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  • Immagine del redattorefabrizio.perotta

MILAN-LAZIO 1-0 (1998-99)


Nel posticipo serale, addi’ 22 novembre 1998, Il Milan di Zac, reduce da risultati alterni, affronta la grande favorita al titolo: la Lazio di Sven Goran Eriksson.

I Biancazzurri, a causa di molti infortuni, non attraversano un grande momento. Sono comunque una corazzata e lo dimostreranno puntualmente guadagnando la vetta della classifica per mantenerla sino alla penultima giornata.

Questo incontro risulterà decisivo per la vittoria dello scudetto anche se al momento nell’ambiente rossonero si vive alla giornata e per tutti non è altro che un importante test contro una grande squadra.


Curva Sud


Gli spalti, a dire il vero, non sono gremiti. Una leggera nebbiolina incombe infatti su San Siro e la grande umidità penetra nelle ossa dei presenti come solo la ‘scighera’ milanese riesce a fare.

Il Milan si schiera con l’abituale 3-4-3, il marchio di fabbrica di Alberto Zaccheroni. Nella rotazione degli interpreti d’attacco presenta l’insostituibile Oliver Bierhoff mentre sulle fasce ci sono Gerge Weah e Maurizio Ganz.

Proprio Ganz colpisce subito una traversa clamorosa mentre Il bomber tedesco incappa in una serata davvero negativa (per fortuna una delle poche nella stagione) fallendo diverse occasioni. Ha anche la sfortuna di trovarsi in posizione di fuorigioco su un tiro di Weah, portando all’annullamento della rete.

Mi sembra di sentire il grande e mai troppo compianto Beppe Viola dire, con la sua inimitabile arguzia, che Bierhoff in questa partita è davvero il primo difensore della Lazio.


King George inseguito da Almeyda

Zaccheroni, cercando nuove soluzioni, manda allora in campo Leonardo. Non volendo alterare troppo gli equilibri dell’attacco, mantiene però la punta centrale sostituendo il pur più brillante Ganz che, non molto felice della scelta, viene ritratto dalle telecamere mentre proferisce il più classico insulto italico (Chinaglia docet).

Leonardo, sempre affetto da una fastidiosa pubalgia sfiora subito il gol: il suo esterno pero attraversa tutta la porta per spegnersi sul fondo.

La stanchezza inizia intanto a farsi sentire nelle gambe dei rossoneri e la Lazio con Mancini va vicino al gol beffa.

Complice il grande freddo, gli spalti iniziano a svuotarsi. Solo la Curva continua a cantare senza soluzione di continuità, spingendo i Ragazzi all’ultimo sforzo.

L’inesauribile George Weah si invola sulla fascia sinistra, arriva sul fondo e crossa rasoterra per Leonardo che impatta alla perfezione con un sinistro al volo di rara precisione.

1-0 Milan al secondo minuto di recupero.

L’esultanza è di quelle da ricordare con la Sud che frana verso il campo come le migliori curve argentine. Un risultato davvero sofferto e la cui importanza verrà appieno compresa solo alla fine della stagione quando quelle incredibili sette vittorie consecutive ci regaleranno uno scudetto tanto imprevisto quanto esaltante.

Dalla nebbia di San Siro al Renato Curi di Perugia: il Milan è campione d’Italia per la sedicesima volta.



La Gazzetta dello Sport del giorno dopo

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