di Luigi Matta
E' iniziato il tanto temuto trittico che chiuderà il primo terzo di campionato, con la Champions League di contorno. Dalla sera di Halloween alla prossima sosta per le nazionali che, in un modo o nell'altro, permetterà al Milan di Stefano Pioli di tirare le prime somme di questo avvio di stagione. Ci eravamo lasciati con i tanti dubbi attorno alle ultime prestazioni del Diavolo: dal match casalingo conto il Verona al turno infrasettimanale con il Torino, passando per la serata di Bologna per cuori forti. Qualcuno, ignorando le tante defezioni del gruppo di Pioli, parlava di calo di performance anche se erano arrivati 9 punti sui 9 a disposizione.
La sfida contro la Roma, allo stadio Olimpico, era già stata 'colorata' con i contorni del test. L'ennesimo esame che, in caso di esito negativo, avrebbe riaperto i celebri dibattiti sulla fortuna del Milan, i rigorini e quant'altro. I rossoneri vanno nella capitale e sfoggiano lampi di vero calcio. A fine partita, la vittoria numero 10 in 11 partite di Serie A, non basta per tessere le lodi di un Diavolo già dato in fase calante dopo il match con il Torino, anzi.
Merito di José Mourinho che, fermo ancora alle dinamiche mediatiche del 2010, allestisce uno show di tutto rispetto in cui, neanche a dirlo, il piatto forte del chiacchiericcio diventano un rigore netto dato al Milan ed un rigore inesistente rivendicato dalla Roma. Peccato che, nello stesso match dell'Olimpico, avviene che Maresca sventoli 7 cartellini gialli al Milan e un rosso, a fronte di 13 falli commessi, contro i 4 mostrati ai giallorossi a fronte di ben 19 falli commessi. Accade anche che, il rosso sacrosanto a Theo Hernandez, nasca da un'azione in cui c'è un fallo su Krunic che avrebbe impossibilitato la sanzione, qualora ravvisato.
Accade anche che Karsdorp (ammonito al 24', ndr) rischi in ben due occasioni il secondo giallo ma resti regolarmente in campo fino all'80° minuto, quando Mourinho inserisce Shomurodov al suo posto. Risultato? Il Milan ha derubato la Roma. La stessa Roma che trova il primo tiro in porta al 78' con Zaniolo da fuori, 12 minuti dopo l'espulsione del terzino francese del Milan. Poteva far comodo Borja Mayoral a Mourinho, così come Villar, due giocatori in evidenza con Fonseca ma, se col Milan è stata colpa dell'arbitro, con il Bodo/Glimt è stata colpa dei ragazzini, esclusi successivamente e quindi non schierabili contro il Diavolo. Pensate se qualcuno gliel'avesse chiesto in conferenza stampa. Meglio buttarla in caciara, come già successo dopo il derby perso contro la Lazio. Mourinho risfodera le armi del 2010 ma, stavolta, non ha Eto'o, Sneijder, Milito, Lucio, Samuel, Zanetti ecc, anzi è lui stesso a farsi fuori da solo i giocatori e il 'mea culpa' non è mai stato il suo forte. Amen.
Il Milan fa 10 su 11 e si immerge nella ricerca del miracolo in Champions League. San Siro ci crede, il Porto si può battere. Malauguratamente, l'approccio è pessimo e, come accaduto nel match d'andata, gli uomini di Conceiçao ci ricordano nuovamente cosa sia l'esperienza e la capacità di affrontare questi appuntamenti. Il Porto è cinico: al primo errore della retroguardia rossonera, punisce Tatarusanu e dà il via ad un match che assume sempre più i contorni dell'addio alla Coppa dalle grandi orecchie. Nel secondo tempo viene fuori l'orgoglio e la tecnica del Milan. Arriva il pareggio ma nessun ribaltone.
Magra consolazione: aver conquistato almeno un punto, ma è poco. Tanti rimpianti: dal match con l'Atletico Madrid che aveva fatto sognare i tifosi, poi infuriati contro Cakir, al doppio confronto con i portoghesi che, per 135 minuti, ha mostrato un Diavolo ancora acerbo ma che potrà crescere ed imparare. La matematica lascia ancora spazio al sogno di approdare agli ottavi, così come il precedente dell'Atalanta, ma è oggettivamente un'impresa erculea. Nel caso, ci riproveremo l'anno prossimo con più esperienza e più consapevolezza.
Guardando ai risultati, il trittico - al momento - dice una vittoria e un pareggio. Domenica c'è la sfida più emozionante delle tre: il derby contro l'Inter. I nerazzurri stanno bene, sono reduci dal successo in Champions e sognano di rosicchiare punti sul Milan, dato che dopo la sosta affronteranno l'altra capolista, ovvero il Napoli. Nonostante il furto cattivo e sleale di Roma, il Milan non avrà Theo Hernandez nel derby e Ballo-Touré non è al meglio. Potrebbe giocare Kalulu a sinistra o spostarsi Calabria per lasciare al 2000 francese l'asse di destra. Sarà una partita emozionante dove - come in tutti i derby - peseranno più i singoli errori piuttosto che la prestazione complessiva. Pioli sogna di andare alla sosta a +10 sui campioni d'Italia. Inzaghi vuole rifilare il primo ko al Milan. Milano si prepara ad una domenica di fuoco.
Comments