di LM
Juventus, Lazio, Napoli, Roma. Quattro squadre che precedono il Milan, sul totale di sei. 10 su 12: i punti conquistati dal Milan, dopo aver affrontato tali squadre. Oggi partiamo così, dalla sostanza. Per “mettere i puntini sulle i”. Domenica sera è stata dura, contro un grande Napoli, uno dei migliori visti in stagione. Ed è proprio vero che i napoletani “cavano l’arte dal sole”, come affermava Camillo Boito. Merito di un gruppo ritrovato, di un Gattuso già condottiero. I rossoneri portano a casa un punto prezioso, più che prezioso. Contro una squadra in salute che, rispetto al Milan, ha ottenuto appena un punto in meno, dalla ripresa post-lockdown, dopo aver conquistato la Coppa Italia. I primi venti minuti sono un monologo azzurro. Mertens è il più brillante: al 14’ sfonda da sinistra, dalla sua posizione naturale, cerca un piazzato radente, ma trova uno strepitoso Donnarumma. Passano 5 minuti, ancora Mertens penetra da sinistra, trova brillantemente Callejón, lo spagnolo devia il pallone, ma trova ancora un reattivo Donnarumma. Un minuto più tardi, alla prima vera sortita rossonera, Bennacer illumina per Rebic. Il croato è lesto, si gira e trova l’accorrente Theo Hernandez, il francese fulmina Ospina. 1-0 per il Milan(Hernandez raggiunge Ramos per gol stagionali in trasferta, ndr). Il Napoli accusa il colpo, i rossoneri provano a gestire il possesso, ma la grinta dei partenopei viene fuori. Al 34’ su calcio di punizione, una palla insidiosa rimbalza davanti a Donnarumma, il portiere è sfortunato nel rimpallo, Di Lorenzo può tranquillamente insaccare. 1-1. Pareggio del Napoli. Gli azzurri si riprendono e, come preventivabile, tornano padroni del campo. Il Diavolo regge l’urto, e va a riposo sull’1-1.
Si rialza il sipario, stesso copione della prima parte: il Napoli mantiene la regia, il Milan risfodera le attitudini del suo ex tecnico, ora avversario nella panchina a fianco: cuore e grinta. Nell’intervallo, un nuovamente negativo Paquetà, ha lasciato il posto a Saelemaekers. I rossoneri rialzano la testa, provano ad impensierire gli azzurri, ma al 60’ vanno in svantaggio: Callejon imbuca per Mertens, il belga sorprende Romagnoli e Donnarumma. 2-1 per il Napoli. Giusto e meritato. Pioli non ci sta: inserisce Bonaventura e Leao, al posto di un fumoso Çalhanoglu e di uno spento Ibrahimovic. Proprio il portoghese, reduce dal gol contro la Juve, prova a farsi notare: bel tiro da fuori che, purtroppo, termina alto sopra la traversa. Il Diavolo abbassa i ritmi ma, con grinta ed orgoglio, rimane dentro la partita, recuperandola. Infatti al minuto 71’ Bonaventura, provando un incursione dentro l’area, viene colpito da Maksimovic: netto calcio di rigore, tra le inspiegabili contestazioni, perdurate anche dopo il match. Kessié è glaciale, spiazza Ospina. Di nuovo parità: 2-2. Nel finale, il Napoli tenta l’assalto. Gattuso inserisce Milik, Lozano e Politano. Il muro rossonero regge, nonostante alcune crepe, come l’espulsione di Saelemaekers all’88’, per doppia ammonizione. (Il primo all’85’, ndr) Fine del match. 2-2. Il Diavolo incassa i colpi, ma non crolla. Servivano “diavoli veri”, così è stato. Contro un Napoli di qualità, con una classifica decisamente dissonante, rispetto al valore del suo gioco. Punto prezioso. Un altro colpo di Pioli, nel segno di Gattuso. Rossoneri non brillanti, ma “brutti e cattivi”. Come chiedeva Ringhio a febbraio 2018…
Dunque, termina la corvée del Milan, impegnato ad affrontare Roma, Lazio, Juventus e Napoli, in appena 14 giorni. Ora arriva il bello? Magari, nessun impegno è facile per il Milan, men che meno quelli che arrivano ora. Soprattutto, data la situazione in classifica, nessun match è meno proibitivo di altri. Stasera a San Siro arriva il Parma, reduce dal pareggio contro il Bologna, maturato in zona Cesarini. I ducali, però, sono anche reduci da 4 sconfitte, negli ultimi 5 incontri. Situazione ben differente, rispetto a circa un mese fa, quando ricominciava il campionato. I gialloblu ora si trovano a -10 dal Milan. Di nuovo allerta, se Ferrara ci ha insegnato qualcosa… Lo sa bene il tecnico Pioli, affermando in conferenza: “Si gioca con la testa più che col fisico. Se giocassimo 100 volte la gara di Ferrara, la vinceremmo 99 volte. Domani ci deve essere tanta concentrazione”. Fa bene a non fidarsi il mister: Il Parma può far male: non a caso, dalla ripartenza del campionato, è andato sempre in gol. Sarebbe deleterio, pertanto, affidarsi al solo trend negativo, chiedere a Roma e Inter.
