di LM
Prima o poi doveva succedere. Nel film “Il Club degli Imperatori”, il protagonista, dopo esser stato sconfitto in un’ardua sfida relativa alla storia greco-romana, afferma: “Se proprio si deve perdere, è meglio perdere con il migliore”. Sì. La Juve è la migliore, perché un inizio difficoltoso e intricato, sicuramente condizionato da un depauperamento generale, non cancella nove scudetti consecutivi, così come non cancella la mentalità di un ambiente che, negli ultimi anni, ha creato un’atmosfera abituata al trionfo. A questo si aggiungano le tante assenze del Milan e, parallelamente, un orgoglio Juve venuto fuori con rabbia e determinazione. Il risultato fa 1-3, con il Milan che esce dal campo a testa alta.
Il paradosso della sconfitta. Nonostante la prima caduta in campionato, nel match contro i bianconeri, si è assistito alla miglior prestazione di Rafael Leao che, nonostante non abbia segnato, ha disputato la sua miglior gara, dal punto di vista dell’intensità e del costante movimento. Nessun gol ma l’assist per l’altro vero “eroe” di serata: Davide Calabria, chiamato a calarsi in un ruolo non suo e capace di una prestazione da applausi. Dunque, il Milan perde e fa rumore, questa è già una vittoria. 304 giorni dopo la debacle interna con il Genoa, i rossoneri fanno zero punti. Basti pensare alle sfaccettature delle due sconfitte, per rendersi conto di quanto sia cambiato il Milan in questi 304 giorni. A San Siro, Dybala e Chiesa fanno letteralmente impazzire Romagnoli e Theo Hernandez ma, il Milan gioca con carattere e, per 60 minuti buoni, tiene in bilico il match.
Non poteva perdere la Juventus. Bisogna
masticare tanto calcio, per rendersi conto che ieri i bianconeri avrebbero perso solo contro il miglior Milan possibile e, questo è difficile da vedere con 7 defezioni. Nessun alibi, anche la Juventus risentiva delle assenze di Cuadrado, Morata e Alex Sandro ma, ciò che davvero è mancato ai rossoneri e che, invece, era a disposizione di Pirlo, è stata la panchina. Al 60’ le forze sono venute meno e, sicuramente, sarebbe stato diverso inserire dalla panchina Leao, Tonali, Castillejo, Brahim e Hauge, mentre magari uscivano Bennacer, Ibrahimovic, Saelemaekers e Rebic. La Juve non perdona e, come anticipato, non poteva assolutamente perdere e, infatti, non perde. Chiesa domina la scena di San Siro, il Milan si tiene l’orgoglio e, soprattutto, la vetta della classifica. Tra la vincente e la sconfitta, restano 7 punti di distanza e una gara da giocare per chi insegue.
Ora arriva il Torino, la classica partita facile sulla carta, insidiosa sul rettangolo verde. Il Milan recupererà Tonali che, quantomeno, riassegnerà le giuste collocazioni tattiche sul campo. Nessun altro rientro è previsto. Verosimilmente, l’”artiglieria pesante” dovrebbe rivedersi contro il Cagliari, quando potrebbero tornare a disposizione Bennacer, Ibrahimovic e Saelemaekers. Fino ad allora, testa bassa e tanto sacrificio, per legittimare quanto di straordinario sta realizzando questa squadra. Ora, arriva un altro bivio “propizio” per il Milan, guadagnato dai rossoneri grazie a 9 punti su 12, in un poker di match proibitivi contro Sassuolo, Lazio, Benevento e Juventus. Nessun sorpasso avvenuto ad ora e, la possibilità di mantenere la vetta, mentre alla prossima si giocano Juventus-Sassuolo e Roma-Inter, seguite da Lazio-Roma ed Inter-Juventus.
Sottolineo. Nessuna tabella né sbirciata a casa d’altri. Se il Milan è arrivato dov’è arrivato, è proprio grazie alla sua capacità di disconnettersi dalle vicissitudini delle rivali, concentrandosi solo su se stesso, senza pressioni né obiettivi, se non quello fondamentale di tornare a giocare la Champions League. Lo sanno bene i giocatori ed è dall’orgoglio che, ora, è fondamentale ripartire, in attesa di riavere la squadra al suo completo, per tornare a sognare. In attesa di tornare sul campo, anche questa settimana un applauso forte e caloroso a questa squadra, senza se e senza ma.
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