di LM
Dieci giorni. Il tempo trascorso dall’ultimo match del Milan, siamo ufficialmente in vacanza? È meglio dire, probabilmente, che siamo già in attesa della prossima stagione. Le persone vanno in vacanza. Gli animi e, soprattutto, le attenzioni dei tifosi, non staccano mai. Ci accingiamo ad entrare nel weekend di Ferragosto, eppure, il mercato è ancora alle fasi iniziali. Tecnicamente, c’è da dirlo: non sarebbe ancora iniziato, infatti, i contratti potranno essere depositati dal 1 settembre, tuttavia, si sa: le manovre partono ben prima. Se mancano 20 giorni all’inizio del mercato, ne mancano 50 al suo termine. Eppure, la piazza rossonera è già in subbuglio. Sarà per le aspettative, per la sensazione di non poter sbagliare, per le questioni interne ancora irrisolte, come i contratti di Ibrahimovic e Donnarumma. Sono tanti i motivi che incidono ma, senza dubbio, ciò che più turba i tifosi, è la strategia adottata: il silenzio.
Un silenzio che fa rumore. Ne fa tantissimo, una vera baraonda. Il futuro rossonero è pieno di interrogativi e, almeno al momento, nessuno è in grado di dare una risposta. Il Milan si muove ma non parla. Molti tifosi vorrebbero più fuochi d’artificio, più esclusive, più nomi importanti, magari qualche grafica particolare, con un campione proiettato sul Duomo. Niente di tutto ciò. La dirigenza rossonera, nella consapevolezza di dover agire, si muove nell’assoluta discrezione, perché, statene certi: si sta muovendo eccome.
Come di consueto, Maldini sta trascorrendo qualche giorno a Ibiza. Pochi giorni fa, nell’andirivieni social, è circolata la foto che lo ritrae, sorridente e rilassato, al fianco di Funes Mori, difensore del Villarreal. Molti hanno fantasticato, circa eventuali incontri di mercato, esulando dalla foto con il difensore argentino. Infatti, tanti hanno usato l’Argentina come veicolo, per accostare al Milan un altro albiceleste: Rodrigo De Paul.
Il trequartista dell’Udinese, ormai nome frequente dei rumours di mercato, è solo l’ultimo di una lunga lista di giocatori che, a volte inspiegabilmente, vengono riportati come obiettivi del Diavolo. C’è del vero? Non lo so. Né io né tanti altri. Di tutti i presunti obiettivi, finora pubblicati, sono davvero pochi quelli effettivamente cercati dal Milan. Allo stato attuale, forse solo uno: Tiémoué Bakayoko che, stando alle ultime indiscrezioni, pare realmente vicino a rivestire la maglia rossonera. I tifosi sognano, polemizzano, confrontano le strategie dei vari club. Giusto così, è un loro diritto. La strategia del silenzio, nei suoi pro e contro, ti permette di muoverti con discrezione ma, al tempo stesso, innesca una bomba ad orologeria, perché, attorno al club, c’è tutt’altro che silenzio. Il mercato moderno è così: ogni giorno ne dico una, prima o poi magari ci becco, qualcuno mi darà credito.
Per carità, sono vedute. Per come la vedo io, quoto ciò che affermava Arthur Rimbaud: “È meglio il silenzio che l’equivoco”.
Se lo goda Maldini il silenzio e, soprattutto, gli porti consiglio. Le necessità della rosa le conosce bene, così come conosce bene le ambizioni del Milan. Dunque, si goda serenamente la sua vacanza-missione e, magari, beva una buona Piña Colada. Possibilmente nello stesso posto dell’estate scorsa dove, con lo stesso silenzio, portava a Casa Milan un certo Theo Hernandez.
Mentre esperti di mercato, “twittologi”, tifosi ecc. cercano di cogliere le mosse del Milan, il club ha chiuso un acquisto per il futuro. Nella giornata di ieri, infatti, è stato acquistato il classe 2003 Emil Roback, dall’Hammarby, il club di cui è azionista Zlatan Ibrahimovic.
