Situazione infortuni da impazzire. Ha ancora senso tenere quei monitor a bordocampo?
- LM
- 22 ott 2021
- Tempo di lettura: 3 min
di Luigi Matta

Eccoci qua. Settimana particolare per il Milan. Dopo l'euforia per la bella vittoria di carattere e cuore conquistata contro il Verona, è arrivata la doccia fredda in Champions League contro il Porto. Era la partita (probabilmente) decisiva per capire se fosse ancora accessibile l'approdo alla fase ad eliminazione diretta. La matematica dice che c'è ancora una speranza sottilissima. La logica dice che sarà un'impresa ardua.
Non cambia il mio pensiero sulla grandi potenzialità di questo Milan perché, una serata storta, non può cancellare quanto di buono ha mostrato questa squadra nei due anni di gestione Pioli, così come nella recente uscita contro l'Atletico Madrid quando, finché la linea arbitrale aveva un senso logico, il Milan stava dimostrando di essere pronto per certi palcoscenici. Impossibile dimenticare anche la grande prestazione pre-sosta nazionali contro l'Atalanta in campionato. Purtroppo, la partita di Oporto, ci ha dato due risposte dure. Anzi, a dire il vero, ci ha dato una sola risposta e ci ha proposto un interrogativo che serpeggiava già da diverse partite.
La risposta è che, questa emergenza infortuni, pesa e continuerà a pesare a lungo andare. Lo abbiamo visto l'anno scorso quando, seppur con un grande cuore e carattere, il Milan è crollato sotto il peso delle assenze importanti per poi riuscire con le sue grandi qualità a centrare un secondo posto che è valso il ritorno in Champions League. Il Porto è arrivato all'appuntamento tonico, determinato e con un ampio turnover sfruttato nel match di Coppa di Lega giocato venerdì.
Il Milan ci è arrivato sfibrato, con giocatori sottotono per la dispendiosa sfida di sabato scorso contro il Verona, riutilizzando la maggior parte degli interpreti e avendo a disposizione poco o nulla dalla panchina. E se cuore e carattere possono aiutarti in campionato - in certe sfide - può poco sul palcoscenico europeo contro una squadra che queste serate le vive con una certa costanza ogni anno.
Restano rammarico e delusione per quella che poteva essere una sfida profondamente diversa con i titolari arruolabili, con più armi dalla panchina e la possibilità di fare qualche cambio prima degli appuntamenti importanti.
A questo si aggiunga la sopracitata domanda che inevitabilmente è: "Ma a che servono i monitor a bordo campo?". Sì, quei monitor che, tecnicamente, dovrebbero aiutare l'arbitro a rivedere i propri errori. Che fine ha fatto quel celebre on-field-review? Me lo chiedevo già contro il Verona, quando il giovane esordiente Alessandro Prontera fischiava un rigore inesistente per un 'fallo' di Romagnoli su Kalinic.
Errare è umano, specialmente se sei alla prima gara da arbitrare in Serie A, ma se sbagli con la possibilità di rivedere l'episodio lì a pochi passi allora sa di presa in giro. E a questo punto la domanda diventa: "Che senso ha tenere ancora quei monitor a bordocampo?". Mah.
Ci hanno ripetuto per mesi che il VAR deve intervenire solo per chiari ed evidenti errori. Non trovo definizione migliore per i due episodi di Milan-Verona e Porto-Milan. Non siamo fortunatissimi. Ora arriva il Bologna e, stando a quanto annunciato dal tecnico Pioli in conferenza stampa pre-match, il Milan non avrà a disposizione Kessié e Rebic, confermando ormai l'usuale refrain che vede i rossoneri perdere (almeno) un titolare a partita. Kessiè era addirittura squalificato per il match di Champions ma non sarà del match al Dall'Ara.
Parola d'ordine: resistere e approcciare la partita con lo stesso cuore e la stessa grinta che, da due stagioni, caratterizzano il gruppo di Pioli. Affidandosi al carattere degli uomini esperti come Ibrahimovic e Giroud, all'anima di Calabria e alla resilienza del tandem Bennacer-Tonali, così come alla solidità dei nostri difensori. Sarebbe fondamentale vincere nella speranza che, da Roma-Napoli e Inter-Juventus, arrivino buone notizie. E allora forza Milan, contro le avversità e la sfortuna di qualche fischio arbitrale anomale e un'emergenza infortuni che sembra non finire mai.
Comentarios