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Che meraviglia a Napoli! Milan da sballo e i teorici mormorano

di LM

Prestazione da sogno, oltre ogni più piacevole immaginazione. Chi, dopo Lille e Verona, era pronto ad assistere al crollo, ha assistito all'esplosione più totale dell'orgoglio di questo gruppo. Le tra sberle francesi, unite allo spavento scaligero, hanno dato i loro frutti. Così come la sosta che, inevitabilmente, ha permesso a tutto il gruppo di tirare il fiato. Napoli-Milan d'alta classifica, inevitabilmente, ha sempre un sapore speciale. Riporta alla mente quegli epici scontri tra Maradona e Van Basten. Il Napoli di un Dio del calcio, contro il Milan dei giganti della storia. Bei tempi.


I valori, nel match di domenica sera, erano decisamente diversi. Così come l'atmosfera, ormai contraddistinta dalle porte chiuse. E succede che, in una magica serata così, il Milan vinca a Napoli dopo 10 anni. Dal colpo di testa di Ibrahimovic che trafisse De Sanctis, a quello di Ibrahimovic che ha superato Meret. Dall'ottava di campionato della stagione 2010/11, all'ottava della stagione 2020/21. 10 contro 11 nel 2010. 10 contro 11 nel 2020. A volte il destino lo fa apposta, mancava solo un gioiello di Lavezzi.


Il Milan vince e fa sognare. L'assoluta immensità di Zlatan Ibrahimovic, risveglia le qualità di un gruppo che, per troppo tempo, è stato schiacciato da problemi societari e gogne mediatiche, talvolta imbastite dagli stessi supporter del Diavolo. I rossoneri non si pongono limiti, ben consapevoli del percorso da intraprendere. Soprattutto, ben consapevoli del punto da dove tale percorso è iniziato e, finalmente, sta iniziando a dare i suoi frutti.


In panchina c'era Daniele Bonera. Ma, niente e nessuno, può mettere in ombra lo splendido lavoro del mister Pioli, nel preparare "a distanza" una partita con infinte chiavi di lettura. Lo ha sottolineato lo stesso Gattuso, a fine partita. Tutti aspettavano lo scontro Kessie-Bakayoko. Pioli è stato più furbo: su Bakayoko ha messo il più dinamico Bennacer, mentre l'ivoriano ha spezzato l'estro di Fabian Ruiz. Lo spagnolo è un giocatore che può accendersi in ogni momento ma che, se marcato a uomo, è costretto a giocare all'indietro, creando un solco profondo nella filiera tra centrocampo e trequarti. Quella trequarti che, il buon Ringhio, ha riempiti di folletti terribili come Lozano, Insigne, Politano e Mertens.


Palla all'indietro. Chi c'è dietro? Manolas e Koulibaly. Pioli ha forzato il pressing sul senegalese, affinché la "prima fase" fosse affidata solo all'incerto Manolas e a Meret che, nonostante l'immenso talento, non ha (ancora) i piedi Ospina. Pioli, inoltre, conosceva bene le difficoltà del Milan sulle palle inattive, nonché sulle palle alte in generale. Ben conscio della carenza di "centimetri" dell'avanguardia partenopea, ha concesso i cross dalle fasce (24, ndr), affinché non ci fosse mai penuria di uomini nel blocco centrale, quello dove, il fraseggio dei trequartisti di Gattuso, poteva davvero fare male.


Capolavoro tattico, talento immortale di Ibrahimovic. Cosa manca? la stupenda "prima volta" di Jens Petter Hauge, sempre più nel cuore dei tifosi del Diavolo. Gol meraviglioso, innescato da un fuoriclasse come Bennacer. Il norvegese ha sfidato Manolas, lo ha superato e, con un tocco di pura eleganza, ha depositato il terzo pallone alle spalle di Meret. Il ragazzo merita più spazio. Il ragazzo merita di scrivere una storia memorabile, con i colori del Milan.


Una notte perfetta, o quasi. Infatti, l'infortunio di Ibrahimovic ha purtroppo rovinato la pièce teatrale dei rossoneri, al San Paolo di Napoli. Consoliamoci. Il Milan vola a 20 punti, mantiene la testa della classifica e, nonostante, l'infortunio del suo uomo simbolo, si accinge ad un tour di campionato più agevole di quello appena superato, almeno sulla carta. Guai a sottovalutare gli avversari ma, se c'è un momento per dare un'ulteriore accelerata alla corsa, è questo. Senza Ibrahimovic, il Milan è chiamato ad un'ulteriore prova di grande maturità. Si parte già da giovedì, dal Lille. Dagli unici che, in questa stagione, sono riusciti a dominare il Milan. Non sarà facile. Per niente.


Il Milan vince e, inevitabilmente, torna a dimostrarsi una squadra credibile. Quindi, come prevedibile, si alza il chiacchiericcio dei "teorici". Tra campionato ed Europa League, i rossoneri hanno mandato in gol ben 11 marcatori ma, qualcuno, dice che questa squadra, senza Ibrahimovic, non sarebbe neppure da primi quattro posti. Qualcuno azzarda la fantasiosa ipotesi che il Milan vinca, solo ed esclusivamente, grazie alle "Porte chiuse". Già, si sa che le altre 19 squadre di Serie A giocano con lo stadio sold-out. Qualcuno parla di campionato strano, in cui il Milan si avvantaggia della situazione generale cagionata dal Covid. Come dargli torto, è risaputo che il Milan è una squadra Covid-free. Qualcun altro parla di arbitri, di eccessivo vigore non sanzionato agli uomini di Bonera. Peccato che, però, è sul pullman del Milan che sono saliti un giocatore senza un dente, e un altro con una distorsione alla caviglia.


È il gioco delle parti. Si accetta, ci mancherebbe. Il sale dello sport. Ormai è di uso comune l'espressione "Chi vince esulta, chi perde spiega", ripresa anche dal mister Pioli. Però, preferisco chiudere con Luciano Manara, combattente del Risorgimento Italiano. "Diffida da chi parla poco, e dal vento. Entrambi scompigliano la testa". Ad Maiora A.C. Milan!





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