di LM
Fiato alle trombe. Fuoco a volontà. Ci si aspettava di parlare di calcio ma no. Non scherziamo. Perché non ravvivare il dialogo con una bella serie di statistiche sui rigori? A inizio novembre scrivevo che, chi era abituato bene, iniziava a rumoreggiare. Dopo il match con il Napoli, risalente a fine novembre, parlavo di teorici che mormoravano, fino ad arrivare ad appena una settimana fa, quando esponevo quello che, al mio modesto e sindacabilissimo giudizio, pareva un processo di deviazione dei meriti. Beh, che dire. Si è andati un cicinin oltre. Oggi è mercoledi, sono passate 48 ore dal successo dei rossoneri a Cagliari ma, ciò a cui si assiste, è uno spettacolo misto tra il divino e il mistico con i rudimenti di statistica come “spirito guida”. Smisurate proiezioni, rapporti, calcoli, applicazione dei teoremi del limite centrale, distribuzioni di Poisson, Bernulli, normale, curve di Lorenz, misure di dispersione ecc. con un solo parametro da considerare: i rigori del Milan.
12 in 18 partite, una marea. Qualcosa non va. E allora diciamo tutti insieme: BASTA! Qualcuno fermi questo Milan. Quantomeno lo limiti. Ma è possibile dare così tanti rigori ad una squadra? A quanto pare sì. E chissà quante volte il Milan, da situazioni di svantaggio o di pareggio, è riuscito a conquistare punti grazie ad un calcio di rigore. Beh basta guardare: Zero. Lo so, fa male ai detrattori, ma è così: zero. Lo ripeto ancora: zero. Di questi 12 rigori, il Milan ne ha segnati 9. In 5 occasioni hanno sbloccato il match, in tre occasioni hanno portato al raddoppio. In nessun’occasione, il Milan ha trasformato un pareggio in vittoria, o una sconfitta in pareggio, grazie ad un penalty. Se il Milan ha sbloccato il match, poi lo ha legittimato con un secondo gol, se il Milan ha chiuso con un rigore, lo ha sbloccato con un altro gol su azione. Se il Milan si è trovato sotto, ha pareggiato con le sue forze. Se ha dovuto perdere, ha perso. Differentemente dalle inseguitrici verrebbe da dire. In sostanza, se una sorte divina togliesse tutti i rigori fischiati al Milan, finora, il solo esito sarebbe quello di aver tolto il record delle 17 partite consecutive con due gol segnati.
Peccato. La classifica non muterebbe. Lo so, li sento già anch’io i teorici del “non vuol dire nulla! Un episodio cambia la partita”. Già. Ma io mi attengo al registro di questi giorni, quindi replico col medesimo se affermo che “sto solo riportando dei dati”. E parlo solo del Milan, perché, va bene tutto. Ma inserire il grugnetto a casa d’altri… questo no. Non succederà mai. Lo lascio agli altri. Che dire, ne abbiamo parlato anche in precedenza. È il gioco delle parti, sei primo in classifica, sei il più esposto ai riflettori, pertanto il più facile da colpire. È toccato alla Juventus, all’Inter, al Napoli. È toccato a tutti. Purtroppo, tocca anche al Milan.
Specialmente se ti hanno raccontato per un anno che il progetto Elliott era fallimentare. Che Maldini di calcio capiva pochino. Che Ibrahimovic era troppo vecchio per cambiare le cose. Che lasciare andare Caldara per Kjaer era una follia. Che Donnarumma non era determinante. Che probabilmente, se ti girava bene, avresti lottato disperatamente per il quinto posto. Poi vedendo che lo scenario era, come dire: un po’ distorto rispetto alla narrativa, ti hanno raccontato che senza Ibrahimovic non c’era qualità. Che probabilmente il Milan non sarebbe durato fino a Natale. Che a gennaio non avrebbe investito. Allora, giustamente, rimangono i rigori. Se smetteranno di dare quelli, posso immaginare che rimarranno ‘le porte chiuse’.
È imbarazzante, lo so. Passi un intero 2020 a sciorinare motivi del perché il Milan non ce la farà, poi sti quattro ragazzotti rischiano di chiuderti il girone d’andata a 46 punti. Ti battono il record del ‘Grande Torino’, hanno una media punti inferiore solo ai campioni d’Europa del Bayern, e tutto questo con il fallimentare Pioli, con il vecchietto Zlatan, con i giocatori delle retrocesse, con questi 20enni presi da un tale Moncada. Ho provato anch’io imbarazzo da milanista, pensando a quante cose sono andate diversamente dal mio pensiero. Io che Rangnick lo vedevo come un’idea giusta.
È imbarazzante, e ora si deve scegliere una strada. Mi sembra che in generale sia stata scelta, visto che l’imbarazzo continua ad esserci. I milanisti si arrabbiano, non ce n’è motivo, anzi. La mossa Kansas City: “tu guardi a sinistra, e il pericolo arriva da destra”. Senza riferimenti politici, sia ben chiaro. Lo scudetto è un sogno e sarà difficilissimo inseguirlo. Ma finchè continueranno a guardare a sinistra, una speranza in più c’è. Non arrabbiatevi milanisti. Fidatevi: stanno facendo solo il bene del Milan.
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