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MILAN-INTER 3-0 (2010-11)

  • Immagine del redattore: fabrizio.perotta
    fabrizio.perotta
  • 5 nov 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

È la stagione dell’ultimo scudetto rossonero, ormai risalente a due lustri fa.

L’Inter si presenta al derby con il tricolore sul petto, in una sfida certamente decisiva e che i Soloni del pronostico profertizzano come la partita del sorpasso. L’inopinata sconfitta al Barbera di Palermo certifica infatti un momento di grande difficoltà della capolista mentre i Nerazzurri, dopo qualche incertezza iniziale, ormai da mesi sembrano avere imboccato la via maestra.

Ibra è squalificato dopo la sciocca reazione contro il Bari così i Rossoneri presentano un attacco tutto brasiliano con Robinho e Pato. È però un altro loro connazionale il vero protagonista di giornata e siede sulla panchina dell’Inter: Leonardo Nascimento de Araujo, per tutti semplicemente Leonardo.

Arrivato al Milan nella difficile stagione 1997-98, quella della fallita restaurazione di Fabio Capello, conquista i tifosi per l’eleganza e signorilità dimostrata prima in campo, poi come dirigente (a lui, tra l’altro, si deve l’arrivo a prezzo di saldo della giovane promessa Kakà) ed infine come allenatore (nell’annata precedente).

Divergenze di vedute portano però allo scontro con Berlusconi ed è tale il suo carisma che in occasione della partita di addio (uno scintillante Milan - Juve 3-0) lo stadio si schiera per la quasi totalità contro il Presidente. La popolarità del ‘buon’ Silvio nell’ultimo periodo non è certo ai massimi storici: i tifosi lo accusano infatti di un certo disimpegno, in primis economico, però è una presa di posizione comunque sorprendente, alla luce dei traguardi che la squadra ha raggiunto sotto la sua guida. In particolare le otto finali di Champions League, con 5 indimenticabili vittorie, rimarranno un primato difficilmente eguagliabile e non solo nella storia rossonera ma in senso assoluto.

La prima risposta di Berlusconi a questa contestazione, per certi versi ingenerosa, arriva nel mercato estivo con l’ingaggio di uno dei pochi top player in circolazione: Zlatan Ibrahimovic. Leonardo intanto tace, rilasciando saltuarie dichiarazioni in cui accusa il presidente di eccessiva vanità.

È la vigilia di Natale quando, in una sorta di paradosso temporale religioso, si consuma, improvviso, il grande tradimento.

Leonardo è il nuovo allenatore dell’Inter.

A soli sei mesi dalla dimostrazione d’amore di un popolo, novello Narciso rinnega i suoi colori per vivere quello che a dir poco incautamente definisce un sogno.



La Curva Sud realizza una coreografia spettacolare riproducendo “L’ultima cena” e il famoso tradimento di Giuda. Il fatto che il dipinto sia opera proprio di Leonardo Da Vinci sembra uno strano scherzo del Dio del Calcio.

Quando le squadre scendono in campo, San Siro è una polveriera che esplode dopo nemmeno un minuto di gioco. Pato alla prima azione d’attacco porta in vantaggio il Milan.

La partita si rivela davvero vibrante con diversi capovolgimenti di fronte: Abbiati salva il risultato in un paio di occasioni e poi è sempre Pato procurare l’espulsione di Chivu, segnando il raddoppio pochi minuti dopo. Il terzo gol di Cassano suggella, quindi, una serata da incorniciare che vuol dire virtualmente diciottesimo scudetto.



In un tripudio di bandiere rossonere e cori di scherno intanto il traditore sconfitto, maschera inespressiva, lascia il campo a capo chino perché “La superbia andò a cavallo e torno’ a piedi” (detto popolare).

Il Milan è campione d’Italia - 18 -.





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