di Luigi Matta
Ancora 24 ore e il Milan presenterà il suo nuovo estremo difensore, vale a dire Mike Maignan. L'ex Lille si è già parzialmente presentato con una breve intervista a Milan Tv ma, adesso, arriva la sfida vera. Già. Maignan - soprannominato 'Magic Eagle' come affermato dallo stesso portiere 26enne - non dovrà solo difendere i pali del Diavolo, ma anche quelli della sua stessa reputazione, pronta ad essere messa sotto attacco da un fronte di mormoratori che, dopo aver puntato il dito contro le distorsioni del calcio moderno, ha trovato tutto il machiavellismo necessario ad esaltare la caratura tecnica e non di Gianluigi Donnarumma.
Non che questo possa turbare uno come Maignan, cresciuto nelle difficoltà di una striscia di terra parigina complessa come Villiers-le-Bel. Uno che a 17 anni ha avuto l'ardire di affrontare Zlatan Ibrahimovic in allenamento e affermare: "Sei un attaccante di m....". Lo stesso Ibrahimovic che si appresta ad essere il padre putativo di un nuovo gruppo che, nelle ultime settimane, ha tirato fuori la voce circa l'importanza della coesione e dell'ambizione, soppiantando i malumori silenziosi e infidi di chi la voce la sa tirare fuori solo per vie traverse. Da Kessié a Calabria, attori protagonisti di un'opera rossonera che parte da lontano. Dagli ultimi anni berlusconiani con Mihajlovic nel caso del terzino, dalle mirabolanti cose formali del suo Fassone-Mirabelli nel caso del centrocampista ivoriano.
Uno schiaffo ai dissapori, alle congiure. Una mano ferma, vigorosa, tesa a supporto del Milan. Quasi a ricordare che le eccezioni sono quelli che hanno abbandonato la nave. Tornando a Maignan: il classe 1995 domani si presenterà nella conferenza stampa di rito per i nuovi innesti. Praticamente scontate le domande che lo porranno in un dualismo a distanza con il nuovo estremo difensore del Psg. Magic Eagle è pronto, più di quanto non lo siano i tifosi, conscio che i tiri più pericolosi non arriveranno dall'interno dell'area ma dalle sottili e taglienti parole ben assestate, figlie di un'onestà intellettuale mutevole quasi quanto le dinamiche del calciomercato.
Proprio il calciomercato - come di consueto - è il 'piatto forte' dei malumori o dell'esaltazione. Una settimana fa si parlava di Vlasic e Kaio Jorge prossimi al trasferimento in rossonero. In pochi giorni, la situazione è mutata profondamente: Vlasic è nel mirino dello Zenit, pronto ad assecondare le richieste dei rivali del CSKA, differentemente dalle modalità 'morbide' avanzate dal Milan. Kaio Jorge ha firmato un pre-contratto con la Juventus ed è pronto a passare in bianconero.
Il club di Agnelli discute sui tempi ma, se fossero confermate le indiscrezioni, lo 'scippo' è pronto ad essere servito. Qualcuno storcerà il naso com'è normale che sia. Nessuno sa veramente se Kaio Jorge possa essere un talento del nostro calcio, anche perchè molto dipenderà dallo stesso ragazzo. E innegabile però che, un classe 2002 con un discreto score, poteva essere un'ottima pedina per il Diavolo specie considerando il contratto in scadenza e i costi relativamente bassi. Ma, d'altronde, se non ci si stupisce della rigidità di Maldini davanti ai giochetti d Raiola, non c'è da stupirsi dell'indifferenza dello stesso direttore tecnico davanti alle aste di comodo innescate dall'entourage del brasiliano, prima accordatosi con il Milan poi passato celermente a quella arrivata quarta in classifica in virtù di qualche fiorino in più.
È altrettanto vero che i precedenti 'anticipi' della Juventus sul Milan in chiave mercato - finora - hanno portato ad un ottimo affare solo nel caso di Carlos Tevez, la vera sliding door della storia recente del Milan. Quasi come uno scherzo del destino, lo scatto Juve su Kaio Jorge si è diffuso lo stesso giorno in cui i bianconeri finalizzavano la cessione in prestito al Torino di Marko Pjaca. Un altro giocatore che, ai tempi, aveva stregato Galliani ma che alla fine è approdato in bianconero con un percorso travagliato e contraddistinto di svariati prestiti in giro per la Serie A. Come dimenticarsi di Bentancur, centrocampista nel mirino del Milan, poi prelevato dalla Juventus in virtù di una 'promessa' concordata al momento della cessione di Tevez. Anche Bentancur non può certamente definirsi un rimpianto del Milan.
Ci sono poi le sliding doors slegate dalla Juventus: da Simakan a Kabak, da Sensi a Bakayoko, fino a Robinson. L'operazione Tomori è una via illuminante in tal senso. Sono poche le squadre di Serie A, ad oggi, che si stanno muovendo con modalità differenti dal Milan e con acquisti importanti. Parola d'ordine: pazienza, anche se non è facile perché sondare i giocatori e poi farseli sfuggire dà sempre un certo fastidio, a prescindere dal valore tecnico. La dirigenza del Milan ha le idee ben chiare, più di quanto si cerchi di far vedere o raccontare. E fino al 31 agosto se ne vedranno delle belle.
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