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  • Immagine del redattore@VarBasten93

Di Bello, due rigori complicati in una gara difficilissima.

Marco Di Bello dalla Sezione arbitri di Brindisi sta crescendo incredibilmente come arbitro nel panorama italiano.

Il modo migliore per presentare il fischietto pugliese è elencare i vari big match arbitrati in stagione:



Il livello della gara Milan - Lazio era sicuramente elevato, ancora una volta la scelta del designatore Rizzoli si è riversata verso l'uomo più in forma del momento. Accompagnato al VAR dal TOP mondiale IRRATI.


Questa duplice scelta, come ovvio che sia, ha indirizzato la gara e la valutazione sui vari episodi.


Al 15 del 1 Tempo, Di Bello vicinissimo al punto di contatto indica un calcio di rigore per un'infrazione del difensore laziale Patric nei confronti di Rebic.

Qual è l'infrazione riscontrata? Data la non immediata ammonizione e le proteste subito placate da parte dei giocatori della Lazio il tocco di mano è da escludere (sarebbe stata automatica l'ammonizione dato il tiro nello specchio intercettato).



Qui si entra nella consueta discussione se un intervento falloso debba essere ritenuto tale anche dopo l'effettiva conclusione dell'attaccante.

Ebbene, il regolamento non prevede una lettura della situazione in base all'effettivo tiro effettuato o meno. Negli anni si sta passando sempre di più alla decisione di prendere in considerazione scivolate, colpi o falli avvenuti dopo l'effettivo tiro in porta (o passaggi).

Per questo motivo non si può giudicare la scelta di Di Bello errata e il check al VAR conferma questa lettura.

La verità è che molto probabilmente l'arbitro sia partito con l'idea di punire il fallo di mano (che in verità non c'è) poi l'imprudenza di Patric nel travolgere Rebic ha ancor di più avvalorato la scelta del calcio di rigore ed ha indirizzato Di Bello su questa motivazione per punire il difensore della Lazio: quindi Irrati al VAR non è intervenuto e il difensore non è stato ammonito.

Per quanto riguarda l'ammonizione ci sarebbe potuta stare anche per l'intervenuto in scivolata con elevata vigoria e imprudenza.


Al minuto 25 del 1 tempo l'episodio più strano ma anche grave della serata: in una situazione dove obiettivamente nessuno aveva visto o percepito nulla (calciatore della Lazio colpito a parte) il VAR Irrati decide di richiamare alla OFR (On Field Review) l'arbitro.




Decisione assolutamente discutibile in quanto, nonostante sia vero che Di Bello non fosse in controllo della situazione, è comunque vero che non sembra parlarsi di Chiaro ed Evidente Errore. Il contatto c'è (è comunque opinabile la scelta di ritenere tale contatto falloso) ma non si può confondere quella che è una disamina da moviola con quelli che devono essere lo spirito e la logica dell'utilizzo dello strumento VAR.

Fondamentale sarà capire come Rizzoli e i vari dirigenti tecnici dell'AIA valuteranno questa fattispecie (lo si capirà dalle prossime designazioni in mancanza di comunicazioni ufficiali).

Ovviamente richiamato al VAR un qualsiasi arbitro non può sottrarsi dal decretare il fallo e conseguente calcio di rigore perché le immagini non restituiscono in pieno quelle che sono dinamiche, intensità e malizia dei calciatori: elementi che dovrebbero sempre rimanere nel giudizio sensibile dei direttori di gara in campo, nel buon e cattivo esito.

Per rafforzare questo concetto basti pensare ad un qualsiasi calcio d'angolo e a tutti i contatti (tarttenutine, spintarelle, prese di posizione, eventuali pestoni) e cosiderare una OFR e successivi calci di rigore: ce ne sarebbero a dozzine in ogni partita.



Per il resto della gara non si può dire che l'arbitro non l'abbia diretta bene, il livello era altissimo l'agonismo incredibilmente elevato i ritmi elevati e i capovolgimenti ripetuti.

Ha provato a lasciar giocare tanto, rischiando parecchio sia di innalzare i toni della gara facendola sfociare in inutili nervosismi sia nel non riuscire a tenere la stessa linea per tutta la gara e risultare incoerente.


Solo verso la fine della gara ha iniziato a fischiare di più ma per una gara del genere è da considerare anche il fattore stanchezza e perdita di lucidità da parte dell'atleta Di Bello.

D'altronde come tutti gli altri atleti in campo, ad esclusione di Theo Hernadez, lui no, lui non si stanca mai.



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