di Daniele
Abito vicino Roma e per lavoro ci vado spesso, stamattina per arrivarci sono passato a trigoria. Generalmente incrocio Lamborghini, Porsche e Mercedes, stamattina si incrociavano solo piccole utilitarie che andavano al centro di allenamento della Roma per cercare una foto con i loro giocatori preferiti. Ma la mia invidia è montata quando oggi pomeriggio ci sono passato di nuovo e ho visto numerosi tifosi davanti al cancello (spinti dalla ancora momentanea zona gialla del Lazio) ad aspettare i calciatori.
Ho subito pensato a quanto mi piacerebbe vivere la quotidianità rossonera e di quanto mi piacerebbe andare a Milanello ogni volta che ne ho voglia. Ma in modo particolare oggi, dopo la partita di Europa League. Avrei cercato il modo di poter andare fuori al cancello per dimostrare gratitudine per averci fatto vivere una serata come quella di ieri.
Ad essere sincero le mie sensazioni per la partita di Old Trafford non erano delle migliori, il periodo un po' appannato dei ragazzi insieme alla bella vittoria dei Red Devils nel derby di Manchester non mi lasciavano tranquillo. Certo le vittorie di Verona e Roma abbinate ad ottime prestazioni erano un bel segnale di speranza. Invece un po' per l’avversario, un po' per il teatro che ci ospitava, sono bastati 13 minuti e 2 gol annullati per capire che ci sarebbe stato un Milan con il vestito che più gli si addice, quello Europeo.
Certo andare all’Old Trafford con il Milan stellare del 2007 era molto più semplice piuttosto che andare ad affrontare lo United con una squadra ancora piena di infortuni, e senza 6 titolari. Ma ieri le emozioni sono state le stesse. La cosa che più mi ha riempito il cuore è stato vedere una squadra unita e compatta per il raggiungimento dell’obiettivo. Tutti pronti a correre e lottare per il proprio compagno e con in campo uno dei centrocampisti più forti al mondo, Kessiè. Il Presidente sta diventando sempre più uomo squadra e icona di Milanismo.
La partita di ieri insegna anche a tanti tifosi che avere pregiudizi verso i giocatori meno noti e provenienti da squadre di secondo piano, non sempre è un’ottima idea. Ieri Meitè e Krunic giocano una partita maiuscola, e Tomori una gara da vero guerriero. Purtroppo c’è anche la nota negativa, Leao non è certo ai livelli di quello che ci ha fatto vedere (purtroppo) a sprazzi, ma si sta adattando, in un ruolo non suo, con impegno alla causa di questa bellissima squadra.
E’ vero che siamo a metà della battaglia, e non abbiamo vinto ieri sera, è vero che giovedì prossimo potremmo anche uscire dalla competizione, è vero che ci chiamano Nobile Decaduta ma di sicuro la prima squadra di Milano sa come onorarla e sa come si sta in Europa a differenza di chi dall’Europa esce ai gironi o di chi il suo obiettivo ormai ventennale non riesce a portarlo in Porto.
Per lavoro continuerò a passare davanti il centro sportivo giallorosso e forse continuerò ancora a vedere i tifosi della Roma assiepati davanti al cancello, quello che è sicuro è che loro non saranno mai in grado di capire il mio brivido di amore e d’orgoglio quando vedo Dida fissare la “sua” porta dell’Old Trafford, non potranno mai avere il mio stesso privilegio di aver visto Kakà diventare re d'Inghilterra e certamente non avranno, mai, la mia stessa commozione nel vedere la mia Bandiera alzare la coppa nello stadio dei sogni.
Forza Milan
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