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Il 2021 rossonero tra sogni, paure e un ritrovato status. Anche se fa arrabbiare, che bello il Milan

di Luigi Matta


Cari amici. Siamo arrivati al termine di questo 2021. Se il 2020 era stato contraddistinto dall'incertezza di un mondo piombato in una devastante pandemia, il 2021 non è stato da meno. Sempre più esasperazione, guerre di 'partito', 'noi contro loro'. Stiamo assistendo ad un cambio radicale della nostra società.


O forse, la stiamo vedendo nella sua reale facciata che, prima, era nascosta da un'apparente normalità. Quella normalità che, a lungo, abbiamo dato per scontata e, ora più che mai, ci manca. Nella speranza che, il prossimo anno, possa essere quello della svolta per tutti voi, facciamo un piccolo punto su quello che è stato il 2021 del nostro caro Milan.


Il 2021 rossonero era iniziato tra i sogni e le speranze di un popolo che, dopo anni di purgatorio, ha visto la propria squadra volare lassù a lottare per lo scudetto con l'Inter. Il Milan aveva chiuso il 2020 con la bella vittoria contro la Lazio che, dopo il Natale 2019 passato tra le ferite del tristemente celebre 0-5 di Bergamo, ha regalato ai tifosi un Natale in vetta.


Nei primi mesi del 2021, però, il Diavolo si è trovato a fronteggiare tutte le proprie incompletezze, abbandonando a febbraio i sogni tricolore e lottando fino all'ultimo respiro per tornare a pieno titolo sul palcoscenico emblematico della propria tradizione: la Champions League. Non è stato semplice, ci sono stati momenti di sfiducia, alternati a serate di carattere e di orgoglio rossonero e, alla fine, l'epilogo è stato dolce per tutti noi.


Dopo le celebrazioni per il ritorno nell'Europa che conta, abbiamo visto giocatori andarsene a parametro zero, voltandoci le spalle nel silenzio di chi ha dovuto armeggiare nell'ombra e di chi, senza alcuna remora, ha avuto anche da recriminare nei mesi successivi. C'è chi li ha protetti, chi li ha usati come veicolo per screditare quanto non è riuscito a fare nei mesi precedenti, tra teorie di 'porte chiuse', rigori-dipendenza e quant'altro. Il Milan è rimasto compatto e, al netto di numerosi errori, chiude questo 2021 con appena un punto in meno in campionato rispetto alla passata stagione.


Pioli ha rinnovato il proprio contratto e, la società, punta a prolungare quelli degli uomini più emblematici già nei prossimi mesi, con l'incognita Kessié a tenere banco. Cosa dire di questo 2021 calcistico, oltre a quello che è stato il percorso di rinascita del Milan. Sembra sempre più malato questo calcio, più affine ad una partita di RisiKo che ad uno sport capace di veicolare tutte le emozioni più profonde dell'animo umano.


Il 2021 ci ha mostrato la 'guerra' tra Superlega e Uefa, le discutibili decisioni sugli eventi a discapito della salute degli atleti. Che dire della gestione economica dei club, con la Guardia di Finanza che è diventata attore protagonista, in uno sport dove l'unico giudice dovrebbe sempre essere solo ed esclusivamente il campo.


Non è così facile continuare a convivere con questo calcio, sempre più plumbeo come l'arido cemento dei palazzi che lo gestiscono. Sempre meno verde come i campi da gioco attorniati da tifosi colmi di passione che, nel 2022, potrebbero nuovamente restare fuori dagli stadi in virtù della situazione pandemica. Il calcio cambia, le squadre anche e, quasi sicuramente anche i tifosi, con le nuove generazioni incolpevolmente allo scuro di cosa si siano perse. La mia generazione in primis.


Cambia tutto ma, le emozioni, restano le stesse. E se la scenografia non ci piace, la storia e la narrativa del nostro Milan, continua a farci battere il cuore. Sarà un 2022 di nuove speranze, per continuare a vedere dove ci porterà la crescita di questo giovane gruppo. Servirà qualcosa di più: un ultimo salto che, forzatamente, dovrà avere l'ausilio della proprietà, specialmente in chiave mercato.


Servirà continuità, servirà ridurre gli infortuni. Servirà tanto perchè, quando riconquisti uno status, la vera sfida è mantenerlo. Servirà l'apporto dei tifosi, che sia allo stadio o nuovamente solo davanti alla tv. Qualunque cosa serva, noi aspettiamo e crediamo. Perchè anche se fa arrabbiare, anche se è in grado di rovinarti l'umore, di renderti intrattabile, quanto è bello questo nostro Milan. Buon anno Diavolo, buon anno a tutti i tifosi.



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