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Le cronache di Raiola nel Milan, arriva l’atto terzo. Daniel merita una vera chance

Aggiornamento: 10 set 2020

di LM


28 agosto 2010. Il Milan acquista Zlatan Ibrahimovic dal Barcellona, grazie ad un capolavoro dell’allora AD Adriano Galliani. Lo svedese, trasferitosi appena un anno prima al Barcellona, ritorna a Milano, stavolta sponda rossonera. La formula è strepitosa: prestito con obbligo di riscatto a 24 milioni di euro. Capolavoro del Condor che, tuttavia, può concludere il colpo solo grazie alla mediazione di Carmine Raiola, detto Mino: il potente procuratore di Ibrahimovic. Da quel giorno, Raiola diventa noto tra i milanisti e, inaspettatamente, entra nelle fitte trame della programmazione rossonera. L’agente olandese, tuttavia, aveva chiuso il primo affare con il Milan nel 2009, un anno prima dell’approdo di Zlatan. Lo ricordano in pochi, perché il giocatore in questione era Felipe Mattioni, terzino brasiliano acquistato dal Gremio. Mattioni fu annunciato come un nuovo talento ma, con tutto il rispetto, di talento non ce n’era granché. Altri tempi: Raiola veniva indicato dai giornalisti come “l’agente di Mattioni”. Negli anni successivi si è reso celebre come “Il Re del mercato”. Il buon Mino, in seguito, ha fatto transitare da Milanello numerosi assistiti: Ibrahimovic, Balotelli, Salomon, Niang ecc… Grazie ai buoni rapporti con Galliani, ha “messo le mani” su molti primavera del Milan: Rodrigo Ely, Gigio Donnarumma, Antonio Donnarumma, Abate, La Ferrara, Mastour e persino Gabbia che, tuttavia, ha interrotto il rapporto con Raiola, facendosi assistere da Tullio Tinti.

Nel 2015, Mino Raiola diventa anche il procuratore di Bonaventura, al termine di una controversa vicenda: Jack viene portato al Milan nel 2014, quando sembrava ad un passo dall’Inter. Galliani lo veste di rossonero, grazie ad un blitz-lampo col procuratore Martorelli(procuratore anche di Donnarumma prima di Raiola, ndr); dopo appena un anno al Milan, la dirigenza sceglie di ritoccare il contratto dell’ex Atalanta e, incredibilmente, Bonaventura interrompe celermente il rapporto con lo storico agente, affidando i suoi interessi proprio a Mino Raiola.

Come ha detto poche settimane fa proprio Raiola: “Questione di stile, non di soldi”. Infatti l’ex agente di Bonaventura, intervistato da TMW nel dicembre 2015, rilasciò queste pesanti dichiarazioni: “Sarei un’ipocrita se dicessi che l’amarezza non è tanta dopo quanto è accaduto con Bonaventura. Purtroppo la vita spesso presenta novità indesiderate. Io, come mi hanno insegnato i miei genitori, ci metto sempre la faccia” aggiungendo: “Bonaventura aveva firmato per cinque anni. Il Milan mi aveva promesso che, se si fosse dimostrato all’altezza, il contratto sarebbe stato rivisto. Questa revisione non è mai avvenuta e il ragazzo mi ha chiamato per dirmi che avrebbe cambiato agente. Nel Milan non si vedeva una cosa così da 30 anni”. Alla faccia dello stile Milan decantato da Raiola.

Non è l’unico episodio “particolare” legato al connubio Milan-Raiola. Il 9 giugno 2015 il Milan ufficializza il ritorno di Rodrigo Ely. Il difensore brasiliano che, dal 2010 al 2012 aveva fatto parte del settore giovanile rossonero, non si era mai affermato in Prima Squadra. Nel 2014 aveva firmato un contratto annuale con l’Avellino e, dopo una buona stagione in B, il Milan decise di riprenderlo a parametro zero. Nulla di strano sembrerebbe. Nel 2016 però, un articolo di Calcio&Finanza relativo al bilancio al 2015 del Milan, svela un dettaglio alquanto bizzarro. Rodrigo Ely, acquisito a parametro zero, presenta un valore di 8 milioni di euro. Considerando che, nel computo totale del costo del giocatore, vengono indicati anche i costi accessori relativi ad agenti, si evince rapidamente che quegli 8 milioni, verosimilmente, rappresentano la commissione versata a Mino Raiola. Questo episodio suscitò perplessità e malumori, principalmente sulla gestione di Galliani ma, ancora una volta, fu la fotografia del modus operandi di Raiola.

