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Sassuolo dà, Sassuolo toglie. Un regalo inatteso ma che errori a Salerno. Ripartiamo con carattere

  • Immagine del redattore: LM
    LM
  • 21 feb 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

di Luigi Matta


"Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l’ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno". Questo è quanto affermava il poeta Giacomo Leopardi nel celebre "Il sabato del villaggio". Peccato che, quanto verificatosi ieri, è esattamente l'opposto di quanto celebrava Leopardi. Il sabato rossonero è stato un insieme di sensazioni negative: dalla delusione alla rabbia, dal rimpianto al rammarico. Di tutto e di più, e ci è voluta la grande domenica del Sassuolo a San Siro per ravvivare la tifoseria che, dopo il deludente pari di Salerno, aveva già visto spegnersi i sogni tricolore.


Sassuolo dà, Sassuolo toglie. Dopo aver sgretolato le certezze di Milan e Napoli al calar del girone d'andata e, parallelamente, aver dato linfa all'Inter nella risalita al vertice, è proprio il Sassuolo a donare nuovamente speranza a rossoneri e partenopei, rifilando un brutto scherzetto ai nerazzurri. La sconfitta dell'Inter, da un lato, ha frenato i malumori ma, inevitabilmente, ha aumentato i rimpianti perché, un successo a Salerno, avrebbe proiettato il Milan a +4 sui cugini, 'disinnescando' la possibilità di contro-sorpasso nel recupero che dovrà giocare l'Inter contro il Bologna. Che dire, i rimpianti sono tanti ma, neanche a dirlo, non si possono cambiare i match precedenti. Si può, piuttosto, trarre nuovo entusiasmo per queste ultime 12 battaglie che attendono il Diavolo, unitamente al derby di Coppa Italia.


Quanto accaduto a Salerno, senza troppi giri di parole, è inaccettabile. E sia chiaro, poco importa che uno punti allo scudetto, al quarto posto, o all'Europa League. Inaccettabile sbagliare totalmente la lettura di una partita che, già dai giorni precedenti, aveva messo in luce tutti i suoi aspetti più insidiosi. Dal cambio allenatore alla situazione di classifica. Inaccettabile non avere lucidità nelle giocate con una settimana di lavoro a disposizione. Inaccettabile, soprattutto, impostare una partita di folate e lanci lunghi quando in campo c'è un tandem di centrocampisti 'palleggiatori', un trequartista dinamico e un esterno destro più votato al dribbling (Messias, ndr) che all'attacco della profondità (Saelemaekers, ndr).


Bisogna, doverosamente, dare i giusti meriti alla Salernitana: bravo Walter Sabatini a portare l'esperienza di uomini come Fazio, autentico leader difensivo nella serata di sabato, bravo ad arginare uno degli uomini più in forma del Milan, ovvero Giroud. Bravo Nicola a canalizzare le difficoltà di un match con la capolista, trasformandole in adrenalina e aggressività in pochi giorni. Bravi i giocatori della Salernitana a disputare una partita di coraggio ed organizzazione tattica, senza uno dei migliori giocatori, ovvero Simone Verdi. Brava la Salernitana ma, se tra i granata e i rossoneri, ci sono 42 punti di differenza un motivo ci sarà. Quel motivo doveva vedersi in modo evidente sabato sera. Invece, il Milan, ha sciupato una grande opportunità e, solo una giocata individuale di Rebic, ha evitato al Diavolo i dolori della quinta sconfitta in campionato.


Inevitabilmente, sul banco degli imputati, ci è finito il tecnico Stefano Pioli. Nel mirino la scelta di concedere due giorni di riposo in settimana, iniziando a preparare veramente il match solo da mercoledì. Il risultato suggerirebbe che il tecnico abbia sbagliato ma, se si scompone la partita, si nota come l'approccio alla gara fosse quello giusto: gol dopo 5 minuti e match in discesa. La Salernitana non ha abbandonato il proprio atteggiamento ma, fino al pareggio di Bonazzoli, il Milan stava sbagliando davvero poco.


Poi il blackout: l'errore di Maignan e Tomori, il pareggio di Bonazzoli e la paura che subentra. Zero coraggio, poca personalità nel cercare l'uno contro uno e portare la contesa sui valori tecnici. Nessun forcing finale dopo il pareggio di Rebic, anzi, tanti palloni persi e buttati senza la capacità di chiudere la Salernitana nella propria area di rigore. Un brutto stop, 'addolcito' solo dalla contemporanea frenata dell'Inter ma 'non sarà sempre Natale'. Al di là dei sogni scudetto, se sei la big che ha conquistato più punti negli scontri diretti e poi sciupi con le piccole, manchi di rispetto al tuo stesso lavoro e alle tue stesse conquiste.


Una partita da archiviare al più presto e che, fortunatamente, non ha compromesso nulla. Ora rimbocchiamoci le maniche e forniamo una buona risposta già contro l'Udinese, prima della grande sfida del 'Maradona' contro il Napoli. Mettiamo presto da parte la rabbia e la delusione, cercando di ripartire subito dopo le avversità, ripartire da Milan.

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