di LM
E si chiude così, tra l'orgoglio e la soddisfazione. Che squadra, che settimana. Che 2020. Ci lasciavamo a poche ore dal match con il Genoa, in cui il Milan perdeva altri due punti sull'inseguitrice Inter. Poi la settimana dei guai: Ibrahimovic torna ad allenarsi ma, sventuratamente, è costretto ad un altro stop. Rebic salta il match con il Sassuolo, Kjaer e Bennacer non recuperano. Contro il Genoa è mancato anche Theo Hernandez, per via di un affaticamento. Dietro ai rossoneri, l'Inter "soffia forte" e non lascia più neppure un punto. La tavola era apparecchiata, già da prima del Sassuolo. Primo piatto a base di sorpasso in salsa nerazzurra, con dessert finale di rimpianti, certamente non per la stagione ma, perché, diciamocelo apertamente: quando ti passa avanti l'Inter, l'amaro in bocca resta.
La piacevole cena dei rivali, però, salta definitivamente. A Reggio Emilia bastano sei secondi a Rafael Leao, per depositare in rete il pallone dell'1-0. Un approccio forte, veemente, con un messaggio chiaro: "Se volete superarci non sarà una passeggiata". Poi Saelemaekers faceva 2-0, dopo una scorribanda letale di Theo Hernandez. L'usuale sofferenza finale con l'1-2 di Berardi, perché, per questo Milan, ogni risultato passa da sacrificio e, inevitabilmente, capacità di rimanere compatti in nome del gruppo e della voglia di non fermarsi.
Poi ieri sera. Una settimana di apprensione, di paura prima di arrivare al match. Arriva a San Siro una Lazio in forma, reduce dal bel successo per 2-0 sul Napoli. Il Milan è ridotto ai minimi termini, recuperando perlomeno Tonali e Rebic. Stavolta gli avversari non ti concedono il vantaggio dopo sei secondi ma, il Milan, sa bene quello che vuole, quindi l'approccio è di quelli forti e rabbiosi, differentemente dalle due prove esibite contro Parma e Genoa. Quindi il vantaggio arriva al decimo minuto, da una situazione storicamente avversa ai rossoneri: la palla inattiva, il calcio d'angolo. Rebic svetta e segna 1-0. 7 minuti più tardi, è ancora il Milan a colpire su calcio di rigore, con il primo gol in questa stagione di Serie A di Hakan Calhanoglu.
La Lazio, però, come prevedibile, non è venuta a San Siro per fare lo sparring partner della rivelazione di questo campionato. I biancocelesti alzano i ritmi, trovano un rigore al 26' e Luis Alberto pareggia sulla ribattuta, dopo che Gigio Donnarumma aveva ipnotizzato Immobile dagli undici metri. La Lazio alza i ritmi e, per lunghi tratti del match, schiaccia il Milan che, inizia davvero a sentire i dolori della stanchezza. I rossoneri, però, sanno soffrire e, nel finale, complice l'uscita dal campo dei due perni Immobile e Milinkovic-Savic, rialzano la testa, ritrovano il vantaggio con Theo al 92' e tornano in cima alla classifica. Sorpasso? La dico in romano: "Famo n'artra volta".
Dai cinque gol di Bergamo il 22 dicembre 2019, alla vetta solitaria della classifica il 23 dicembre 2020. Una rinascita, un anno incredibile. Un Milan tornato dove gli compete e, tocca riconoscere che, la tenacia dell'Inter sta rendendo questa sfida meravigliosa, oltre al tifo personale. Milano torna protagonista. Il Milan torna grande e ora che 2021 sarà? Il Milan è da scudetto? Sì. Lo è. Inutile girarci attorno e sottrarsi alle proprie qualità. Non è da grandi, come grande è il Milan. Il fatto di essere da scudetto, non significa che sarà vinto. Ma il Milan, ora, con l'obiettivo quarto posto come "obiettivo primario", può sedersi al tavolo delle grandi e puntare al bottino massimo. Finalmente.
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