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Ivan, siamo tutti con te. Le lezioni di vita da Gazidis e di milanismo da Pioli

di Luigi Matta

La notizia giunta martedì, circa il carcinoma diagnosticato all'amministratore delegato Ivan Gazidis, è di quelle che sembrano schiaffi sul volto. Schiaffi che fanno male e che fanno riflettere su cosa davvero conti in una vita che spesso ci distrae. Davanti ad una notizia simile non esistono bandiere. Come non sono esistite nei terribili attimi di Danimarca-Finlandia durante il malore occorso a Christian Eriksen. Il calcio insegna, anche in questi momenti duri. Difficili. Momenti in cui, per pochi istanti, ci si dimentica dello sfarzo dello stadio, della grandezza dei beniamini, e ci si ricorda come - davanti alle cose davvero fondamentali della vita - siamo tutti uguali.


Una lezione, dai fatti e dalle parole. Non solo le parole del comunicato emesso dal Milan, ripreso da gran parte del mondo calcistico in solidarietà, ma anche da quelle dello stesso Gazidis che, al termine del doloroso annuncio, si rivolge verso noi tifosi invitandoci a tenerci controllati e pensare alla salute. Come a ricordarci, nella frenesia degli impegni, nel cruccio dei pensieri, nella quotidianità, quello che davvero conta. E noi non possiamo che ringraziarlo e augurargli una pronta guarigione, come l'auguriamo a Christian Eriksen che, in quei terribili istanti, è stato il trequartista della vita di tutti noi. Amanti del mondo del pallone e non. Forza Gazidis, forza Eriksen.


Da Gazidis a Pioli perchè, in questa settimana (come le altre) investita dalle voci di mercato tra Kaio Jorge e Vlasic, è stato interessante anche leggere le parole del tecnico Stefano Pioli rilasciate a "Il Fatto Quotidiano". Mi ha colpito un tratto specifico delle sue dichiarazioni, quando afferma: "Stranamente la scintilla tra di noi è nata nelle riunioni su Zoom durante il primo lockdown. Ci siamo dati il tempo di conoscerci, abbiamo parlato delle nostre vite. Non solo di calcio. Ed è nato il gruppo. Amici? No. Non siamo amici: siamo appartenenti a un’idea di valori comune. Sento che c’è empatia, forse addirittura un po’ di magia tra noi”.


Un'idea di valori comune, non dettata strettamente dall'amicizia, ma dall'amore verso il Milan. Pioli parla di magia, quella che è nata quando - durante il lockdown - il gruppo si è consolidato e si è subito visto sul campo da gioco. Quello che probabilmente è mancato negli ultimi anni, quando si aveva la sensazione che ci fosse sempre qualcosa a cedere nell'attaccamento dei giocatori. Un'altra lezione che trascende dal mercato, dagli addii a parametro zero e dalle congetture di chi parla di fallimento dirigenziale sulle partenze di Donnarumma e Calhanoglu, o chi prova a farlo sulle operazioni in essere della dirigenza. La magia del gruppo, la magia del Milan. Quella che finalmente è stata ritrovata e che conta più di tutti i titoloni e delle indiscrezioni di mercato.


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