Con il derby perso l’altra sera sono quattro anni che il Milan non vince contro l’Inter in campionato, e rispetto agli ultimi derby, l’altra sera ci siamo andati veramente vicino alla vittoria. Molto merito va dato a Stefano Pioli, che aveva preparato la partita molto bene, cambiando la formazione con una mossa molto semplice, accentrando Calhanoglu sulla trequarti dietro a Ibrahimovic, ed inserendo dal primo minuto Rebic sull’out sinistro. Con Calhanoglu al centro il mister rossonero voleva annullare la superiorità numerica dell’Inter a centrocampo, con il giocatore turco che preferibilmente si spostava verso destra. Infatti su quella corsia Andrea Conti restava bloccato con Castillejo che si muoveva in verticale cercando di dare profondità alla manovra, con questa soluzione tattica, per il numero dieci rossonero si aprivano degli spazi che lui andava ad occupare mettendo in difficoltà la retroguardia neroazzurra. A sinistra spazio a Hernandez, affidandosi alle sue incursioni e a quelle di Rebic, per cercare di creare situazioni pericolose in attacco. Con queste piccole varianti tecniche il Milan ha praticamente annullato l’Inter nel primo tempo. Ma a questo bellissimo primo tempo al Milan è mancato un po’ di qualità negli ultimi passaggi che potevano permettere di tradurre il dominio in campo in occasioni da gol. I rossoneri hanno creato moltissime situazioni promettenti, ma poche occasioni chiare da gol fino all’uno – due di Rebic ed Ibra sul finire del primo tempo. La partita poi cambia nel giro di due minuti nel secondo tempo, la squadra di Conte è sembrata fin da subito aggressiva e convinta nel recuperare la partita. Il Milan ha iniziato a concedere campo e a perdere precisione, anche se ci è voluta una prodezza balistica di Brozovic per fare gol a Donnarumma, ed inclinare l’inerzia mentale della sfida dalla parte neroazzurra e cambiare lo svolgimento della partita. Poi purtroppo il resto lo conosciamo a memoria, la disattenzione di Conti sull’applicazione del fuorigioco sul gol del pareggio, la torsione di De Vrij per l’incornata di testa del 3-2 e il gol di Lukaku per il definitivo 4-2. Al Milan cosa resta di questo derby? Sicuramente una prestazione quasi perfetta per metà partita abbondante, purtroppo rovinata in pochi minuti da errori individuali e onestamente da un avversario che si è rivelato superiore tecnicamente, sulla voglia agonistica e sulla forza mentale. Caratteristica quest’ultima che difetta in molti rossoneri, e che il solo Ibrahimovic non è sufficiente perché i suoi compagni l’acquisiscano. Perché dopo il tremendo 1-2 neroazzurro è come se la squadra avesse staccato la spina, e tutto è saltato: distanze, schemi, posizioni sul campo, concentrazione, voglia di sacrificarci e di soffrire. Questo derby ci lascia sicuramente un senso di smarrimento misto a delusione, per quello che poteva essere ed invece non è stato. Ora bisogna ripartire, perché giovedì a San Siro si presenta la Juventus, per la semifinale d’andata della Coppa Italia, che potrebbe essere una strada più percorribile e veloce per tornare in Europa League, sicuramente l’Europa meno nobile ma molto importante per la società, perché quella è la casa del Milan. Da dove ripartire? Dalle parole di Stefano Pioli a fine partita “Sono amareggiato perché questa squadra deve capire che se vogliamo arrivare ad un certo livello, la determinazione e l’attenzione sono troppo importanti” Queste cose sono riuscite in quel bellissimo primo tempo, e le parole di Pioli potrebbe essere già un primo step da raggiungere, giocare così per novanta minuti anziché solamente quarantacinque. Forza Milan Massimo Volpato
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