di Fabrizio Perotta
Dopo meno di un mese dall’attentato alle Twin Towers di New York, un terribile disastro aereo si verifica all’aeroporto di Linate. È anche il giorno successivo all’attacco americano in Afghanistan e inizialmente si pensa a un atto terroristico. Si tratta in realtà di un incidente causato dalle deficienze strutturali dello scalo e da una colpevole serie di errori umani che costa la vita a 118 persone.
E’ per aiutare i familiari delle vittime che si disputa il primo derby della stagione, destinando loro l’incasso della partita. Sono quasi 60.000 le persone che accorrono a San Siro, anche perché le due squadre presentano al pubblico i colpi last minute del mercato estivo, due veri fiori all’occhiello: Hernan Crespo e Alessandro Nesta. Se l’argentino sarà di passaggio all’Inter, Sandro Nesta con la sua maglia numero 13, diverrà un pilastro della formazione rossonera per dieci anni, collezionando titoli e trofei.
La prima giornata in rossonero di Alessandro Nesta
Il Milan dimostra tutta la sua superiorità dominando la partita e la vittoria di misura, grazie a un gol del danese Tomasson, non rende sufficiente giustizia alla differenza di valori vista in campo.
Anche la prima sfida in campionato si conclude con il medesimo risultato. È un Milan dalla grande impronta brasiliana come si evince dalla rete decisiva: rasoiata di Rivaldo a tagliare il campo per Serginho che dopo avere aggirato Toldo segna a porta vuota il gol della vittoria e del primato in classifica.
L’esultanza di Serginho dopo il gol della vittoria
In Europa il cammino rossonero è altrettanto sicuro, imponendosi sulle squadre più forti del continente. Va certamente ricordata la duplice vittoria contro i campioni di Germania del Bayern Monaco con Inzaghi autore di una doppietta all’Olympiastadion, proprio sotto la nostra curva. Anche il Real Madrid viene sconfitto grazie a uno splendido gol di Shevchenko, in rete dopo un superbo assist di Rui Costa.
Le difficoltà di conciliare il doppio impegno costano però qualche punto in campionato e la Juve, meno fantasiosa ma più solida e quadrata, vola in vetta.
Il terzo derby si disputa nella settimana dei quarti di finale di Champions, dopo il pareggio nella trasferta di Amsterdam. Piove a dirotto e per l’ennesima volta il Milan gioca meglio dell’Inter, imponendosi curiosamente con lo stesso risultato. Sono questa volta Rui Costa e Inzaghi a a illustrare il più fulgido esempio della verticalità applicata al calcio. Tre partite e tre vittorie in virtù di un 1-0 periodico, come direbbe il grande Rino Tommasi.
Dopo tanti anni si torna intanto a parlare di super derby europeo.
Era il 1989 quando la suggestione giornalistica venne frustrata dall’ignominiosa eliminazione dell’Inter campione d’Italia, al primo turno, contro i modesti svedesi del Malmoe. Il Milan, detentore della coppa, si sarebbe invece imposto per il secondo anno consecutivo sconfiggendo il Benfica al Prater di Vienna,
L’urna di Nyon delinea infatti un beffardo tabellone che prevede la stracittadina in semifinale. I nerazzurri, pur con qualche difficoltà superano gli Spagnoli del Valencia e ora tocca al Milan battere l’Ajax per guadagnarsi il diritto di giocare il primo derby nella storia delle competizioni europee.
La sfida contro i Lancieri si rivela un degno e romanzesco prologo.
Le reti di Inzaghi e Sheva vengono due volte pareggiate cosi al novantesimo, per la regola del gol in trasferta, siamo eliminati. Maldini lancia dalla tre quarti un pallone in aerea, Ambrosini fa la sponda di testa e Super Pippo - sempre lui - con un pallonetto sospinto in porta da Tomasson segna il gol della qualificazione. Lo stadio esplode ed è l’inizio di una grande attesa per un derby lungo sei giorni, dal 7 al 13 maggio.
Una bolla anomale di caldo africano, che caratterizzerà l’estate più calda di sempre, avvolge Milano ma l’atmosfera diventa ancora più rovente all’avvicinarsi dell’evento.
Ci pensa poi la stampa ad amplificare ancor più, se possibile, la già grande tensione.
E’ Cuper contro Ancelotti, alla ricerca della prima grande vittoria da allenatore, è Moratti contro Berlusconi, in molte case è padre contro figlio.
L’ andata si disputa in casa del Milan e la curva Sud allestisce una imponente coreografia su tre anelli. In campo invece la paura di perdere è troppo grande sì che la partita delude le aspettarive.
La maestosa coreografia della Curva Sud
Stupisce la soddisfazione degli avversari per il pareggio a reti bianche. Il ritorno si disputerà certo in uno stadio quasi completamente interista ma in caso di parità ogni nostra rete varrà doppio. Indossiamo allora tutti una maglietta rossa e la Sud è una macchia di colore in una marea nerazzurra .
I ragazzi interpretano bene l’incontrò e a fine primo tempo arriva il meritato premio con il gol di Sheva. Entusiasmo incontenibile tanto che si canta per tutti i 15 minuti dell’intervallo.
Anche nella ripresa la squadra sciorina un elegante possesso palla, senza praticamente correre alcun rischio. È un fulmine a ciel sereno il rimpallo che al minuto 83 lancia Martins a segnare il gol del pareggio.
Iniziano 10 minuti semplicemente infernali. All’Inter serve un’altra rete per qualificarsi e si riversa nella nostra metà campo. I Rossoneri, autorevoli fino a poco prima, sbandano paurosamente.
Ogni azione è un potenziale pericolo. Kallon si presenta solo dinanzi ad Abbiati che si produce in una parata importante tanto quella di quattro anni prima a Perugia.
Lo stadio è una polveriera pronta ad esplodere. Anni di frustrazioni che aspettano la rete della catarsi proprio nel momento più importante, ma ormai manca poco.
Calcio d’angolo, ancora Christian allontana di pugno. E’ finita.
I giocatori rossoneri corrono come impazziti sotto la nostra Curva per un abbraccio ideale commovente come non mai. Mentre San siro lentamente si svuota la Sud ribolle di un entusiasmo antico. Si canta e festeggia sino a mezzanotte.
È una delle serate più importanti nell’ ultra centenaria storia del Milan e destinata a diventare semplicemente leggendaria due settimane dopo, perché
“ Noi realizziamo i vostri sogni” - Manchester 28 maggio 2003
Coreografia che celebra la vittoria della Coppa dei Campioni 2003
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