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Torniamo in campo finalmente. La grande chance di Romagnoli e le chiacchiere di mercato

di Luigi Matta

Archiviata l'ultima sosta Nazionali, finalmente il Milan torna a giocare. Stasera, l'avversario che attende i rossoneri, non è dei più semplici: la Fiorentina coriacea di Vincenzo Italiano. Emergenza difesa per i viola, con le assenze pesanti di Milenkovic, Martinez Quarta e Nastasic. Sostanzialmente, si parla dell'intero reparto arretrato. Guai a sottovalutare l'avversario che, come il Milan di Pioli, si fonda sulla solidità del gruppo e sulla capacità di far emergere all'unisono più voci del coro.


La classifica - e soprattutto il calendario - crea dolci ambizioni al Diavolo, così come ai suoi tifosi. Infatti, una vittoria a Firenze, offrirebbe la possibilità di guadagnare punti pesanti in classifica, in virtù della sfida tra Inter e Napoli. Gli azzurri di Spalletti, inoltre, affronteranno anche la Lazio nel prossimo turno.


Ovviamente, è doveroso prima pensare alla nostra prestazione del Franchi. Dopo aver perso Calabria, Pioli deve fare a meno anche di Rebic che, nell'allenamento di ieri mattina, ha accusato un problema al flessore. In attesa di capire per quanto il Diavolo dovrà ancora fare a meno del croato, Leao sarà chiamato agli straordinari con l'obiettivo di far valere la sua predominante esplosività contro una difesa rimaneggiata.


Una chiave tattica sarà anche l'apporto del centravanti - Giroud o Ibrahimovic - così come della difesa che, con un cliente scomodissimo come Dusan Vlahovic, avrà il compito di mantenere solidità e non dare possibilità ai viola di prendere le redini del match.


La sosta nazionali, inevitabilmente, ha portato l'usuale chiacchiericcio sui rinnovi di contratto e sulle eventuali operazioni di gennaio. Particolarmente in evidenza il possibile approdo di Renato Sanches, in caso di addio di un Kessié sempre più dedito al gioco al rialzo, così come il rinnovo del capitano Alessio Romagnoli. Se il Milan e Maldini ci hanno insegnato qualcosa, è che i nomi che circolano ora raramente si concretizzano. Si ricordi di Simakan, Kabak, Jovic, Thauvin, Ajer & co.


D'altra parte è vero che, a Casa Milan, le strategie sono cambiate e, viste le enormi difficoltà per rinnovare l'ivoriano - unitamente ai buoni rapporti con il Lille - l'idea di Renato Sanches ha un suo fondamento e, come accaduto con l'addio di Donnarumma, il Milan potrebbe anche essersi mosso con lauto anticipo rigettando il patetico giochino della premiata ditta Kessié-Atangana.


Un po' particolare la situazione di Alessio Romagnoli. L'attuale capitano rossonero ha avuto un percorso non semplicissimo e lineare nella sua esperienza al Milan. Arrivato nell'estate del 2015 per circa 25 milioni di euro, l'ex difensore della Roma, è stato presto investito del ruolo del prodigio, indicato come futuro perno difensivo del Diavolo e della Nazionale italiana.


Le prime apparizioni furono buone, seppur in un Milan che ballava dalla 7a alla 5a posizione. La sensazione però è che, al netto delle prestazioni più o meno degne di nota, non ci sia mai stato un vero e proprio salto di qualità da parte del centrale di Anzio. E' altrettanto vero che, l'età, è ancora un fattore che gioca suo favore e, specialmente per un difensore, la consacrazione vera e propria può arrivare in più tempo rispetto ad altri giocatori.


Ciò che è innegabile, però, è il valore prezioso che l'uomo Alessio Romagnoli ha nello spogliatoio rossonero. Nel 2019 Maldini diceva di lui: "Serve tempo per valutare i giocatori, e soprattutto per valutare i capitani. Lui è un ragazzo abbastanza silenzioso come lo ero io. Ognuno di noi dà indicazioni in base al suo carattere". Lo stesso Maldini che, segretamente, ha continuato a mantenere vivi i discorsi rinnovo con il giocatore, cercando un confronto diretto tra uomini, come auspicato invano al tempo con Gianluigi Donnarumma.


