di LM
Tornano a splendere il rosso e il nero sul Duomo di Milano. Dopo quattro anni, il Milan torna a vincere un derby di campionato. Dopo addirittura dieci anni, torna a vincerlo in casa dell'Inter. Quanto mancava una prestazione di livello nella Stracittadina. In questi anni, non certamente rosei, le difficoltà non avevano comunque impedito al Diavolo di trovare serate importanti contro avversarie di qualità. Non contro l'Inter. I nerazzurri, fino a sabato pomeriggio, rimanevano la bestia nera del Milan. Non è stato semplice, impossibile sperare che lo fosse. Nelle scorse settimane, abbiamo più volte ribadito l'importanza di saper tirare fuori prima la mentalità, poi il gioco. Il Milan lo ha fatto, ed è stata una grande soddisfazione per tutti i tifosi, nonché per le ambizioni stesse della squadra, in vista del prosieguo di stagione.
I rossoneri fanno 4 su 4 in campionato. Contro i nerazzurri, è arrivato il primo gol subìto in questa Serie A 2020/21. La banda di Pioli viaggia alla media di due gol a partita, non male se si pensa che, la metà delle partite disputate finora, sono state affrontate senza Ibrahimovic e Rebic. Anche il dato difensivo è rilevante, visto che il capitano Alessio Romagnoli ha esordito in questo campionato proprio nel derby e, prima della sfida con i nerazzurri, la retroguardia rossonera si è dovuta aggrappare all'unica coppia schierabile: Kjaer-Gabbia.
I rossoneri, in virtù del capitombolo dell'Atalanta a Napoli, conquistano la momentanea vetta solitaria della classifica, non accadeva dalla stagione 2011/12. Da quando Zlatan, proprio come adesso, era il faro dell'attacco rossonero. Se si va oltre il derby, oltre questo inizio di stagione, è impossibile non considerare che il Milan vada a segno da 24 partite consecutive. Per ritrovare una striscia simile, occorre tornare al 1973, quando il filotto si fermò a 29. Un altro spunto statistico, non di poco conto, è quello che ricorda che i rossoneri non vincevano le prime quattro di campionato dalla stagione 1995/96, quando sulla panchina del Diavolo sedeva Fabio Capello.
Successi collettivi ma, anche e soprattutto individuali. Zlatan Ibrahimovic, 26 giorni dopo l'ultima apparizione in campo, 14 giorni dopo il doppio tampone negativo, diventa il giocatore più anziano a segnare nel Derby di Milano. Lo svedese supera un altro svedese: Nils Liedholm. 39 anni e 14 giorni per "Dio Zlatan", 38 anni, 5 mesi e 18 giorni per "Il Barone". Non è finita qui: Zlatan eguaglia anche un altro storico bomber come Silvio Piola, ottenendo quattro marcature multiple nella massima serie, dopo aver superato i 38 anni d'età. Ibra raggiunge anche Shevchenko nella classifica dei marcatori nei derby: 8 gol. Superati Altafini, Candiani e Milito. Il mister Pioli, fresco di 55esimo compleanno, vince il suo primo derby in carriera e, sconfigge l'Inter per la prima volta, dopo aver già battuto, sempre per la prima volta, la Juventus a luglio.
Numeri ragguardevoli per l'ambiente Milan. Mi sento di insistere sulla figura di Stefano Pioli. Il tecnico ex Fiorentina, oltre ad essere diventato il simbolo di un ambiente che 12 mesi fa lo accoglieva nella "rivolta", ha sconfitto Antonio Conte nella sfida tecnico-tattica a distanza. La mossa di Leao, preferito a Brahim Diaz, si è rivelata vincente. Il portoghese ha letteralmente dominato sulla fascia in cui, la sua marcatura, era sulle spalle di Danilo D'Ambrosio. Leao ha fornito l'assist vincente per il 2-0 di Ibrahimovic e, nel corso del match, è stato in grado di creare costante superiorità numerica, grazie a strappi e accelerazioni fuori dal controllo del reparto laterale nerazzurro. Il tecnico, oltre all'undici iniziale, ha letto perfettamente le mutazioni del match, mentre il rivale pagava a caro prezzo la scelta di Kolarov come terzo centrale di difesa. Gli inserimenti di Krunic e Castillejo, rispecchiano la saggezza di Pioli. Maggior dinamismo per arginare la pericolosa fisicità dell'Inter, a discapito della qualità e della fantasia che avrebbero potuto offrire Brahim Diaz e Hauge. Nel finale, il mister ha inserito anche Tonali, andando a rafforzare il coefficiente di "muscoli", volto ad arrestare l'assalto nerazzurro degli ultimi minuti.
Una vittoria totale, costruita nei primi quindici minuti di gioco e legittimata nel corso del match, in una vera e propria guerra di concentrazione e volontà, divisasi tra centrocampo e fasce laterali. Ora, per il mister Pioli, c'è l'insidioso compito di mantenere gli animi umili. Facile lasciarsi andare ad eccessivo entusiasmo e, consequenzialmente, ad un atteggiamento snob già intravisto nel match contro il Rio Ave. Giovedì si va in Scozia, per il primo match del girone di Europa League contro il Celtic, reduce dalla sconfitta nell'Old Firm contro i Rangers. Poi, nel Monday Night, i rossoneri ospiteranno la Roma, fresca di successo sul Benevento. Attenzione ad entrambe, specialmente ai giallorossi che, se sicuramente pagano qualcosa a livello difensivo, possono senz'altro avvalersi di un attacco di grande qualità, nonché di comprovata esperienza internazionale.
Sia contro il Celtic che, probabilmente contro la Roma, il Milan dovrà fare a meno della mente della sua trequarti: Hakan Çalhanoglu. Nell'allenamento mattutino di ieri, il turco ha riportato un trauma contusivo alla caviglia. I primi esami svolti in serata, fortunatamente, hanno escluso interessamenti tendinei più seri, sancendo una prima prognosi di dieci giorni di stop. Il 10 rossonero, inoltre, è stato presto coinvolto in un nuovo thriller di mercato. Dopo le voci delle scorse settimane, secondo cui vi era stato un contatto con la Juventus, si è diffuso un nuovo scenario che lo mette al centro delle mire dell'Inter. Molto interessante. Al di là delle bizzarre ricostruzioni sulla trattativa per il rinnovo di contratto, ancor più interessante è pensare che i nerazzurri, imbastiti sul 3-5-2 di Conte, siano a caccia di un altro trequartista puro oltre ad Eriksen. Specie dopo i ragionamenti tattici post-derby dello stesso ex Juve e Chelsea. Un thriller o una fiction? Poco cambia. Una volta sia i thriller che le fiction erano più appassionanti.
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