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Testimone del passato, condottiero del presente. Imprescindibile per il futuro: Franck Kessié

di Luigi Matta


Il 79 sulla schiena. 79 punti in classifica. È fin troppo facile giocare con la simbologia che ruota attorno a Franck Kessié, autentico trascinatore della recente 'rinascita' del Diavolo. In rosa dal 2017, 'Il Presidente' va verso le 200 presenze con la maglia del Milan, avendone già accumulate 184 complessivamente tra Serie A, Coppa Italia ed Europa League. Il ruolo da rigorista gli ha consentito di raggiungere la doppia cifra quest'anno in campionato. Ben 13 reti ma, nel complesso, sono già 30 quelle messe a segno complessivamente con la maglia rossonera, con 15 assist ad arricchire lo score.


Il percorso al Milan di Kessié non è stato così semplice. Tra errori tattici, risultati mediocri, via vai di allenatori, rivoluzioni societarie a cadenza quasi annuale, l'ex Atalanta è stato anche vicino all'addio ma non per via della lunga fila di estimatori, più perchè non veniva considerato un vero giocatore su cui puntare. La svolta, neanche a dirlo, arriva con Stefano Pioli che lo inquadra perfettamente in un tandem di centrocampo con il partner ideale Ismael Bennacer. Kessiè aumenta esponenzialmente il livello delle proprie prestazioni, aggiungendo una sontuosa predominanza fisica ed una continuità fondamentale per gli equilibri del Milan. Una presenza imprescindibile, anche nelle fasi di calo fisico per l'utilizzo sistematico tra le fili dei rossoneri così come per la Nazionale ivoriana.


Franck Kessiè si è definitivamente preso il Milan. Soprannominato 'Il Presidente', Kessié è stato più ambasciatore delle varie fasi complesse, nei grigi anni della storia recente del Diavolo. Da Montella (il suo primo tecnico al Milan, ndr) a Pioli, passando per Gattuso e Giampaolo, il Milan non si è mai potuto di fare a meno di lui, in un modo o nell'altro. Kessié è arrivato in rossonero nel periodo ambiguo di Yonghong Li, ha visto tornare Leonardo poi in partenza appena un anno dopo. Ha visto insediarsi Boban e poi lasciare il club per via delle forti frizioni con l'AD Ivan Gazidis. Kessiè ha assistito all'ennesima rivoluzione, poi saltata ' sul traguardo'. Ovvero, quella che avrebbe portato Ralf Rangnick a capo di tutta la direzione tecnica del Milan, con il conseguente addio di Paolo Maldini.


Maldini è rimasto, così com'è rimasto Stefano Pioli e il Milan è tornato in Champions League arrivando davanti alla Juventus nove volte consecutive campione d'Italia e dietro solamente all'Inter vincitrice del primo scudetto post-monopolio bianconero. Testimone del passato e, ora, perno inamovibile del presente con un contratto in scadenza nel 2022. Un contratto da rinnovare senza se e senza ma perchè Kessiè è imprescindibile e deve essere anche il futuro del Milan. Proprio come ha affermato Paolo Maldini.





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