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FIORENTINA-MILAN 1-1 (1987-88)

  • Immagine del redattore: fabrizio.perotta
    fabrizio.perotta
  • 19 mar 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

“Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande, che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ‘nferno suo nome si spande! (inferno, XXVI canto).


Se per l’esule Dante Firenze era luogo di amore e dolore, per i Fiorentini di oggi il legame viscerale che li lega alla città trova la massima espressione proprio nella squadra di calcio. Passionalità e storica propensione al conflitto non possono allora che fare di Firenze una trasferta molto calda.

La mia prima nel capoluogo toscano è a gennaio 88 con il Milan, reduce da cinque vittorie consecutive, lanciato alla rincorsa del Napoli capolista.

Partenza all’alba, in pullman, con il Milan Club del mio paese (Castano Primo) e arrivo allo stadio per una curiosa coincidenza insieme alla Curva, in corteo dalla stazione di Campo di Marte. Ed è subito guerriglia.


Corteo Curva Sud


Lanci di pietre e bottiglie dalle vie adiacenti con gli ultras rossoneri che sfondano il cordone della Polizia, arrivando sino al Bar Marisa, tradizionale ritrovo dei tifosi della Viola. A fatica le Forze dell’Ordine riescono a sedare gli scontri e a convogliare tutti i tifosi del Milan in Curva Ferrovia.

All’ingresso sugli spalti si presenta uno scenario particolarmente suggestivo.

Lo stadio, costruito in epoca fascista dall’Ingegnere Pier Luigi Nervi, è un capolavoro architettonico per la sua modernità ante litteram. Alla nostra sinistra un’ originale pensilina a coprire interamente la tribuna, ma senza sostegni che possano ostacolare la visuale e, di fronte, la Torre di Maratona, innalzata all’epoca con chiare finalità propagandistiche. Sullo sfondo, placide, le colline di Fiesole rischiarate dal timido sole di gennaio.

Fossa in Curva Ferrovia


In questo ambiente, che ben avrebbe potuto essere ritratto dai tanti artisti alla corte di Lorenzo de Medici, continua sul prato verde la battaglia iniziata all’esterno poco prima.

La Fiorentina, unica squadra tra l’altro ad avere battuto il Milan nel girone d’andata, non attraversa un buon momento e interpreta la gara con un agonismo a tratti eccessivo.

Il primo tempo si chiude così tra scontri di gioco vari e senza chiare occasioni da rete.

C’è un po’ di delusione nell’intervallo, che diventa vero scoramento all’inizio della ripresa quando Roberto Baggio con una magia libera Di Chiara. L’esterno viola trafigge Giovanni Galli con un preciso diagonale.

La reazione rossonera è immediata ma la fortuna non ci arride quando un grande colpo di testa di Maldini si stampa sulla traversa.

Pietro Paolo VIrdis viene poi espulso per doppia ammonizione, con una decisione dell’arbitro Paparesta a dir poco discutibile.

Nel momento forse più difficile, Massaro si guadagna un calcio di rigore tra le furibonde proteste dei giocatori e del pubblico di casa.

Tra fischi e ululati è il Capitano, imperturbabile, a presentarsi sul dischetto.

Botta centrale, 1-1 e palla al centro.


Franco Baresi dal dischetto


Pur in inferiorità numerica, i Ragazzi continuano ad attaccare anche se il risultato non cambia più.

Il pareggio ci allontana dalla vetta ma è pur sempre un buon risultato in un campo difficile per tutti. Proprio la vittoria dei Viola contro il Napoli alla penultima giornata ci consegnerà infatti virtualmente lo scudetto.

All’uscita, c’è naturalmente grande tensione.

Il possente corteo rossonero prende la via della stazione mentre qua e là ci sono piccole scaramucce. Una sassata di mano ignota sfonda il vetro laterale del nostro pullman. Costretti a un viaggio non certo confortevole (vista la stagione) si ritorna comunque a casa con un punto che si rivelerà molto prezioso per la conquista del titolo e con l’orgoglio di essere stati presenti.

“Ci facciamo i chilometri, superiamo gli ostacoli, col Diavolo in fondo al cuor”.

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