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Gennaro Gattuso, sinonimo di grinta e determinazione

Aggiornamento: 3 feb 2021

"Grinta, coraggio e amore per il proprio popolo"


Questi sono tutti vocaboli che potremmo tranquillamente associare a un leone o a qualche simile.

Noi amanti del calcio italiano invece, li associamo al numero 8 per eccellenza: Gennaro Ivan Gattuso.

Arriva al Milan nel 1999 e nei 13 anni di permanenza con il club rossonero vince di tutto: dalle Champions League (2002-2003/2006-2007) agli scudetti (2003-2004 / 2010-2011).





Molto spesso viene ricordato per il suo carattere aggressivo e combattivo (vedi il famoso scontro con Joe Jordan ad esempio), ma del numero 8 bisogna analizzare anche le capacità calcistiche: non ha la tecnica di Pirlo, la velocità di Serginho o l'eleganza di Ronaldinho. Allora come è possibile che sia diventato una leggenda rossonera?

La risposta è molto semplice: perché Rino ha dato tutto per il Milan, il suo Milan.

Grazie al canale YouTube del Milan è possibile gustarsi la replica di Milan-Roma, finale di ritorno di Coppa Italia giocata pochi giorni dopo la vittoria della sesta Champions League. Avvicinandosi al 14' del primo tempo è possibile osservare l'esatto esempio di grinta e tenacia che lo contraddistingue: la sfera si muove in un triangolo a mo di "torello", composto da tre giocatori giallorossi, con al centro Gattuso. La sfera si muove rapida e passa addirittura sotto le gambe dell' 8 rossonero.

Molti giocatori avrebbero mollato, lui invece no. Rincorre la sfera senza lasciar rifiatare i romanisti.

È anche grazie a questi particolari che il numero 8 guadagna la stima e l'affetto del popolo rossonero.


"Il suo cuore, il suo coraggio hanno contribuito a forgiare la leggenda del Milan. Di tipi così, in giro ne ho visti pochi"

Dice Ronaldinho.





Quando nel 2012 lascia il Milan, Rino dichiara:


"Gli ultimi due o tre mesi ho notato cose mai viste in 13 anni di Milan. Quando c'era un allenamento alle 9,30, in molti arrivavano appena dieci minuti prima e nessuno diceva nulla. Io arrivavo con tre quarti d'ora d'anticipo, magari per fare esercizi, massaggi o solo per prendere un caffè in tranquillità, secondo una cultura frutto di anni d'esperienza. Oppure quando c'era il pranzo all'una, certi arrivavano anche con 15 minuti di ritardo. Insomma c'era mancanza di rispetto delle regole"


Dichirazioni che ci lasciano perplessi e non poco. Probabilmente anche la mancanza di rispetto verso le regole e verso la cultura rossonera, ha portato il Milan ad un triste declino che si trascina da un po' di anni.

Sarà mica un caso se (ad esclusione della Supercoppa del Dicembre 2017) il Milan non ha più alzato un trofeo da quell'ultimo scudetto datato 2010-2011?






Dopo le esperienze da allenatore al Pisa e al Palermo, nel Maggio del 2017 Rino torna a Milanello ad allenare la primavera rossonera e qualche mese dopo viene chiamato in causa per sostituire Montella in prima squadra.

Nella stagione successiva con Rino al comando, il Milan arriva ad un solo punto dalla Champions League. Nonostante ciò lascia il Milan e dichiara:


"Decidere di lasciare la panchina del Milan non è semplice. Ma è una decisione che dovevo prendere. Non c’è stato un momento preciso in cui l’ho maturata: è stata la somma di questi diciotto mesi da allenatore di una squadra che per me non sarà mai come le altre. Mesi che ho vissuto con grande passione, mesi indimenticabili. La mia è una scelta sofferta, ma ponderata. Rinuncio a due anni di contratto? Sì, perché la mia storia col Milan non potrà mai essere una questione di soldi"





Col tempo la maglia numero 8 è stata indossata da molti altri giocatori: Nocerino, Suso e oggi è sulle spalle di Tonali, il quale prima di poterla indossare ha addirittura chiesto il permesso a Rino, il quale ha risposto:


"Non mi dovevi fare questa domanda, ma é comunque un un gran bel gesto, perché anche io chiesi la 8 a Donadoni. Diventerai molto più forte di me. Ti consiglio di essere antico, perché la maglia del Milan è gloriosa e pesante”.


Che Sandro Tonali sia il giusto erede nessuno lo sa per adesso, ma sicuramente la passione per i colori rossoneri e la volontà che lo ha portato al Milan (rifiutando anche l'Inter), sicuramente lo mette sui binari giusti.


Davide

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