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Da Verona a Manchester per ribadire l'anima del Milan. Che serata all'Old Trafford

di LM

È tornato il Milan, finalmente. Il Milan stanco, impreciso, superficiale di febbraio ha lasciato spazio a quello che sembra essere nuovamente un Diavolo determinato, spigliato senza paura. Il vituperato richiamo di preparazione voluto da Stefano Pioli prima della gara contro lo Spezia, finalmente, sta dando i suoi frutti perché un Milan così dinamico e tonico, per l'interezza dei 90 minuti di partita, non si vedeva probabilmente dalla ripresa post-lockdown. Nello scorso recap, dopo il pareggio interno contro l'Udinese, si parlava della necessità di ovviare alle assenze con un nuovo assetto tattico che non doveva per forza passare da un totale cambio modulo, bensì da un modo differente di gestire la manovra. Stefano Pioli che evidentemente non aveva bisogno di consigli per capirlo, ha subito cambiato veste al Milan.


Un passo indietro per tornare a correre in avanti. È esattamente quello che ha fatto il tecnico ex Fiorentina, rispolverando gli schemi della stagione 2019/20, quando il Milan cambiò totalmente struttura. Pioli abbandonò lo sterile 4-3-3 inadatto al Milan ma non passò subito al 4-2-3-1 di massima ottimizzazione del potenziale (con i titolari, ndr). Infatti transitò prima da un mutevole 4-4-2 che toglieva qualcosa sulla trequarti per aggiungere solidità al centrocampo e favorire gli inserimenti tra le linee. A Verona, gli uomini di Juric, hanno patito tantissimo i continui inserimenti di Saelemaekers da trequartista dietro la punta, in una fase offensiva che trasformava il modulo del Diavolo in un 4-4-1-1, per poi mutare ancora in un 4-5-1 difensivo in fase di non possesso. Risultato? Nessun punto di riferimento agli avversari e Kessié assoluto padrone del centrocampo, nonchè perno di ogni azione offensiva e difensiva. Passi in avanti enormi anche per Meité e Tonali, così come per Krunic chiamato a sostituire Calhanoglu.


Poi si arriva a ieri, alla splendida prestazione di Manchester. Il Milan scende in campo con la stessa mentalità di Verona. "Nulla è impossibile per noi, basta alibi". L'atmosfera passa dal "Ci umilieranno" del giorno del sorteggio al "1-1 ci sta stretto". Che serata, nel diluvio come ai vecchi tempi o come anche quelli recenti con il Rio Ave. Un Milan maestoso, dominante. Un Milan europeo. Tante assenze per loro come per noi. Non me ne vogliano i Red Devils, ma credo che le nostre abbiano pesato di più e, senz'altro, abbiano permesso che il risultato fosse solo 1-1. Difficile trovare tanti gol con uomini tecnici ma non realizzativi come Krunic, Brahim Diaz e Saelemaekers. Leao ha fatto la partita di sacrificio che gli si chiedeva e, se ha fatto fatica a trovare il gol uno come Martial, rodato da anni come punta 'adattata', sembra del tutto normale che ciò accada anche al buon Rafa.


Il Milan deve recuperare al più presto i suoi mattatori dell'area di rigore: Ibrahimovic e Rebic soprattutto, ma anche Theo Hernandez che, nel match di ieri, avrebbe avuto molti spazi per la sua esplosività e per il suo pregevole mancino. Il deludente score post Spezia si sta finalmente raddrizzando. Il Milan passa da 0 vittorie, 2 sconfitte e 2 pareggi in 4 partite complessive, a 2 vittorie e 2 pareggi, 0 ko. I recuperi saranno importanti per riattivare la zona gol che, al momento, resta un piccolo nervo scoperto del Milan, specialmente in virtù delle grandi occasioni che crea. Dei 7 gol realizzati dal Milan nelle ultime 5 partite, solo 2 sono arrivati su azione, mentre i restanti 5 da palla inattiva. 3 su rigore, 1 su punizione e 1 da calcio d'angolo.


Domenica sera arriva il Napoli a San Siro. Un'altra sfida importante e ardua per il Milan che, a questo punto, non deve più fare calcoli e giocare il suo calcio. Poi ci sarà la gara di ritorno con il Manchester United, seguita dalla Fiorentina prima della sosta. I calcoli e le tabelle non contano più. È il momento di andare avanti a testa bassa, guardandosi alle spalle ma con le ambizioni sempre rivolte verso l'altro. Poi vedremo cosa avremo raccolto.



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