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Immagine del redattoreJonata Angioli

Buon compleanno Don Fabio!

Dagli Immortali agli Invincibili.

Oggi è il compleanno di Fabio Capello, nato a Pieris (Gorizia), nella regione Friuli Venezia Giulia (Nereo Rocco e Cesare Maldini i primi due corregionali illustri e rossoneri di Fabio),esattamente 74 anni fa, Auguri di buon compleanno Mister Capello, da parte di tutto il Portale Ribalta Rossonera!

Ho l’onore di dedicare al Leggendario Fabio Capello, questo articolo celebrativo, e quello che leggete è cuore rossonero che pulsa fortissimo dentro di me.

Fabio Capello Allenatore del Milan.

“Gli antichi egizi credevano che si potesse creare un profumoassolutamente al di fuori del comune, aggiungendo solo una nota in più, una sorta di essenza decisiva, che avrebbe risonato e dominato su tutte le altre.”

Fabio Capello, ex calciatore (Spal, Roma, Juventus e Milan) eManager del Gruppo Fininvest, passa dalla scrivania al campo in via definitiva, dopo l’addio del Profeta di Fusignano Arrigo Sacchi (allenatore del Milan degli Immortali), promosso dal Presidente Silvio Berlusconi, chiamato a far continuare il progetto di calcio avviato da Arrigo.

La squadra è considerata da media e addetti ai lavori finita fisicamente e mentalmente, spremuta dall’ossessionante metodo di allenamento di Arrigo Sacchi, che col suo addio lascia un vuoto apparentemente incolmabile.

Fabio Capello non è un allenatore (nonostante abbia guidato dalla panchina il Milan, nel finale della stagione 1986/87 al posto del Barone Nils Liedholm, altra Leggenda, portando la squadra rossonera alla qualificazione in Coppa Uefa).

Capello è ormai un Manager da anni, viene definito uno yes man, è un perfetto uomo azienda, ma dimostrerà ben presto le sue capacità di tecnico.

Al suo arrivo sulla panchina del Milan, ringrazia Arrigo Sacchi, riconosce la stanchezza mentale del gruppo, e lancia una carotina ai calciatori: “saremo meno intensi nel pressing e meno ossessivi nella ricerca del fuorigioco, manterremo il sistema di gioco ma i calciatori saranno più liberi di creare”.

Il primo calciatore a beneficiare di questa libertà è Marco Van Basten, che conclude probabilmente la miglior stagione di sempre a livello individuale, liberato dalle gabbie tattiche di Sacchi, segnando 25 reti in campionato e finendo la stagione capocannoniere di Serie A. Il Milan stravince lo Scudetto.

In 5 stagioni alla guida del Milan, Fabio Capello porta a casa 4 Scudetti, 1 Champions League, 3 Supercoppe Italia e 1 Supercoppa Europea.

Nella sua esperienza rossonera si distingue per le sue capacità di gestione del gruppo, utilizzando bastone e carota (rapporti altalenanti con Ruud Gullit e Dejan Savicevic), adattandosi agli eventi che si susseguono: se nelle prime due stagioni la squadra brilla come attacco esplosivo, con l’infortunio di Marco Van Basten in primis, la cessione di Ruud Gullit e privata anche di altre bocche da fuoco importanti poi, riesce a vincere lo Scudetto con un record particolare… il Milan 1993/94 vince lo Scudetto segnando appena 36 reti in 34 partite!!! È la squadra Campione d’Italia ad aver segnato meno reti nella storia del campionato, la difesa è assolutamente imperforabile.

Champions League: 3 finali consecutive tra il 1993 e il 1995, strapazza il Barcellona di Johan Cruyff nella sfida di Atene 1994, annichilendo il superfavorito Barcellona, e senza Franco Baresi e Alessandro Costacurta squalificati, e senza Marco Van Basten infortunato!

Atene, 18 maggio 1994. La finale di Champions League più attesa,  tra le due squadre pronosticate alla vigilia: il Barcellona da anni domina in Spagna (Cruyff in panchina guida la squadra delle stelle Ronald Koeman, Hristo Stoickov, Romario), il Milan domina in Italia ed ha giocato la finale anche l’anno precedente.

Si dice che i blaugrana abbiano fatto la foto con la Coppa dalle grandi orecchie prima della Finale, talmente certi che sarebbero stati loro a vincere la Finalissima.

Capello, particolarmente infastidito dal comportamento degli spagnoli, carica la squadra a molla. Seduto sulla panchina sembra una sfinge (con accanto il fido Ramaccioni scatenato), ha una faccia che incarna la fame di vincere, la rabbia agonistica che la squadra ribalta sul malcapitato Barcellona.

Senza i titolari Costacurta e Baresi, sono Filippo Galli e Paolo Maldini a mettere la museruola a Stoickov e Romario. Sulle fascei terzini sono: a destra l’esperto Mauro Tassotti, Capitano per quell’occasione, e a sinistra il giovane Panucci  autore di una splendida rete annullata nel primo tempo sul 2-0. A centrocampo Albertini e Desailly rappresentano la coppia centrale: la diga e il regista di quella squadra (Marcel fu provato senza successo difensore centrale pochi giorni prima contro la Fiorentina, e fortunatamente il Mister con lucidità lo lascia nel suo ruolo naturale). Zvone Boban in mezzo e Roberto Donadoni a sinistrahanno il compito di alzare il tasso tecnico e accelerare sulla trequarti, con il Genio Savicevic a destra dietro all’unica “punta”Daniele Massaro fromboliere della serata (cit. Bruno Pizzul) con le prime due reti del Milan, in un vero 4231 mascherato da 442 (di fatto la squadra giocherà 90 minuti 4231-424).

