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Se Ibra ci ha insegnato qualcosa... La dirigenza unita non fa notizia. Maldini vuol dire futuro

di LM



E alla fine, come prevedibile, rinnovo fu. A 6 milioni. Come Ibra chiese già a giugno. Due mesi fa, nell’apprendere di tale richiesta, la stampa italiana non le mandò a dire: “La richiesta di Ibra è una provocazione”. Oppure: “Ibra gelido con il Milan, ha chiesto 6 milioni”,nessuna provocazione. Ibra voleva 6 milioni, Ibra avrà 6 milioni. Li merita? Forse sì, forse no. Il recital degli ultimi giorni, perfettamente concertato da Raiola, non è stato dei migliori. Si esulterà, si festeggerà. Nemmeno io potrò farne a meno. È innegabile, si poteva festeggiare anche di più e, magari, vedere più attaccamento al Milan, piuttosto che ai “bonus”. Ma parliamoci chiaro: se Gazidis ed Elliott, più di Maldini, hanno ceduto alle richieste di Zlatan, quello che traspare è chiaro: non c’è una sola persona, dalle parti di Casa Milan, che possa ignorare l’importanza di Ibrahimovic. Soprattutto Ibrahimovic stesso che, nella sua visione, è convinto di meritare tre salari, come le sue mansioni: giocatore, allenatore e presidente.


Non è stato bellissimo. A tratti parodico, poco professionale. Specie se si ricordano le dichiarazioni di Ibra: “Al Milan gioco gratis” oppure “Alla mia età non giochi per l’economia, ma per cercare uno stimolo”. La morale sullo stile da Raiola poi... Però è andata così. Pochi tra i milanisti, fino a qualche settimana fa, potevano immaginare un Milan senza Ibra. Ibra che, paradossalmente, ha unito più che mai Maldini e Gazidis. Ibra che sa come farsi odiare. Come attirare critiche, prima di trasformarle in applausi, una volta in campo.

Allora avanti con Ibra.

In questi giorni, si erano esposti molto sia Madini che Gazidis, in merito al rinnovo dello svedese.

Zlatan ha giocato un ruolo importante sin dal suo arrivo e vorremmo far sì che continui ad averlo. Stiamo facendo tutto il possibile perché questa trattativa si possa concludere in maniera positiva. E' una sfida speciale per tutti ma sono ottimista" Aveva detto l’AD sudamericano, nella giornata di ieri. Proprio lui che, con Ibrahimovic, ebbe un duro confronto a giugno. Oltre ad essere notoriamente stato, verosimilmente, uno dei più “scettici” sul suo ritorno in rossonero.


Stiamo lavorando duramente per arrivare a un accordo, è questa la nostra idea e proveremo a chiudere in tempi molto stretti. E' normale avere un piano B, un piano C ma lui e' la nostra priorità e lo sa". Queste invece sono le parole di Maldini. La società, dunque, è stata coesa e, soprattutto, allineata sulla stessa prospettiva. Non è poco e, come prevedibile, pochi lo hanno sottolineato. In effetti, come biasimarli. Quando al Milan c’è unità, ci si annoia un po’ tutti... Dunque, ora avanti così. Con Ibra, con la sua personalità, con una dirigenza unita e, finalmente, con gli stessi obiettivi.

Con una squadra che, quando si affida allo svedese, tira fuori qualcosa in più. Lo abbiamo già visto e lo rivedremo. Perché se Ibra ci ha abituato a qualcosa, quel qualcosa è farsi odiare a parole, prima di farsi amare sul campo. Allora, aspettiamo impazientemente che si torni in campo.


La trattativa con Raiola, estenuante come tutte quelle che lo riguardano, è lo specchio del calcio moderno. Un calcio moderno, si sa, in cui il Milan vuole e deve tornare protagonista. Ma per esservi protagonisti, dovrà saper affrontare suoi principali attori. Raiola è uno di questi, purtroppo. La settimana scorsa ne avevamo discusso: molto del futuro del Milan passa, malauguratamente, dai negoziati che i rossoneri intratterranno con “Mino”. Perchè, non devo ricordarvelo io: ora arriva il piatto forte, il rinnovo di Gigio Donnarumma, il gioiello più pregiato della scuderia. E non sarà facile.

Il rinnovo di Ibra, neanche a dirlo, ha sbloccato le trattative di mercato. Se era già ben avviato il ritorno di Bakayoko, i rossoneri, stando alle ultime indiscrezioni, sarebbero molto vicini al classe 1999 Brahim Diaz. Gioiello del Real Madrid, di scuola Manchester City. Giocatore versatile, di grande qualità, che può agire in tutti i ruoli della trequarti. Un rinforzo futuribile e di tecnica che, ancora una volta, mette in luce il “fiuto” del Direttore Tecnico Paolo Maldini, specie in materia di giovani prospetti, i tifosi sognano un Theo-bis.


Si parla anche di Oscar Rodriguez, nonché dell’acquisto definitivo di Ante Rebic. Insomma, il mercato prende forma. Pazienza e fiducia iniziano a dare i loro frutti. Le parole di Maldini, circa il modus operandi sul mercato, hanno fatto storcere il naso a molti: “Non avremo la possibilità di fare dei colpi come in passato ma siamo sempre attenti alle occasioni di mercato. Dobbiamo agire nei ruoli dove pensiamo di dover migliorare. Potrebbero essere pochi ritocchi, delle occasioni, tutto quello che arriverà sarà mirato a migliorare quel ruolo dove pensiamo ci possano essere delle pecche"

Mercato low cost? Lo sapevamo fin dall’inizio, al netto dei sogni impossibili. Low cost non è sinonimo di “inadeguato”, così come “oneroso” non è uguale a “successo garantito”. In compenso Maldini, senza dubbio, è sinonimo di Milan e futuro.












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