di LM
Rieccoci qua. Dodici giorni fa veniva annunciata la ripresa delle competizioni calcistiche nel bel paese e ora ci siamo davvero. Come ben noto, si ripartirà dalla Coppa Italia e da quella semifinale di ritorno che vede impegnate Juventus e Milan; il match inizialmente previsto per sabato 13 giugno, è stato anticipato a venerdì 12. Non è ancora stato indicato l’orario di inizio, in quanto, l’attuale decreto in vigore vieta ogni tipo di manifestazione sportiva fino al 14 giugno e, pertanto, è necessaria una deroga dagli organi del Governo prima di poter ufficializzare gli orari, sia per quanto riguarda Juventus-Milan che per l’altra semifinale: Napoli-Inter. Insomma… Quella cara e sempre fedele burocrazia che in Italia non guasta mai.
La Rai ha fatto sapere che dalle 19:30 è previsto un ampio pre-partita su Rai Sport HD, che culminerà con il vero e proprio collegamento dal campo alle 20:30 su Rai 1, dunque, possiamo verosimilmente aspettarci un “canonico” inizio del match indicativamente per le ore 21:00.
Si riparte dal controverso 1-1 della gara d’andata datato 13 febbraio c.a., quando Cristiano Ronaldo riacciuffò i rossoneri al 91’ su calcio di rigore, al termine di una partita che nel complesso aveva visto gli uomini di Pioli destreggiarsi granché bene al cospetto della compagine bianconera.
Il lockdown non ha fatto dimenticare le polemiche post-partita ma, indubbiamente, ha leggermente assopito gli umori attorno ad una competizione che, dalle parti di Casa Milan, ha un valore decisamente più elevato di quanto non abbia nell’ambiente Juventus.
Scorgendo tra le anime del popolo milanista, è palpabile lo scoramento dovuto a fattori di svariata natura: innanzitutto la situazione generale che vede tutti noi italiani in fase di “risalita”, dopo il duro colpo che il Covid-19 ha inflitto alla nostra quotidianità, nonché alla percezione di ciò che ha primaria importanza nella vita di tutti noi; poi ci sono le ormai celebri modalità con cui questa stagione è stata “riattivata”, con un nuovo elemento pronto ad alimentare ancor più il fuoco della polemica che serpeggia in gran parte del tifo nostrano: l’algoritmo… ma lo vedremo più avanti.
Infine c’è la solita, boriosa e sistematica situazione in cui il Milan aleggia costantemente negli ultimi anni, ossia, una nuova rifondazione che di fatto rende tutti gli attuali protagonisti del Diavolo utili ma non indispensabili, su tutti il suo allenatore Stefano Pioli, ostacolato oltremodo dalle pesanti assenze a cui dovrà far fronte nella preparazione di questa delicatissima sfida.
Risulta difficile biasimare chi si avvicina a questo incontro con una carica emozionale del tutto differente, rispetto a quella che ha portato al sold-out della gara d'andata disputatasi tra le mura di San Siro. Neppure la lontananza dal calcio ha procurato, ad oggi, un effetto di riavvicinamento passionale verso questa sfida, tuttavia, è opportuno ricordare che da sempre e per sempre, Juventus-Milan è un vero e proprio Clásico della tradizione calcistica italiana, al di là della classifica, al di là del rendimento, al di là di ogni cosa.
Inutile negarlo: le possibilità di accedere alla finale che si disputerà appena quattro giorni dopo sono ridotte ma, nel calcio come nella vita, non si può mai sapere, specialmente in un contesto così confuso e inusuale.
Parola d’ordine: fiducia! o speranza! oppure crederci! Lascio scegliere a voi ma vi consiglio di non affidarvi ai numeri, difatti, la Juventus non perde in casa contro il Milan in Coppa Italia da ben 35 anni, vale a dire, dal lontano 1985.
Affidiamoci all’imprevedibilità del calcio che, si sa: non è una scienza esatta, anche se in settimana ha fatto irruzione nel calcio italiano un nuovo protagonista della discordia citato poc’anzi. Parliamo di un elemento che ha molto a che vedere con la scienza, o meglio, con la matematica: il famigerato algoritmo.
L’algoritmo è stato approvato dalla FIGC come sorta di “ultima spiaggia” che non assegnerebbe lo scudetto ma cristallizzerebbe la classifica, qualora non si riuscisse a riprendere la competizione o nel caso in cui ci si trovi costretti ad interrompere nuovamente il campionato, un “Piano C” come è stato definito da più testate, dato che il “Piano B” consiste nei play-off e play-out, anch’essi approvati dal Consiglio Federale.
La Lega Calcio si è espressa ampiamente a sfavore di questo strumento e aveva proposto il blocco delle retrocessioni, misura ampiamente bocciata negli uffici federali.
Solito caos, solite incertezze e soliti scontri, con la sensazione che ci sarà ancora molto da vedere… purtroppo.
Al termine della riunione tra FIGC e Lega Calcio, il presidente Gravina ha rilanciato quello che ormai è il nostro motto preferito: “Ha vinto il Calcio!”