Che dire. Ai posteri l’ardua sentenza. Ai tempi non avremmo mai pensato che, tutt’oggi, Raiola fosse così presente negli scenari del tifo rossonero. Abbiamo ricostruito insieme la liason Raiola-Milan fino all’addio di Berlusconi. Quello che accade dopo è storia recente. Nel 2017 il primo terremoto Donnarumma; oggi, 2020, la musica non cambia, anzi, si fa sempre più acuta. Appena conclusosi il rinnovo di Ibrahimovic in cui Raiola, da vero progressista, ha inventato la “Fake Fake News”, il popolo milanista si appresta ad assistere all’atto terzo: il nuovo prolungamento di Gigio Donnarumma. La strategia di Raiola si è evoluta o, più semplicemente, si è adattata alla nuova dimensione del Milan: spettacolarizzazione della trattativa, pubblicazione di ciò che non dovrebbe essere pubblico. L’agente olandese, maestro della comunicazione mediatica, sfrutta il tritacarne giornalistico, agitando uno tsunami attorno al club e, contestualmente, acquisendo una forza contrattuale quasi da monopolista. Questo è Raiola, questo è il calcio moderno.“Piaccia o non piaccia”, come diceva Allegri. Donnarumma vuole restare, il Milan vuole Donnarumma. Maldini sta dimostrando di essere un grande dirigente. Saranno settimane dure, di scontri, di illazioni, di provocazioni e di oltraggi. Ancora una volta fiducia in Maldini e, senza dubbio, anche in Donnarumma. Il portiere della Nazionale va blindato, sia per il progetto che per il valore potenziale. Dopodiché toccherà al club fare le sue valutazioni, in un senso o nell’altro. Il tifoso milanista farà bene ad armarsi di pazienza, tanta pazienza. Anche perché, dopo Donnarumma, toccherà sedersi a discutere di Romagnoli… Forza e coraggio popolo!

Chiudiamo con un sorriso. Sabato sera si è giocata l’amichevole contro il Monza. I rossoneri hanno avuto la meglio per 4-1, in un match che ha esaltato i giovani(marcatori Calabria, Maldini, Kalulu e Colombo, ndr). Credo che al 40’, al momento del gol di Daniel Maldini sotto gli occhi del padre, sia scesa una lacrimuccia a tutti i cuori rossoneri. Daniel Maldini migliora progressivamente. Sono sincero: non ero rimasto impressionato dalle sue uscite con la Prima Squadra. Soprattutto l’anno scorso in International Champions Cup, vedevo sicuramente una buona tecnica e grande impegno, non vedevo però un talento esplosivo, come si poteva ammirare in Primavera. Sabato sera si è vistotutto ciò, sia dal punto di vista tecnico, sia per l’intelligenza e la maturità tattica. Maldini è davvero cresciuto tantissimo, sotto ogni punto di vista, pur ricordando che si trattava di un‘ amichevole. Su una cosa, però, credo che siamo concordi: il ragazzo merita una chance, una chance vera. Non deve spaventare la giovane età, soprattutto in un momento in cui il progetto ruota attorno ai giovani. Proprio mentre accogliamo il classe 2000 Tonali, ritengo sia il momento giusto per lanciare un 2001, non per il suo nome, non perché è il figlio del Direttore Tecnico, semplicemente perché lo merita e, soprattutto, perché in squadra avrebbe un mentore come Zlatan Ibrahimovic. I 5 cambi e gli impegni europei, inevitabilmente, porteranno il Milan ad attingere da tutta la sua rosa. La speranza è che, per Maldini, possa essere l’anno del grande salto.

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