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ERRORI SU ERRORI

di Massimo Volpato



In questi giorni, si è ritornati a parlare di Primavera, con i verdetti ufficiali da parte della Federazione che ha assegnato lo scudetto 2020 all'Atalanta, e ha ufficializzato la promozione in primavera 1 da parte dei rossoneri.

Per un anno tutti ci siamo chiesti come ha fatto la primavera del Milan a retrocedere nel meno nobile campionato di Primavera 2. Negli ultimi anni sono successe tante cose e si fa molta fatica a ricordarle tutte: tanti cambiamenti, tante scelte che hanno destabilizzato il mondo rossonero, soprattutto quello del settore giovanile.


Quando avviene il famoso closing che porta il Milan a passare dopo trent’anni dalla famiglia Berlusconi, allo sconosciuto magnate cinese Yong Hong Li, a capo del settore giovanile c’è Filippo Galli, indimenticata colonna del Milan che vince tutto negli 80/90, che ha come filosofia “prima creiamo gli uomini e poi i calciatori”. Con lui lavora anche Mauro Bianchessi che scopre vari giocatori, come Locatelli, Tsadjout, Cutrone.


Mirabelli con il suo insediamento sceglie di avere Galli come unico responsabile del settore giovanile. L'ex bandiera rossonera, però, entra subito in conflitto con il modo di pensare del nuovo ds del Milan, dato che il dirigente calabrese vuole vincere e subito. Negli ultimi anni le giovanili hanno vinto poco, un Campionato e due Coppe Italia, l’ultima vinta nel 2010 con Stroppa allenatore e Simone Verdi leader tecnico della squadra.


Nel giugno 2017, l’under 16 di Mister Lupi con i vari Tonin, Sala, Maldini, Soncin, Brambilla, Olzer, Merletti, praticamente l’attuale primavera, vince il titolo italiano battendo la Roma in finale, dando vigore alla voglia di titoli del DS rossonero. Così dopo tanti anni il Milan ritorna ad alzare un trofeo, anche se non nella categoria più ambita, la primavera. Nell’anno successivo con Mirabelli dopo anni dove gli investimenti sono stati pari allo zero, si ritorna a spendere anche per la squadra primavera e vengono acquistati Tiago Dias, Sergio Sanchez, Bargiel, e Larsen, anche se solo quest’ultimi due riusciranno a produrre qualcosa. Come allenatore, il dirigente calabrese chiama un’altra indimenticata gloria rossonera: Rino Gattuso.


Dopo un inizio molto faticoso, il tecnico calabrese con un buon lavoro riesce a raddrizzare la situazione ma, una volta che Rino riesce ad entrare in feeling con i ragazzi e ad avere i primi risultati sul campo, la società esonera Montella dalla prima squadra e al suo posto viene scelto proprio Gattuso, che lascia la panchina della primavera, interrompendo l’ottimo lavoro che sta facendo con i ragazzi della squadra giovanile, per sedersi sulla panchina del Milan dei grandi.


Come prima scelta, per sostituire Rino, si è pensato a Gigi Riccio, secondo di Gattuso, proponendogli il doppio incarico. Dopo il suo rifiuto, la scelta cade su Lupi, allenatore fresco vincitore con l’under 16. Scelta che fa aumentare i contrasti tra Galli e il dirigente calabrese, perché l’ex giocatore rossonero ritiene troppo giovane Lupi per guidare una squadra come la primavera , mentre per Mirabelli è la scelta più logica. Alla fine la decisione finale la prende il dirigente milanista e Alessandro Lupi diventa l’allenatore della squadra primavera. Prende la squadra a ridosso della zona play off, ma alla fine del campionato la posizione non cambia in classifica. Insomma, un campionato senza infamia, riuscendo però ad arrivare in finale di Coppa Italia, pur perdendo contro il Torino.


I contrasti e la diversità d’idee tra Mirabelli e Galli aumentano ancora perché i loro modi di pensare sono opposti e, alla fine della stagione, le strade non possono che dividersi. Così, al posto di Filippo Galli, arriva Mario Beretta.


Il progetto della società Milan è quello di riorganizzare il tutto e di fare la squadra B, il programma parte con molti giocatori che escono dalla primavera a cui viene chiesto di restare, di non accettare varie offerte da squadre senior per poter allestire la squadra B, e per allenare proprio il Milan B viene contattato Marco Simone.


