quanto riguarda Duarte, invece, gli ultimi tamponi risultano ancora positivi. Il Milan riaccoglie l'uomo più importante del suo momento di rilancio. Non per motivi meramente tecnici, sebbene non si tratti di un aspetto secondario. Bensì per la grinta e le determinazione che, la sola presenza di Zlatan, sa offrire al resto della squadra: sia dal punto di vista mentale che dal quello delle performance. Ibra guarisce dal Covid, Romagnoli "guarisce" dal suo infortunio. Il capitano rossonero, infatti, è tornato ad allenarsi a pieno regime con il gruppo. A questo punto, salvo colpi di scena, il Milan potrà schierare anche il proprio perno difensivo e, contestualmente, riproporre la coppia Romagnoli-Kjaer.

Il ritorno di Romagnoli è stato fondamentale, non solo per il derby. Dopo la Stracittadina, i rossoneri saranno chiamati al doppio impegno ravvicinato Celtic-Roma. La positività di Gabbia, inevitabilmente, mette di nuovo in emergenza il reparto più in difficoltà del Milan. Il mister Pioli, spera di riabbracciare presto anche Musacchio, di modo da avere alternative in difesa, seppur minime. Tornano Ibra e Romagnoli, difficilmente si vedrà Ante Rebic nello scontro con i nerazzurri. Il croato non è ancora rientrato in gruppo. La lussazione al gomito, a quanto pare, ha creato più problemi del previsto. In questi giorni si avranno risultati più approfonditi a seguito di nuovi controlli, tuttavia, appare molto remota la possibilità che l'ex Eintracht possa prendere parte al match. In quel ruolo, sicuramente Pioli può annoverare numerose alternative e, stando a quanto filtra, Brahim Diaz è il candidato numero 1 a sostituirlo. Il giovane spagnolo, oltre ad essersi già integrato perfettamente nel gruppo, è reduce da un momento di forma strabiliante, legittimato dalla doppietta con l'Under-21.

Ah. Le nazionali. Da un lato, questa sosta nazionali è stata dolce per i fan del Milan. Nel corso degli impegni "di patria", infatti, il Diavolo ha visto ben 4 giocatori andare in gol e uno servire un assist. Per quanto riguarda le reti si tratta di Brahim Diaz, come anticipato sopra, Kessiè, Krunic e Bennacer, rispettivamente contro l'Under-21 delle Isole Far Oer, il Belgio, l'Irlanda del Nord e il Messico. L'assist è stato fornito da Alexis Saelemaekers a Batshuayi, proprio contro la Costa d'Avorio di "Franck The Tank". Il belga, proprio come Brahim Diaz, è in una fase di grande crescita: anch'egli dovrebbe essere titolare contro l'Inter, prendendo il posto di un Castillejo non ottimale nelle prime uscite stagionali, complice una fastidiosa pubalgia.

Bene, abbiamo parlato del lato dolce delle Nazionali. Ora però torniamo sull'incipit e, soprattutto, sui gravi problemi che questi impegni stanno causando ai club. Io, come molti altri, sono rimasto perplesso dall'immensa mole di partite della Uefa Nations League. Nel corso di questa settimana, ne hanno pagato il conto in tanti. I cugini, hanno riscontrato le positività di Bastoni e Skriniar, rispettivamente nell'Under-21 dell'Italia e nella Slovacchia. La Juventus, tramite un comunicato della federazione portoghese, ha appreso della positività del suo uomo-simbolo Cristiano Ronaldo. La Roma ha riscontrato la positività di Diawara, al rientro dagli impegni con la Guinea. Lo Spezia quella di Marchizza, tra i quattro atleti risultati positivi nell'Italia Under-21; l’Hellas Verona, quattro giorni fa, ha saputo della positività al Covid di Barak in ritiro con la Repubblica Ceca.

I casi citati si aggiungono alle positività già emerse prima della sosta, altre ne sono state scovate pure tra i "rimasti a casa", come accaduto nell'Inter con Gagliardini, Nainggolan, Radu e Young. Per di più, i casi citati si riferiscono a club italiani, perchè se diramiamo la lista dei positivi anche nei club esteri, facciam notte. Ribadisco e mi chiedo nuovamente: perchè la Uefa non ha minimamente pensato di modificare il format della competizione? Non solo la Uefa, anche le federazioni internazionali. Non sono certo un virologo nè un dirigente Fifa, lungi da me avere l'arroganza di conoscere la soluzione meglio dei vertici del calcio. Sembra del tutto evidente, però, che la soluzione migliore non sia certamente questa. Era necessario intensificare in modo così corposo gli spostamenti dei giocatori? Perchè sono state apportate significative modifiche a Champions ed Europa League, al fine di concluderle nelle stagione 2019/20, e non si è pensato neppure un istante a questa competizione itinerante, così come le altre amichevoli per il resto del mondo? Resto perplesso. Auspico e spero che Uefa e Fifa, come i vertici delle Federazioni, inizino a pensare ad una via alternativa, nel rispetto dei club. Magari, per una volta, guardando meno al “prodotto” e più allo “sport”. D’altronde, non puoi rilanciarne uno prescindendo dall’altro.

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