di LM
Torna la sosta delle Nazionali. Siamo nuovamente di fronte ad un piccolo briefing, dove possiamo analizzare un primo bilancio parziale, relativo a questo avvio rossonero. Ci eravamo lasciati una settimana fa, reduci dal bel successo di carattere sull'Udinese. Purtroppo, i giorni a venire hanno mostrato i lati meno gradevoli del Diavolo. Per la prima vera volta in questa stagione, il Milan scopre lo svantaggio, andando sotto sia contro il Lille che contro il Verona. A dire il vero, era già capitato in occasione del match contro il Bodø/Glimt ma durò poco meno di sessanta secondi.
Nel match contro i francesi, nonostante un avvio tutto sommato alla pari, il rigore assegnato ha spezzato gli umori del Diavolo. Un turnover eccessivo, amplificato da un atteggiamento a tratti superficiale, ha posto le basi per una rovinosa sconfitta. La poderosa striscia positiva, pertanto, si è fermata a 24 risultati utili consecutivi. Contro l'intraprendente Lille, complici le fatiche di troppo, hanno fatto la differenza la mancata freschezza del centrocampo (Bennacer in panchina nel primo tempo e Kessiè sottotono), nonché la maturità finora mostrata dal Diavolo nel sapere leggere i momenti chiave del match, totalmente assente nella gara contro la ex squadra di Leao e Kjaer. Nel momento in cui era necessario alzare i ritmi, il Milan non lo ha fatto, o forse non aveva le forze fisiche per farlo. Nella fase in cui, invece, sarebbe stato congeniale contenere la foga dell'avversario, i rossoneri hanno perso del tutto la lucidità. L'errore di Donnarumma è la fotografia perfetta della brutta serata del Milan, così come il gol sbagliato da Leao. Serata negativa, capita.
Stanchezza, superficialità, ingenuità. Sono i tre fattori che hanno contraddistinto la débâcle di Europa League. Il match contro il Verona era quello delle risposte. Sia sulla caduta europea, sia sulle qualità del Milan, spazzate via troppo facilmente dai francesi. La stanchezza fisica e mentale si è fatta nuovamente sentire. Così come una certa sufficienza nell'approccio che, a dire il vero, si era già intravista contro Roma e Udinese, poi celata dalle prodezze di Giacomelli in un caso e, inevitabilmente, dalla prodezza di Ibrahimovic nell'altro. Il Milan non ha smussato gli spigoli delle sue imperfezioni, non andando oltre il velo illusorio degli ottimi risultati conseguiti. Pertanto, ha dovuto pagare tali imperfezioni in pochi giorni. Contro gli ottimi gialloblu di Juric, i rossoneri si sono trovati sotto di due gol in appena venti minuti. Due ingenuità clamorose: un calcio d'angolo malamente letto dalla retroguardia, poi un'altra palla inattiva, da cui viene propiziata una sfortuna deviazione di Calabria.
La partita si era messa male e, il rischio di un'altro crollo era incombente. Poi Kessiè, agevolato dal tocco di Magnani, ha riaperto il match. Il Milan si è affidato alla sola forza della sua rabbia, guadagnando il dominio del campo ma sciupando miriadi di occasioni, complice anche un Silvestri in forma strepitosa. I rossoneri ci hanno creduto, hanno voluto fortemente il pareggio e, nei minuti di recupero, lo hanno ottenuto grazie al solito Ibrahimovic. Lo stesso Ibra che, purtroppo, ha nuovamente sbagliato un calcio di rigore. Lo stesso Ibra che ha colpito la traversa e ha servito un assist, per il gol sfortunatamente annullato a Calabria. Il 2-2 su rigore, forse, avrebbe aperto la possibilità di una rimonta totale, con tre punti conquistati. Ma è impossibile anche solo pensare di accusare l'uomo che ha rimediato al proprio errore, nonché l'uomo che a Udine ha permesso di vincere una partita che, innegabilmente, andava avviandosi verso il pareggio.
