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Milan formato 'Gran Torino'. Una rinascita da sogno, ora chiudere il cerchio.

di LM

Sette. Gli anni che il Milan non torna in Champions. Sette, come i gol rifilati al malcapitato Torino di Davide Nicola. Sotto il cielo di Torino, quel cielo e quello stadio che nel 2019 tanto ci furono ostili. Era l'8 aprile 2019 per la precisione. Il Milan - guidato da Rino Gattuso - affondava sotto i colpi di Belotti e Berenguer e vedeva le sue speranze Champions sgretolarsi. Addirittura, quella sera, il Torino batte il Milan dopo 18 anni, agganciandolo al quinto posto in classifica e, a fine anno, l'esclusione dei rossoneri dalle coppe europee aprì le porte dell'Europa League proprio ai granata al tempo allenati da Walter Mazzarri.


Un cerchio che parte da Torino, in quella stagione che sembrava quella giusta per il ritorno sul palcoscenico europeo, ma tutto sfumò. Da Torino a Torino. In tre giorni il Diavolo segna 10 gol all'ombra della Mole Antonelliana e si rilancia con veemenza nella corsa Champions League. Il festival del gol con protagonisti Theo Hernandez e Rebic, autori rispettivamente di una doppietta ed una tripletta. Nel mezzo la 'rivincita' di Kessié dagli undici metri e la conferma di un Brahim Diaz in versione 'uomo della provvidenza', decisivo in questo finale di stagione.


La gioia sale ma la vera sfida e lasciarla lì. Ora arriva il Cagliari, sfida da non fallire come tutte quelle che sta affrontando la squadra di Stefano Pioli. I tifosi rossoneri - in preda all'euforia - hanno iniziato a fare conti e stilare tabelle. Combinazioni disparate che coinvolgono i risultati di Atalanta e Juventus. La squadra è concentrata e sa che, i primi a non dover sbagliare, sono proprio loro. Si parlava di un cerchio da chiudere e, se quello con il Torino può considerarsi chiuso ieri, quello Champions ha ancora bisogno di uno sforzo. La meta è lì, ambiziosa e scintillante come la veste del Milan delle ultime tre partite: 10 gol fatti, 0 presi. 9 punti mai in discussione.


Contro il Cagliari non c'è tempo per guardare le tabelle. Possono bastare tre punti, può bastarne uno. In base ai risultati del sabato, si può anche andare in Champions senza giocare, oppure si può vincere e non essere ancora certi. Insomma, le tabelle agli analisti. L'euforia ai tifosi e il coraggio alla squadra. Non ci sono calcoli da fare. Bisogna solo vincere ed essere grandi. Bisogna dimostrarlo, come non è stato fatto in precedenza ma come si sta facendo ora. Per regalarsi un ritorno in grande stile, un ritorno atteso da sette anni, un ritorno da Milan, con quel sette stampato sulla spalla a ricordarci chi siamo e cosa dobbiamo tornare ad essere, con i sacrifici che impongono certi obiettivi. Avanti tutta, per una gioia che tutti meritiamo.

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