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Tonali, milanismo che mancava da tempo. Occhio agli irlandesi. Leao, non ci voleva

di LM



Che giornata. La storia di come Tonali, dopo tante speranze, sia approdato al Milan, ce l’avevano raccontata. Ce l’avevano raccontata minuziosamente: dal quasi accordo con l’Inter al blitz di Maldini, dall’ipotesi di asta alla pressione del ragazzo, voglioso di vestire i colori che ama sin da bambino. L’abbiamo letto, ne abbiamo gioito ma, sentirlo dire da lui… è stata tutta un’altra cosa. Con gli occhi emozionati, la voce a metà tra la commozione e l’orgoglio. Aspettando le prestazioni in campo, non posso che sentirmi grato a Tonali e, transitivamente, a Paolo Maldini. L’acquisto dell’ex Brescia, oltre ad aver incrementato la cifra tecnica della rosa, ha riportato quel sano e vecchio “milanismo” che, senza dubbi, mancava un po’ a tutti. Mentre ascoltavo Tonali, ripensavo al Canto XXXIV dell’Inferno di Dante, pensavo al Cerchio IX. Più precisamente alla Giudecca, dove situavano i traditori dei benefattori, costretti ad essere imprigionati nel ghiaccio come festuca in vetro.

Non mi riferisco ovviamente a “Sandrino” ma, e soprattutto, al folto numero di giocatori che, negli anni, sono passati da Casa Milan senza cogliere l’importanza della loro missione. Rimembravo nel mio immaginario quei calciatori che, senza onore e tantomeno professionalità, hanno offeso la maglia del Milan e, contestualmente, ciò che è il rispetto per il Milan. Qualcuno tra questi, e ce ne siamo doluti intensamente, ha anche indossato la fascia di capitano. Grazie Sandro, talvolta qualcuno dimentica cos’era e, soprattutto, cosa rappresenta ancora il Milan. Ora non resta che deliziarci in campo, con il suo mix di fisicità ed eleganza.

A proposito di campo, giovedì sera comincia ufficialmente la stagione: si va in Irlanda, per il primo dei tre step che deve superare il Milan, per approdare ai gironi di Europa League. Lo Shamrock Rovers non sembra, con tutto il rispetto, una compagine in grado di competere con il Milan ma si sa: il pallone è rotondo, il calcio è strano e, soprattutto di questi tempi, le carte si sono mescolate. Potrei rievocare le tante leggende che circolano sul popolo irlandese, sulla loro fortuna che, inevitabilmente, premia la loro perseveranza, il loro spirito guerriero. Potrei raccogliere le storie di campioni dello sport irlandese: da Robbie Keane a Conor McGregor, da James J. Braddock a Brian O’Driscoll.

Mi limito a citare le dichiarazioni del tecnico Stephen Bradley: “Sappiamo che ovviamente sarà difficile, ma seguiremo un piano di gioco per vincere la partita… come sempre. Sappiamo che si saranno momenti in cui soffriremo e dovremo barricarci ma, onestamente, credo che nonostante il livello del Milan abbiamo abbastanza qualità per causare loro problemi”. L’allenatore ha poi aggiunto: “A noi piace essere padroni del campo, ma in questi casi bisogna capire le qualità dell’avversario. Potrebbe succedere di tutto e per questo dobbiamo credere di poter vincere ogni partita. Sappiamo cosa dobbiamo fare: giocheremo contro un “top team”, ma sappiamo di potergli far male”.

Nessuna paura per gli irlandesi, come sempre. L’entusiasmo è alle stelle, in tutto il paese verrà trasmesso l’evento in chiaro, a dimostrazione di come sentano l’importanza del match. A questo aggiungeteci che, incredibilmente, lo Shamrock Rovers non perde un match ufficiale dal 23 novembre 2019(Dundalk-Shamrock Rovers 3-2, ndr). Avete capito bene. Sì, prima che cadiate nel panico, torniamo razionali: altro campionato, altro livello, altro calcio. Ma, come dissi in un precedente recap: le grandi squadre hanno i grandi giocatori, le piccole squadre hanno le grandi insidie. Attenzione massima e convinzione dei propri mezzi, come ha auspicato il DT Paolo Maldini, a margine della presentazione di Sandro Tonali.

Nella sfida contro lo Shamrock Rovers, malauguratamente, oltre al già assente Rebic(squalificato, ndr), mancherà anche Rafael Leao. Il portoghese, tramite i social, ha purtroppo comunicato di essere sottoposto alla quarantena e, oltretutto, c’è la possibilità che possa aver contratto il famigerato Covid-19. La sua assenza al raduno, oltre che a tutte le successive sessioni d’allenamento, aveva già destato numerose perplessità, sia tra gli addetti ai lavori, sia tra i supporter. Qualcuno aveva ipotizzato, tra le varie tesi, che il giocatore fosse indisponibile per via dell’infortunio di fine stagione, avvenuto nell’ultimo match contro il Cagliari. Invece, lo stesso Leao, ha purtroppo svelato il reale motivo.

Non ci voleva. Non ora. Certo, mettiamo in chiaro: la priorità è che il ragazzo stia bene al più presto. Detto ciò, ribadisco: non ci voleva. Leao era uno dei giocatori più in crescita del Milan di Pioli; quest’anno molto probabilmente sarà il vice Ibra, viste anche le operazioni di mercato in essere. L’impegno irlandese, senza dubbio, sarebbe stata un’altra grande occasione per, ancora una volta, incrementare il livello delle prestazioni. Oltre allo Shamrock, il portoghese salterà probabilmente la prima contro il Bologna. Un colpo per Leao, ma anche per il Milan. I rossoneri si ritrovano con un reparto avanzato corto e ora, dietro alle spalle di Ibra, c’è solo il giovane Colombo. Lo sottolineo un’ultima volta: non ci voleva!

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