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Si riparte. La signorilità di Pioli e la patetica retorica innescata dagli 'enfants de Paris'

  • Immagine del redattore: LM
    LM
  • 8 lug 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

di LM

Tutti a Milanello. Si fa per dire perché - in ossequio alle norme sul distanziamento anti Covid - il club ha invitato i tifosi a non presentarsi al Centro Sportivo. Una cinquantina di supporter ha comunque voluto far sentire il proprio sostegno. Inevitabilmente, però, i cuori di tutti i milanisti erano a Milanello. In attesa di assistere all'atto finale di Euro 2020, oggi ha avuto ufficialmente inizio il primo atto della nuova stagione rossonera. L'anno zero di quella che, si auspica, possa essere una nuova era per il Diavolo tra le note dell'inno della Champions League e ambizioni all'altezza della sua storia.


Tanti giocatori ancora assenti al raduno odierno, per via degli impegni delle nazionali. Una buona occasione per rivedere quei meravigliosi colori e sentire le parole del tecnico Stefano Pioli. Tanta signorilità, niente di nuovo. Tanta voglia di ricominciare e di portare avanti il progetto iniziato a fine 2019. C'è stata occasione anche per commentare i due addii tanto chiacchierati dell'estate. Ovvero quelli di Hakan Calhanoglu e Gianluigi Donnarumma. Il trequartista si è accasato all'Inter di Simone Inzaghi, il portiere è in procinto di iniziare la sua avventura con il Psg.


Ed è proprio dal suo entourage che, in questi giorni, sono arrivate della non-troppo-velate provocazioni che, considerando l'amore che tutti i media stanno riscoprendo per Gigione Nazionale, non potevano che essere rivolte al popolo milanista. Chiaramente le 'frecciatine' non sono arrivate direttamente da Donnarumma, restio come al solito a prendere una posizione se non per dilettarsi in qualche scherzo amichevole di spogliatoio. Sono arrivate dal social media manager per eccellenza del portiere della Nazionale. Il buon Vincenzo Raiola.


Una foto della parata decisiva di Donnarumma sul rigore di Morata, accompagnata da una simpatica emoji che caldeggiava di mantenere la bocca chiusa. Non bastano i quasi 12 milioni all'anno del club di Al-Khelaifi per far star sereni e tranquilli i Raiola Boys e il loro uomo di punta. Come mai? Specialmente ora che, gli autorevoli signori della buona morale e dell'ambizione, fanno le pulci al Milan per non aver dato il giusto compenso al portiere più forte del mondo.


Già. Perché gli interventi ammirati in questi anni, da Khedira a Milik, passando per Dybala e Ronaldo (per citarne solo alcuni) non erano abbastanza. "Eh ma le uscite". "Eh ma i rinvii". Cose che non contano più, come il passaggio rischiosissimo in area a Bonucci contro la Spagna. O il rinvio sbagliato che ha innescato Dani Olmo poi sventato proprio da una parata del portiere. E chi era sulla barricata a complimentarsi con Maldini fino a 20 giorni fa, oggi con spiccato senso di superiorità dice che il Milan ha sbagliato, giusto perché Donnarumma sta dimostrando in Nazionale ciò che ha già fatto vedere negli ultimi 3 anni, ma forse non si poteva dire prima. Pazienza.


Questione di parrocchia e di abito che fa il monaco eccome. Alle bambinesche linguacce degli enfants des Paris, vincerà sempre la signorilità e la grandezza del Milan, riassunta nelle parole di Pioli: "Bisogna guardarsi avanti e non indietro. Sono legato a loro per quello che hanno fatto l'anno scorso, ma ora pensiamo solo alla nuova stagione". Parole e musica. Guardiamo avanti. Chi ha ancora tempo di guardarsi indietro a suon di emoji, mai con parole e carattere, evidentemente ha ancora qualche dentino dolorante per la porta sbattuta in faccia. Perché 12 milioni sono tanti. Ma chissà come mai c'è stata una sola squadra in Europa ad offrirli, anche se dicono sia stato solo il Milan a non averlo valorizzato. Bah, ce lo diranno i bravi esperti. Intanto bon voyage.

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