A questo punto però avviene un altro fatto che cambia nuovamente la situazione societaria: Yong Hong Li non paga l’ultimo bonifico e il Milan viene rilevato dal fondo Elliott e tutte le deleghe sportive passano da Mirabelli a Leonardo. La prima mossa del dirigente carioca è quella di non fare la squadra B, con tutte le conseguenze che derivano da questa decisione, perché ha solo 15 giorni per trovare una sistemazione a tutti i ragazzi a cui è stato chiesto di rimanere per giocare con la seconda squadra.


Di conseguenza in poco tempo si cerca di soddisfare le varie esigenze dei giocatori: Pobega alla Ternana, Gabbia alla Lucchese, per fare alcuni esempi. Così dei nati nel 1999 rimangono solo Tsadjout e Torrasi e una serie di 2000-2001 con i soli Gabriele Capanni, Brescianini, Bellanova e Merletti che hanno disputato qualche partita nel campionato primavera.

Squadra troppo giovane, sia l’allenatore, sia i giocatori, per cui il campionato parte male con una lunga serie di sconfitte che portano il Milan ad occupare l’ultima posizione alla sosta di Natale. Si decide così per l’esonero di Lupi e si cerca un allenatore che abbia esperienza con i professionisti. La scelta cade su Giunti e, per tentare una salvezza disperata, vengono anche acquistati Tiago Djalo e Abanda.


Nelle successive 17 partite il Milan con il Mister nuovo raccoglie 23 punti che non bastano ad evitare la retrocessione in primavera 2. Con questo disastroso risultato si decide di congedare Beretta, tra l’altro mai ambientato nel mondo Milan e prende il suo posto Angelo Carbone, che riconferma Federico Giunti in panchina.


Il Milan in questa stagione domina il campionato 2 e di questa cavalcata vittoriosa grandi meriti vanno dati al mister umbro, che nel corso dell’anno ha sperimentato molto, partendo da una sicurezza: la difesa a quattro, fino a trovare il modulo giusto per questa squadra nel 4-3-1-2, con un centrocampo a rombo che ha dato solidità a tutta la squadra e sicurezza alla difesa.


Anche se nessun giocatore del Milan è andato in doppia cifra nei gol realizzati, il capo cannoniere è Lorenzo Colombo con nove gol, giocando molto poco, eppure fra attaccanti e centrocampisti il sinonimo di un gioco corale viene ottimamente interpretato dai ragazzi.


Protagonisti di questa meravigliosa annata sono stati sicuramente capitan Brescianini, che ha rinunciato a diverse offerte pur di rimanere in rossonero e riportare la sua squadra nella categoria che gli compete E l’attaccante carioca Luan Capanni, anche lui come Brescianini nato nel 2000 e quindi fuoriquota. C'è il figlio d’arte Daniel Maldini (2001) che si messo in evidenza per la buona stagione giocata, portandolo ad esordire in prima squadra, ma non vanno sottovalutati anche il terzino sinistro Oddi (2002), il centrale Tommaso Merletti (2001) che da Natale in poi, smaltito l’infortunio d’inizio stagione ed ha formato con Nikos Michelis (2001) una coppia di centrali difensivi quasi insuperabili e di grande affidamento. Va ricordato anche Alessandro Sala (2001) il vero equilibratore del centrocampo assieme al capitano, ed infine gli attaccanti come Lorenzo Colombo (2002) che già nel giro delle under azzurre che purtroppo ha visto la sua stagione partire male per via di un infortunio grave per poi finire alla grande, per arrivare agli altri due attaccanti Pecorino (2001) e Riccardo Tonin (2001), che si sono fatti trovare sempre pronti quando chiamati in causa.


Un’annata povera di sconfitte, solo una, nella rocambolesca partita contro la Fiorentina nei quarti di finale di Coppa Italia che i nostri ragazzi hanno affrontato con impegno e molta abnegazione.


Il campionato è stato sospeso per il Covid 19 ma molte voci si susseguono fin da gennaio scorso. Si è anche parlato di Francesco Vergine come nuovo responsabile del settore giovanile in uscita da Firenze.

Qualsiasi siano le scelte che la proprietà vuole fare, ci auguriamo che le cose vengano fatte per bene e organizzate, perché il Milan è storia, non solo nei grandi ma anche nelle giovanili, con i tanti titoli vinti, soprattutto con i tanti giocatori formati per la serie A, il cui elenco è fortunatamente troppo lungo da elencare.

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