Difficile anche bocciare in toto una squadra che, dopo aver preso cinque schiaffi, ha rialzato la testa, cercando ad ogni costo di ribaltare un match fondamentale. Dunque 2-2 e, ancora una volta, nessuna mini fuga. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Beh, forse è più saggio guardare l'intera bottiglia. Il Milan arriva alla seconda sosta con una sconfitta e un pareggio, così come ci arriva da capolista in Serie A, con 17 punti in 7 partite. Seconda, ad un punto dalla prima, nel girone di Europa League. Pochi avrebbero preventivato questo inizio di stagione. Pochi, soprattutto, avrebbero pensato che il Milan ottenesse il miglior rendimento degli ultimi dieci anni. Anzi, dieci anni se si considera come anno-base l'ultima stagione che, inevitabilmente, ha portato un titolo importante come lo scudetto (2010/11, ndr). In realtà, in termini di punti, stiamo assistendo al miglior Milan degli ultimi 17 anni, infatti bisogna tornare alla stagione 2003/04 per trovare un avvio migliore di questo: 19 punti in 7 partite, con 6 vittorie, 1 pareggio e 0 sconfitte.
In termini realizzativi, con i suoi 16 gol segnati, il Milan ha eguagliato l'avvio della stagione 2014/15. Andando a ritroso, per trovare un avvio ancora migliore, bisogna tornare molto indietro: per la precisione, alla stagione 2002/03, quando i rossoneri segnarono ben 20 gol nelle prime sette giornate di campionato. Se non fosse abbastanza chiaro, aggiungo che è dalla stagione 2005/06, che il Milan non conquista almeno 5 vittorie nei primi 7 impegni di Serie A. Sia chiaro, parliamo di dati statistici che, in nessun modo, vogliono accostare il Milan attuale a quello composto da grandi campioni, dominanti in Italia e in Europa.
2010/11: 14 punti, 4 vittorie 2 pareggi 1 sconfitta (11 gol fatti, 5 presi)
2011/12: 11 punti, 3 vittorie 2 pareggi 2 sconfitte (10 gol fatti, 8 presi)
2012/13: 7 punti, 2 vittorie 1 pareggio 4 sconfitte (7 gol fatti, 7 presi)
2013/14: 8 punti, 2 vittorie 2 pareggi 3 sconfitte (13 gol fatti, 13 presi)
2014/15: 14 punti, 4 vittorie 2 pareggi 1 sconfitta (16 gol fatti, 10 presi)
2015/16: 9 punti, 3 vittorie 0 pareggi 4 sconfitte (8 gol fatti, 13 presi)
2016/17: 13 punti, 4 vittorie 1 pareggio 2 sconfitte (12 gol fatti, 10 presi)
2017/18: 12 punti, 4 vittorie 0 pareggi e 3 sconfitte (10 gol fatti, 10 presi)
2018/19: 12 punti, 3 vittorie 3 pareggi 1 sconfitta (14 gol fatti, 10 presi)
2019/20: 9 punti, 3 vittorie 0 pareggi 4 sconfitte (6 gol fatti, 9 presi)
2020/21: 17 punti, 5 vittorie 2 pareggi 0 sconfitte (16 gol fatti, 7 presi)
Vanificare tutto ciò sarebbe figlio dell'ottusità. Al tempo stesso, è doveroso sottolineare ancora una volta, quanto sia lungo il percorso di crescita che deve affrontare il Milan, seppur con ottime basi di partenza. Le ambizioni dei rossoneri, senz'altro, passano dalla capacità della squadra di superare "incidenti" come Lille e Verona, così come di limitarli al massimo. Il Milan sta raccogliendo i frutti del suo progetto, così come sta pagando le colpe dell'inesperienza. Intanto, nervi saldi e fiducia. Sono i numeri del campo ad imporre ottimismo.
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