Forse la stanchezza dai tanti impegni ha procurato un piccololapsus al suddetto presidente federale, difatti, sarebbe stato più corretto dire: “Ha vinto il Calcio… maschile”. Già… perché se in Serie A l’algoritmo sarà eventualmente adottato come strumento di ultima istanza, lo stesso non vale per le ragazze del pallone il cui campionato è stato ufficialmente concluso, lo scudetto non è stato assegnato e l’algoritmo ha decretato la forma della classifica finale: Juventus e Fiorentina in Champions League, Orobica e Tavagnacco retrocesse in B, Napoli e San Marino promosse in Serie A.
Neanche a farlo apposta chi ci ha rimesso è stato il Milan: le ragazze di Maurizio Ganz erano seconde a pari punti con la Fiorentina ma l’algoritmo ha infranto il sogno europeo mandando le Viola in Champions al loro posto. Un duro colpo che, per uno scherzo del destino, potrebbe colpire anche gli uomini rossoneri, difatti, ad oggi l’eventuale cristallizzazione della classifica penalizzerebbe il Milan più di chiunque, cagionando la perdita di ben due posizioni in classifica e contestualmente infrangendo un altro sogno europeo ben più modesto: il piazzamento valevole per l’Europa League.
È curioso se ci pensate: nel momento in cui ci si è seduti attorno ad un tavolo per far ripartire il calcio italiano, è stato bloccato uno dei pochi movimenti(il calcio femminile, ndr) in forte espansione del calcio italiano stesso, dopo tutto, non è che il calcio debba proprio vincere sempre… prendiamone atto…
Dopo questo excursus tra i vertici del calcio italiano, torniamo dalle parti di Casa Milan: la settimana si è aperta con uno strano caso e con un nuovo interrogativo pronto a scaldare gli animi del popolo rossonero. Partiamo dallo strano caso che riguarda Ismaël Bennacer: lo scorso mercoledì, si è diffusa tra tutte le testate più autorevoli la notizia di un presunto contatto tra il centrocampistaalgerino del Milan e il tecnico del Manchester City Pep Guardiola, contatto che, secondo più voci, aveva già avuto esito positivo grazie all’esistenza di una clausola rescissoria da 50 milioni di euro nel contratto del giocatore. La notizia è stata proposta e riproposta per tutta la giornata, assumendo quasi i contorni di una trattativa già conclusa e ufficializzata eprovocando non pochi malumori tra il popolo rossonero.
Dopo qualche ora sono emerse altre indiscrezioni che volevano anche il già interessato Psg pronto ad una sfida per strappare Bennacer al City, dunque una sfida a due! Anzi no, ventiquattro ore dopo ecco che anche il Real Madrid pareva interessato ad inserirsi nella sfida di mercato e il povero Milan ormai rassegnatoa perdere il suo giovane classe ’97.
Tre giorni dopo il dietrofront generale, infatti, la clausola rescissoria tanto quotata dai media pare che valga solo dal 2021, dunque nessuna partenza imminente, nessuna plusvalenza fast, nessun addio. Nulla. Eppure questo “nulla” ha tenuto banco per più giorni veicolando l’ennesimo attacco al Milan e alla programmazione della sua proprietà targata Elliott, lasciando ancora una volta tutti stupiti, sia dall’ennesimo polverone giornalistico in completa sproporzione tra verità ed eco mediatico, sia dal reiterato silenzio dei vertici del club.
Accantoniamo la questione Bennacer e sveliamo il secondo piatto forte della settimana: Thiago Silva.
Nella giornata di ieri il noto giornale transalpino L’Équipe, ha letteralmente “sganciato la bomba” sul tifo rossonero, infatti, stando a quanto hanno riferito, pare che Thiago Silva non rinnoverà con il Psg e lascerà il club al termine della stagione. Dalla pubblicazione della notizia si è subito innescato un effetto nostalgia tra i tifosi del Milan, specialmente considerando che una prerogativa del prossimo mercato sarà quella di trovare un partnerdifensivo da inserire al fianco del capitano Alessio Romagnoli.
Non me ne vogliano i tifosi e non me ne voglia Thiago Silva ma, in tutta onestà, non credo che il Milan dovrebbe percorrere questo sentiero di mercato. Tutti abbiamo amato quello che è stato, a lunghi tratti, il centrale di difesa più forte in Europa ma, rivedendo le partite di questa stagione del Psg, sembra che il tempo sia passato inevitabilmente anche per “Thiago Re” e che, considerando anche l’alta onerosità del suo ingaggio percepito, si rischi di cadere in un’operazione nostalgia che può rivelarsi pericolosa e dannosa per il Milan e per la sua programmazione.
È opportuno ricordare che Thiago Silva non è Zlatan Ibrahimovic, sia per il ruolo che per il carisma che, in ogni caso, non è bastato neppure a Zlatan per evitare sconfitte dolorose come quella del derby di ritorno(2-4, ndr). Credo che il Milan debba seguire una linea di ricostruzione con nuovi volti giovani e di talento, perché creino le basi per una nuova epoca senza cadere nella bizzarra tentazione di ricostruire rose ammirate negli anni passati.
La storia non si cancella e nessun milanista smetterà mai di amare eroi vincenti come lo è stato Thiago Silva ma quella storia è stata scritta, è ora che il Milan cerchi di scriverne una nuova che in comune abbia solo quel DNA di successo, non i suoi interpeti.
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