Il nostro speciale pallone dovrebbe rotolare oggi nel dicembre di tre anni fa, allo stadio Vigorito. Rino Gattuso fa il suo esordio come tecnico rossonero e il Benevento conquista il primo punto in serie A della sua storia, addirittura grazie a un gol del portiere.
Ci sarebbe, insomma, molto di cui parlare ma la presenza di Filippo Inzaghi sulla panchina avversaria mi porta a raccontare una storia diversa, una storia per chi crede che il calcio sia per certi versi metafora della vita.
25 Maggio 2005: allo stadio Ataturk di Istanbul, il Milan, con una delle formazioni più forti della sua storia, affronta il Liverpool di Rafa Benitez e Steven Gerrard per aggiudicarsi la sua settima Coppa dei Campioni.
Il biglietto della finale
Il primo tempo è semplicemente perfetto con i rossoneri che rientrano negli spogliatoi in vantaggio addirittura per 3-0. Molto si dirà su quanto accaduto durante l’intervallo, c’è chi parla di incauti festeggiamenti anticipati, fatto sta che al ritorno in campo inizia un vero e proprio incubo. In sei minuti i Reds segnano tre gol e l’epilogo ai rigori non può che vederci sconfitti. Venti anni dopo Grobelaar sotto la Curva Sud romanista, è il ceco Dudek a ipnotizzare i tiratori avversari con i suoi atteggiamenti clowneschi.
Rientro a casa, consapevole di avere assistito a una sconfitta epocale, storica come la fatal Verona nel 1973. Il nauseabondo odore del kebap turco, intriso di sudore e spezie, mi perseguiterà per giorni ma è nulla rispetto alla maledizione che sta per abbattersi sul Milan.
Nel mese di novembre si scioglie la Fossa dei Leoni, gruppo di riferimento della curva rossonera ma soprattutto quello in cui ho passato i miei ultimi venti anni, con centinaia di partire viste in casa e fuori.
La Fossa dei Leoni non morirà mai
Scoppia poi Calciopoli e il Milan da iniziale vittima del sistema Moggi si trova a finire in maniera assolutamente ingiustificata sul banco degli imputati insieme alla stessa Juventus. Il procuratore Palazzi ne chiede addirittura la retrocessione in serie B ma alla fine ce la caviamo con una pur severa penalizzazione e la conseguenza di dover affrontare un ostico preliminare di Champions già ad agosto contro la Stella Rossa.
L’ostacolo viene superato proprio grazie a due gol di Pippo Inzaghi, in rete sia a San Siro, nel giorno del suo compleanno, che al Marakana di Belgrado. La preparazione anticipata e la penalizzazione condizioneranno l’intera stagione, contraddistinta da tanti infortuni e sviste arbitrali più o meno inconsapevoli.
Contro tutto e contro tutti anche in Europa (l’UEFA dichiara infatti espressamente di accettare obtorto collo tra le partecipanti una squadra condannata nella propria nazione), tre grandi partite ci permettono di eliminare ii tedeschi del Bayern Monaco e il Manchester United, arrivando nuovamente alla finale.
La sede designata è questa volta Atene, nello stesso stadio in cui si disputò la partita del secolo contro il Barca di Crujiff.
Il biglietto di Atene
Incredibilmente l’avversario è ancora una volta il Liverpool per un incontro che non è solo la finale di Champions League, già di per se la madre di tutte le partite. È la rivincita di Istanbul, è l’ultimo ruggito della Fossa dei Leoni, è l’incontro che segnerà la fine di un importante periodo della mia vita.
Senza Fossa, vista la grande difficoltà di organizzare la trasferta, insieme al mio fido compagno Vincenzo, ci affidiamo a una agenzia viaggi.
Inspiegabilmente, i tifosi inglesi sono ancora di più che a Istanbul e sembra davvero di giocare in trasferta. Partita molto nervosa e giocata soprattutto a centrocampo sino a quando un guizzo di Kakà ci regala una punizione molto favorevole. Batte Pirlo, Inzaghi devia con la spalla e spiazza Reyna. Super Pippo, letteralmente trasfigurato, corre verso di noi per un inebriante abbraccio ideale.
Il primo gol di Inzaghi
Super Pippo corre verso di me, nel cerchio in rosso
È una rete tanto casuale quanto importante: questa volta gli Dei del calcio sono dalla nostra parte.
Il secondo tempo è interminabile con il Liverpool che attacca senza soluzione di continuità, sfiorando però solo un paio di volte il gol. Al minuto 83, invece, è ancora Inzaghi a raddoppiare in contropiede. Sembra fatta ma dopo Istanbul non ci sono certezze e infatti proprio allo scadere Kuyt accorcia le distanze.
Mancano quattro minuti (l’ultimo e i tre di recupero) vissuti con il cuore in gola.
Al fischio finale l’esultanza è incontenibile con addirittura qualche lacrima. Sono le lacrime trattenute a Istanbul, le lacrime per lo scioglimento della Fossa, le lacrime che pongono fine a un’era della mia vita
Come da tradizione, passiamo la notte in aeroporto visto che tutti i voli accumulano ritardi enormi. Tutti cantano sino a quando la stanchezza è più forte della pur grande euforia, prendendo il sopravvento.
Nel dormiveglia penso a tutti gli anni passati al seguito del Milan, a trasferte allucinanti, a tutte le gioie vissute e alle delusioni. Dopo lo scioglimento della Fossa è sicuramente cambiato qualcosa dentro dentro in me ed è forse il segno della giovinezza che va a finire.
Il Destino, che secondo gli antichi Greci dominava le vicende umane, ci ha regalato una nuova sfida con il Liverpool. Il Destino che in Turchia bacio’ sulla fronte il mediocre Dudek, assurto ad assoluto protagonista sella vittoria, ha questa volta fatto deviare a Inzaghi la punizione di Pirlo per la più dolce delle rivincite.
Ma il destino, soprattutto, di lì a poco, mi avrebbe fatto diventare padre di Benedetta, il più bel regalo della mia vita.
Perché dopo Istanbul c’è sempre Atene.
Onore a te Pippo Inzaghi, per sempre rossonero.
Comments