di LM
Ripartiti in Coppa Italia, ripartiti anche in Serie A. Una ripartenza decisamente diversa finalmente: un perentorio 4-1 in trasferta che, dalle parti di Casa Milan, non si vedeva da tempo. Infatti l’ultimo successo away con quattro reti a referto è datato 30 settembre 2018: si giocava Sassuolo-Milan. Quella sera Castillejo “chiuse” virtualmente il match, segnando il momentaneo 3-0; lunedì sera invece lo spagnolo l’ha sbloccato, dando il via ad un bel “cappotto” che, Valeri a parte, ha sottolineato la superiorità dei rossoneri fin dal primo minuto di gioco. Tante attenuanti per il Lecce, così come per tutte le squadre che ricominciano adesso, dopo circa tre mesi di stop. I giallorossi pre-Covid non erano una squadra semplicissima da affrontare, tra le loro mura e non: tra gennaio e febbraio, i salentini si distinsero per l’ottima prova casalinga contro l’Inter, in piena corsa per la vetta della classifica(1-1, ndr), così come per la grande vittoria in casa del Napoli per 3-2. Però come ha sottolineato il tecnico Stefano Pioli nella conferenza pre-partita: “Inizia un altro campionato”, un campionato “breve” che Pioli vuole concludere nel migliore dei modi, cercando di trasmettere serenità, la stessa serenità che ha eccezionalmente accompagnato il Milan in questa settimana, la stessa serenità con cui Pioli ha “simpaticamente” replicato a chi, nuovamente, lo ha posto di fronte alla sagoma di Rangnick, dunque, quella serenità con cui Pioli conferma ancora una volta la sua fama di normalizzatore.
Si sa: la squadra è la proiezione del proprio allenatore, mai come lunedì sera il Milan ha suffragato questa tesi: i rossoneri non sono stati sempre brillanti nelle giocate, tuttavia, lo sono stati nelle idee e nella compattezza, mostrando una tranquillità che, è innegabile, attendevamo a lungo. La stessa tranquillità che ha permesso di andare oltre un vero e proprio strafalcione arbitrale, rimettendo il match in discesa, appena sessanta secondi dopo il pareggio del Lecce. La squadra è poi riuscita a dilagare, capitalizzando al meglio le occasioni create, contro un Lecce ben diverso da quello di gennaio-febbraio.
Non si può che sperare che questa serenità accompagni il Diavolo fino al termine di questa strana stagione. Purtroppo, appena ventiquattro ore dopo il successo in terra pugliese, ci ha pensato subito qualcuno a “mettere pepe” in questa fin troppo anomala serenità dell’ambiente rossonero: Gordon Stipic. Chi? Sì lo so, è una new entry. Parlo del procuratore del numero 10 Hakan Çalhanoglu, l’agente ha affermato a TMW: “Tutti sanno che il suo contratto è in scadenza nel 2021, non ho ancora parlato col Milan. Io e Hakan abbiamo grandi ambizioni, il suo obiettivo è giocare in Champions League, non lo nascondo. Il ragazzo è felice al Milan, sente la fiducia di tutti. Ovviamente, però, ci sono anche le ambizioni individuali”
Non la definirei una doccia fredda e, almeno per il momento, nemmeno una “grana” ma, senz’altro, può considerarsi l’ennesimo tentativo di alzare la pressione, o meglio, di sollecitare con forza un club che, ancora una volta, sarà impegnato in una folta riprogrammazione. I rumours finora hanno sempre indicato Çalhanoglu come un perno della prossima rifondazione targata Rangnick e, effettivamente, il turco ha ricominciato da tempo a rendersi importante. Lo si è visto anche nel match di lunedì sera(2 assist, ndr), dopo una stagione 2018/19 all’insegna dell’incompletezza, così come accaduto all’inizio dell’attuale 2019/20. Verrebbe da chiedersi dove fosse il signor Stipic in quei momenti di flessione e, considerazione personale: verrebbe da domandare a lui e, ad alcuni suoi colleghi, quale ragionamento li porta a scindere i mancati raggiungimenti degli obiettivi collettivi dalle prestazioni individuali degli assistiti. Magari un giorno ce lo diranno, anche se in realtà la risposta forse la sappiamo già…
Torniamo al campo: domenica 28 i rossoneri saranno impegnati a San Siro contro la Roma: sarà un vero e proprio scontro diretto per l’Europa League: gli uomini di Fonseca, considerando un’eventuale vittoria contro la Sampdoria, distano potenzialmente 9 punti, dunque, è fondamentale che i rossoneri riescano a vincere questa gara, in un momento in cui l’ambiente Roma, di contro, sta affrontando la più grande crisi interna della sua storia recente, tra mancate cessioni societarie, inquietanti quadri finanziari e sospensioni dei suoi dirigenti(Petrachi, ndr). Sicuramente è il momento migliore per colpire i giallorossi della capitale. Batterli per proseguire in quest’ultima corsa che è rimasta al Milan.
La vittoria di lunedì sera è stata purtroppo rovinata: è giunta infatti la notizia della scomparsa di Pierino Prati, un gigante della storia del Milan.
Il direttore di Milan TV Mauro Suma ha ricordato di come, curiosamente, il destino abbia fatto combaciare la sua triste dipartita, proprio con l’avvicinamento al match tra Milan e Roma: le due squadre, più di tutte, nel DNA di “Pierino la Peste”.
La mia età non mi ha concesso la fortuna di vivere i suoi anni in rossonero ma, non mi ha impedito di leggere delle sue gesta con i nostri gloriosi colori. Non mi ha dunque impedito di rendere onore al primo calciatore italiano in grado di segnare una tripletta in una finale di Champions League, nonché ad un centravanti che lascia nelle nostre memorie 102 reti in 209 partite, che ha contribuito alla conquista di un campionato da capocannoniere(1967-68, ndr), 2 coppe Italia, 2 Coppe delle Coppe, una Champions League e una Coppa Intercontinentale. Dunque la Milano calcistica perde in pochi giorni due colonne portanti della sua storia: Prati dopo Mario Corso, venuto a mancare nella giornata di venerdì 19. Due simboli incancellabili dei trionfi di Milan e Inter, nonché stendardi di un’era calcistica che oggi non esiste più. Onore a loro.
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