di LM
Che dire. Data l'entità del nervosismo scaturito dalla brutta sconfitta con lo Spezia, appare evidente che, in pochi, si ricordavano cosa fosse il sapore della sconfitta. O meglio, sarebbe più opportuno dire il sapore amaro di quando ti sorpassano in classifica. Dopo 21 giornate di campionato il Milan cede lo scettro all'Inter e, domenica pomeriggio, si terrà uno dei derby più prestigiosi e attesi degli ultimi dieci anni. Impossibile dire che sarà decisivo nella classifica, date le 15 partite che seguiranno la Stracittadina. Senz'altro, però, sarà decisivo sotto l'aspetto psicologico. Vincere contro l'Inter, oltre che riportare in vetta il Diavolo, darebbe una spinta emotiva non differente da quella che arrivò nella vittoria del 2011. Certo, ai tempi il derby decisivo si giocò alla 31esima giornata. È altrettanto vero, tuttavia, che il Milan non veniva da stagioni di quinti e sesti posti.
Lungi da me suggerire la chiave tattica per la vittoria ad una squadra che, nell'intero 2020, ha incassato appena tre sconfitte. Il mister Pioli non ha mandato giù la sconfitta ligure e, adesso, sarà lui a trovare la soluzione per fare quella che, come dichiarato da lui nel pre Stella Rossa-Milan, dovrà essere una "partita da vero Milan". Prima della Stella Rossa. Già, perché prima del derby si gioca un'altra partita decisiva, ovvero quella di Europa League. Credo sia stato questo l'errore commesso dal Milan, come confermato dal capitano Alessio Romagnoli. Guardare troppo avanti. Tra i tanti motivi per cui, il Milan, ha fatto la stagione straordinaria che sta facendo, c'è quello di aver guardato sempre partita dopo partita. La sensazione è che, contro lo Spezia, qualcuno si sia lasciato andare a pensieri del tipo: "Domenica c'è il derby, dobbiamo respingerli perché siamo a +2".
Peccato che, quel +2, andava prima consolidato contro lo Spezia che, sabato scorso, non aveva nessuna voglia di fare lo sparring partner per l'esibizione della capolista. Lo Spezia ci ha dato due schiaffi che, senza Donnarumma, potevano essere anche di più. Lampi del Milan di Giampaolo, disorientato, spento, vuoto e privo di determinazione. Una dura lezione che, dispiace dirlo, il Milan si è meritato. Così come l'Inter si è meritata la vetta. La sfida contro la Lazio non era semplice e, con grinta e carattere, gli uomini di Conte hanno saputo sfruttare il nostro scivolone e, al tempo stesso, starci dietro anche nelle settimane precedenti, isolandosi dalle voci extra campo che stanno investendo la Beneamata. Qualcun altro avrebbe sottolineato come siano stati decisivi un rigore e un rimpallo. Ma noi siamo milanisti, ovvero signori. Quindi ci complimentiamo, perché l'eleganza è nel nostro DNA.
Ora c'è la Stella Rossa. Stankovic l'ha fatto capire chiaramente che, la prestazione dei suoi, non si discosterà da quella dello Spezia, quantomeno nella forza di volontà. Il Milan, oltre al primato, ha perso i suoi baluardi statistici. Striscia di vittorie in trasferta, trend speciali ecc. Ora il Milan, seppur in un contesto di classifica differente, si trova esattamente dove si trovava ad inizio stagione: tante speranze ma anche tanto scetticismo. Bene così. Perché è da questi momenti che deve venire fuori il carattere, senza calcoli, senza tabelle. Senza paura e senza timori. Siamo caduti e dobbiamo rialzarci. Obiettivo scudetto o obiettivo quarto posto? Obiettivo: essere sempre all'altezza, con tutto ciò che ne consegue. Saranno poi i fatti a dirci cosa abbiamo aggiunto. Senza guardare ai calendari, i giorni di riposo e quant'altro. Guardiamo solo a noi perché, anche se molti hanno già rimosso tutto in un weekend, questo continua ad essere un Milan che merita assoluta fiducia. E non solo per le logiche di tifo. Non a caso, questo è il miglior avvio dalla stagione 2003/04. Ora siamo in ballo e balliamo. Citando Nereo Rocco: "Chi ha paura resti sul pullman".
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