Le grandi squadre hanno i grandi giocatori, le piccole squadrehanno le grandi insidie. Il Parma, nel calendario rossonero, rappresenta solo la prima, di una lunga serie di tappe spinose. Sabato, infatti, sarà la volta del Bologna. I rossoblù hanno già colpito a Milano, dieci giorni fa, contro l’Inter. Dopo gli uomini di Mihajlovic, arriverà un bivio da bollino rosso: Sassuolo-Milan e Milan-Atalanta. Quattro pericoli, il finale di stagione in palio. Tutto in 11 giorni. I neroverdi e la Dea, dalla ripartenza, sono le uniche squadre ad avere il ritmo del Diavolo. Nel caso degli orobici, molto più elevato: 19 punti in 7 partite, altri 6 gol rifilati al malcapitato Brescia. 93 gol totali, superato il record del Grande Torino. Numeri spaventosi. Unici insieme al Milan, a non aver ancora perso. Anche i ragazzi di De Zerbi non scherzano: 14 punti in 6 partite, come i rossoneri. Il tecnico neroverde, fresco di vittoria contro la Lazio, non si è nascosto in conferenza pre-Juve: “Quel che facciamo in questa stagione è crescita, ma non dobbiamo avere vergogna di porre il Milan come obiettivo. Portiamo rispetto al Milan, ma è l’obiettivo perché ci precede”. Il calendario, infine, chiude la Serie A con Sampdoria e Cagliari, altrettanto velenose ma, almeno apparentemente, più abbordabili delle sopracitate. Il Milan, dunque, rischia un revival della stagione 2015/16, quando i neroverdi, sotto la guida di Di Francesco, strapparono al Diavolo l’Europa League, condannando l’allora tecnico Brocchi.
Uno sguardo al passato, ma c’è già chi lavora al futuro: l’AD Ivan Gazidis.
Venerdì 10: la giornata si apre, inusualmente, con un’importante novità: Il Milan ufficializza la partnership con Roc Nation, la potente agenzia d’intrattenimento statunitense, facente capo al primo miliardario del mondo Hip-Hop: Shawn Corey Carter, meglio noto come Jay-Z. Il manager sudafricano, dunque, ancora una volta guarda lontano. Ancor più lontano di quanto guardi l’Italia, infatti, se già fa discutere il controverso ruolo di Rangnick, pochi hanno avuto chiarezza su cosa sia Roc Nation, così poca da non approfondire la notizia.
Provo sinteticamente ad esporre: la suddetta agenzia, fondata nel 2008 da Jay-Z, cura gli interessi di atleti ed artisti internazionali, non solo di stampo lavorativo. La Roc Nation, oltre ad accrescere l’impatto mediatico dell’immagine, idealizza un veicolo di impegno sociale, mediante l’influenza delle sue star. Nel 2013, l’agenzia di Jay-Z, ha aperto una divisione sportiva: La Roc Nation Sports. Il primo atleta rappresentato è stato Robinson Canò, giocatore di baseball dei N.Y. Knicks. L’approdo nel calcio europeo risale al 2018. Coloro che, nell’agenzia americana,guidano le strategie commerciali, hanno visto nel circus europeo una via aurea, da percorrere con forza. L’idea di base è semplice: applicare il modello Usa nel Vecchio Continente. Un modello che, tramite una mission di natura sociale, espanda a dismisura la presenza commerciale dell’agenzia. Fino a proporsi quasi come vertice degli eventi che, coinvolgendo milioni di persone, ruotano attorno alle star assistite, come accaduto con la NFL. Infatti, il buon Jay-Z, nell’estate 2019 ha siglato un accordo, con cui, la Roc Nation è diventata l’organizzatore esclusivo degli eventi di musica live della NFL. Su tutti, l’Halftime Show del Super Bowl.
Nella scuderia di Jay-Z figurano volti già noti: Jerome Boateng, Axel Witsel, Kevin De Bruyne, Romelu Lukaku e Federico Bernardeschi. Il Milan è il primo club calcistico al mondo, ad aver stipulato un accordo con Roc Nation Sports. Un apripista per il brand. Un faro sui mercati commerciali, quelli più prolifici e innovativi, per riportare il Milan in alto: al centro della visibilità globale. Un gran colpo di Gazidis.
Concludiamo con altre “buone nuove”: Il Siviglia ha ottenuto, aritmeticamente, la qualificazione alla prossima Champions League. Dunque, il diritto di riscatto per Suso, si trasforma in obbligo. Al Milan spetteranno circa 21 milioni, di plusvalenza piena. Una “boccata d’ossigeno” per le casse rossonere. I rumours di mercato parlano, inoltre, di una forte accelerazione per il talento ungherese Szoboszlai. Il Milan inizia a costruire, o a ricostruire. Come preferite.
Arrivano anche conferme sul riscatto di Kjaer, fissato a 3,5 milioni, in procinto di essere esercitato. Una conferma importante, non solo per le recenti prestazioni, ma anche per il patrimonio d’esperienza che, in un contesto di giovani, potrà fornire il danese.
Nel pre-match di Napoli-Milan, il DT Paolo Maldini ha affermato, in merito alle dichiarazioni di maggio su Rangnick: “Ridirei tutto. Nessun attacco alla persona, ma alle modalità”. Un piccolo passo indietro che, auspicabilmente, può sembrare un varco verso la permanenza. Come vorrebbe proprio Gazidis che, dietro le quinte, si starebbe impegnando per far coesistere la coppia. Un passo più vicino Maldini, uno più lontano Ibrahimovic, nuovamente dedito a dichiarazioni al vetriolo, talvolta contrastanti, più auto celebrative che costruttive.
Gazidis intanto fa sul serio, il suo Milan è già in costruzione. Dal campo al club. Un colpo al cerchio e uno alla botte
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