Ed è proprio lo svedese, inevitabilmente, la priorità assoluta della to do list di Maldini. Le indiscrezioni sono concordi: accordo raggiunto per il rinnovo. Qualche novità di rilievo in merito, probabilmente, la si avrà nel corso della prossima settimana, quando dovrà andare a definirsi, per forza di cose, anche il futuro rossonero di Gigio Donnarumma.
Intanto, le prima novità reali di mercato, riguardano una vecchia conoscenza citata poc’anzi: Bakayoko.
Il francese, nel corso dei contatti con il Milan, avrebbe comunicato la disponibilità a ridurre il suo pesante ingaggio, al fine di favorire il ritorno. La palla, a questo punto, passa ai club. Gli esperti di mercato, relativamente all’ipotetico trasferimento, hanno riferito di una richiesta del Chelsea intorno ai 38 milioni, tra prestito e obbligo di riscatto. Una cifra alquanto bizzarra, addirittura più elevata di quella pattuita due estati fa, quando Bakayoko era appena approdato ai Blues e, il suo valore a bilancio, era intorno ai 32 milioni. Il Chelsea ha davvero chiesto 38 milioni? Specie dopo una stagione deludente al Monaco. Mah, mi avvalgo della facoltà di… dubitarne. Attenderemo con grande curiosità gli sviluppi.
Concludiamo con un’altra curiosa “favola” di mercato. Nella giornata di ieri, dopo insistenti voci già diffusesi nei giorni scorsi, è tornata in auge la voce, secondo cui, il Milan sarebbe in pressing su Sandro Tonali. Il centrocampista del Brescia, verosimilmente, era stato un obiettivo reale, quando il Milan sembrava pronto alla rifondazione di Rangnick. Sul gioiello di Cellino, è noto da tempo l’interesse dell’Inter, nonché, un principio di accordo tra le parti, registrato da più fonti autorevoli. Il presunto inserimento veemente del Milan, non trova alcun riscontro, né nell’ambiente rossonero, né al di fuori di esso.
A che gioco stiam giocando? Al di là del presunto accordo con l’Inter, appare difficile comprendere cosa possa portare il Milan, tra le sue prerogative, ad inserirsi in una trattativa virtualmente chiusa e, non di poco conto, economicamente molto impegnativa.
Per di più, seppur riconoscendo le indubbie qualità del classe 2000, è difficile trovare una collocazione da titolare a Tonali, in un reparto di soli due slot, già ben occupati da Kessiè e Bennacer. Dubito fortemente che, dalle parti di Casa Milan, siano pronti ad un investimento da oltre 35 milioni, per un giocatore che non avrebbe la titolarità garantita. È più plausibile, a questo punto, pensare a qualche artifizio mediatico, appositamente ideato per alzare il prezzo o, ancor più plausibile, spronare l’Inter ad affondare il colpo.
Mi ha ricordato quella bizzarra querelle di Kondogbia, datata 2015. Nello stesso ristorante, Fassone(ai tempi DG dell’Inter) interloquiva con l’entourage del giocatore, pochi tavoli più in là, Galliani, insieme a Nelio Lucas di Doyen Sport, trattava con i dirigenti del Monaco. L’Inter strappò il francese al Milan per 35 milioni più bonus. Si diceva che l’offerta del Milan fosse più alta,addirittura oltre i 40 milioni, non sufficiente però, per battere il blitz telefonico di Mancini. Una vicenda che, dopo anni, lascia ancora tutti perplessi. Qualche malalingua disse che, in quella trattativa, i rossoneri fecero “da sponda” al fondo Doyen(agenzia che gestiva il calciatore, ndr), appena entrato in orbita Milan con Mr Bee Taechaubol, perché il francese fosse venduto al più alto prezzo possibile. Sicuramente erano tutte invenzioni, le malelingue sono una brutta cosa, bruttissima. Proprio come i “giochini di mercato” dietro le quinte.
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