Ad ogni rete Johan Cruyff è sempre più pietrificato, Fabio Capello un duro, concentratissimo non si scompone fino al fischio finale.

Questa è la fotografia dei suoi anni da allenatore del Milan che conserverei di lui, un Uomo freddo, cinico, determinato, affamato, un Vincente.

Capello in rossonero mostra tutte le sue capacità: personalità per gestire gruppi di Campioni, capacità di stimolare Campioni apparentemente appagati dopo il ciclo Sacchi, capacità di massimizzare le qualità a disposizione passando dal segnare una valanga di gol quando gli attaccanti erano sani, all’erigere una difesa imperforabile quando l’attacco aveva assenze importanti (Sebastiano Rossi, portiere rossonero degli Invincibili, stabilisce il record di imbattibilità nel Campionato 1993/94, con 929 minuti senza subire reti, record che ha resistito ben 22 anni), stabilisce anche il record di partite consecutive senza sconfitte in Serie A con 58 risultati utili consecutivi.

I suoi scudieri in ordine sparso sono stati: Baresi, Maldini, Tassotti sostituito poi dal fedele Panucci, Costacurta, lancia Demetrio Albertini al posto di Carlo Ancelotti che fa in tempo a vincere il primo Scudetto di Capello prima di ritirarsi, Van Basten, Gullit, Rijkaard, Desailly (arrivato dal Marsiglia a formare una diga insuperabile nel centrocampo rossonero), Seba Rossi, Stefano Eranio, Gigi Lentini, Dejan Savicevic (il Genio che risulta determinante nella storica finale 1994 contro il Barcellona e in tante altre occasioni), Zvone Boban, Jean-Pierre Papin, Roberto Donadoni, George Weah, Roberto Baggio e altri ancora.

Ritorna nella stagione 1997/1998 ma senza gloria.

Fabio Capello allenatore.

Dopo l’esperienza al Milan, Fabio Capello è allenatore top al mondo, e la sua destinazione naturale è il Real Madrid che quanto e più del Milan ha vinto in campo internazionale. Con i blancosvince subito la Liga spagnola (in quegli anni territorio di caccia del Barcellona), guadagnandosi il titolo di Don Fabio. Ha il merito di valorizzare Clarence Seedorf e Roberto Carlos, ma porta a Madrid anche il fedelissimo Panucci. Allena campioni come Raul, Hierro, Redondo, Mijatovic, Guti…

Vince uno Scudetto storico con la Roma nel 2000/2001. Coi giallorossi fa splendere al massimo Francesco Totti, Gabriel Omar Batistuta e Vincenzo Montella su tutti, ma anche Hide Nakata il giapponese protagonista nella corsa Scudetto. Quella squadra stellare vantava tra le sue fila anche Marcos Cafù, Emerson, Samuel The Wall su tutti, e curiosità un giovanissimo Daniele De Rossi, oltre a veterani come Abel Balbo, Marco Del Vecchio e Aldair.

Con la Juventus vince due Scudetti (2005 e 2006), che vengono poi revocati dalle sentenze di Calciopoli. Guida una squadra comunque meravigliosa, con Cannavaro e Thuram alla guida della difesa assieme a Buffon, eleva al massimo il rendimento di Pavel Nedved, prende Emerson e Vieira in mezzo al campo, lancia il giovane Zlatan Ibrahimovic alle spalle di Del Piero e Trezeguet in attacco. Ci sono anche Zambrotta, Ciro Ferrara, Camoranesi, e altri ancora.

Con Real Madrid, Roma e Juventus non riesce a vincere la Champions League.

Ha allenato la Nazionale Inglese e Russa, e il Jiangsu Suning in Cina.

Fabio Capello calciatore.

“Al mio segnale scatenate l’inferno!”

Stadio Wembley (Londra), 14 novembre 1973.

Inghilterra – Italia 0-1. Rete di Fabio Capello al ’86.

Prima vittoria in trasferta contro l’Inghilterra per l’Italia, decide la rete di Fabio Capello, un gol storico, leggendario se consideriamo l’Inghilterra la nazione che inventò il calcio. Il prestigio di Wembley e dell’avversario nobilitano la carriera di Capello.

A livello di club gioca con la Spal, con la Roma, poi Juventus e infine chiude con la maglia del Milan.

È un centrocampista di qualità, un regista, e tanti aneddoti ci sarebbero da raccontare.

Prima rete con la maglia della Roma realizzata alla Juventus, squadra nella quale si trasferirà quando lascerà la capitale. A Roma viene allenato dal Mago Helenio Herrera, vince una Coppa Italia in 3 anni.

Passa alla Juventus dove in 6 stagioni vince 3 Scudetti e 1 Coppa Italia, ma perde la Finale di Coppa delle Fiere contro il Leeds, poi la finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax di Johan Cruyff(nome che ricorre nella sua carriera).

Gioca gli ultimi anni della sua carriera con la maglia del Milan, 4 stagioni con la vittoria dello Scudetto della Stella meraviglioso,anche se purtroppo causa problemi fisici giocando pochissime partite, e la vittoria nella Coppa Italia 1976/1977 al suo primo anno in rossonero.

Al Milan è allenato da Giuseppe Marchioro ma soprattutto dal Paròn Nereo Rocco e dal Barone Nils Liedholm.

Chissà quanto abbiano influito tutti questi allenatori nello sviluppo della carriera da tecnico, sicuramente Don Fabio è un vincente nel Dna, e averlo visto alla guida del Milan degli Invincibili come allenatore è stato per me un grande onore.

Rosso come il fuoco, nero come la paura che incute nei propri avversari, ha incarnato alla perfezione lo slogan coniato dal nostro fondatore Herbert Kilpin.

Buon compleanno Mister Capello!

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