Maldini, senz'altro, ha trovato in Romagnoli un professionista diverso, nonché una persona con un'idea chiara e specifica delle proprie ambizioni. Un calciatore che ha a cuore il Milan e che, a prescindere dai minuti giocati in campo, sente di dover far parte in modo importante del progetto di questa squadra.

Nel 2017, in un Milan guidato da due dirigenti in piena difficoltà, gestito da un proprietario fantasma e privo di credibilità alcuna, Romagnoli scelse di prolungare il proprio contratto, nei giorni in cui il club subiva l'onta dell'esclusione dalle coppe europee - la prima volta, poi ribaltata davanti alla corte del Tas - e, il simbolo della 'sontuosa' campagna acquisti made in China Leonardo Bonucci, manifestava i primi segnali di pentimento e avviava la procedura di abbandono nave (ri)destinazione Torino.


In quel Milan, senza dubbio, Romagnoli era considerato uno dei gioielli, nonchè uno dei cartellini più preziosi in della dirigenza, con un valore tra i 30 e i 35 milioni di euro. Nel 2016 il Chelsea si interessò fortemente a lui e, senz'altro, quello che - economicamente - mise a disposizione l'ex ds Mirabelli, potevano offrirlo anche i Blues. Romagnoli ha poi perso la titolarità nel corso della passata stagione, precedentemente mai messa in discussione per quattro anni. Ha accettato, da professionista, la perdita del posto da titolarissimo a favore di un sempre più determinante Fikayo Tomori.


Romagnoli ha continuato a lavorare duramente, cercando di migliorare e facendosi trovare sempre a disposizione. Nel corso di questo avvio di stagione da record, c'è l'impronta delle sue 6 presenze da titolare in 11 partite, appena una in meno di Simon Kjaer. Di errori grossolani in questo inizio, ad oggi, si ricorda solo la mancata marcatura su Griezmann nel match casalingo di Champions League contro l'Atletico Madrid, dove comunque ha ceduto solo all'85' dopo un match disputato per un'ora in inferiorità numerica, contro i campioni di Spagna.


Il numero 13 rossonero dà buoni segnali e, seppur una spanna sotto ai titolari Kjaer e Tomori, può essere ancora determinante, specie considerando gli impegni ravvicinati e l'integrità atletica non più ottimale del difensore danese. Romagnoli può ancora giocarsi un'occasione importante, così come il Milan.


Difficile trovare un altro difensore a prezzi contenuti, senza abbassare il livello e non affidarsi ad una rischiosa scommessa. Per di più, Romagnoli è un capitano riconosciuto e rispettato nello spogliatoio, oltre che una persona apprezzata e in grado di favorire coesione, elemento fondante del gruppo di Stefano Pioli.


Il suo rinnovo - sarebbe il secondo 'pesante' - potrebbe dare al difensore l'occasione di scrivere un nuovo capitolo della propria avventura rossonera, magari migliorando i propri limiti e tornando alla ribalta. Una grande chance per Romagnoli, che sembrerebbe anche pronto a rinunciare a parte dell'ingaggio percepito finora, discostandosi dal modus operandi targato Raiola.


Ancora presto per parlare, non per chiarire l'immagine di Alessio Romagnoli nel Milan. Perchè, qualora il rinnovo non si concretizzasse, sarebbe comunque un addio molto più signorile di quelli visti finora, nella speranza che la destinazione non rovini definitivamente tutto come accaduto con il turco ora ad Appiano Gentile. In attesa dei risvolti decisivi, la speranza non può che essere quella di vedere ancora Romagnoli nel Milan, un rinnovo con migliaia di chiavi di letture di diverse e, la stragrande maggioranza, a favore del Diavolo.






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