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mirandaniele82

Il Vecchio e il...bene



Ho 38 anni e ho smesso di giocare a livello agonistico da circa dieci (purtroppo), ho solcato campi di seconda categoria tra i più infausti che gli scarpini potessero vedere, ero un’ala destra del 442 vecchio stile di una squadra scalcinata che lottava sempre per salvarsi, andavo sul fondo e crossavo in mezzo. Giocavo poco perché davanti a me c’era Pino 37 anni e io a 27 non riuscivo a capire come potesse un “vecchio” prendere sempre il mio posto. Aveva giocato in Eccellenza, era sicuramente uno dei più forti in quel ruolo da giovane, ma in quel momento di fame e corsa io ne avevo di più. Eppure mi lasciava sempre e solo gli ultimi 15/20 minuti di partita. Ci salvammo con largo anticipo. L’anno dopo Pino smette e tra noi cambia qualcosa, ci salviamo grazie ai ripescaggi.

Quando arrivò Ibra al Milan il mio pensiero fu lo stesso di quando arrivò Pino nella mia squadra: “certo che prendere un 38enne...non sarebbe stato meglio prendere un giovane?”. Avevo torto, sia in un caso che nell’altro. Mi immaginavo un giocatore svuotato e senza obiettivi, credevo che avremmo giocato tutto le partite in 10, almeno quelle con lui in campo.

Invece Ibra oggi è fondamentale per questo Milan fatto di giovani e con un allenatore che non ha mai solcato grandi palcoscenici, Ibra è quel tipo di calciatore che pesa nello spogliatoio, Ibra è un calciatore che non ha uguali al mondo. Dal punto di vista caratteriale ha dato fiducia e carica ad una squadra intera, ed ora è diventata una squadra unita dove ci si aiuta tra tutti e dove, almeno fino ad ora, non c’è spazio per rivalità. Dal punto di vista tecnico ha portato soluzioni offensive che non si vedevano da tanto.

Eravamo fermi ad un 433 a piedi inversi che portava a poche palle giocabili per le punte centrali che in questi anni si sono alternate, questo modulo cucito intorno allo svedese, invece, permette una cosa che non si vedeva dai tempi di Bierhoff e, più recentemente, dello Zlatan I, la sponda per il Centrocampista.

Nel primo tempo dell’esperienza rossonera a goderne maggiormente fu Nocerino, oggi ne stanno beneficiando un po’ tutti, da Calhanoglu a Rebic fino a Saelemaekers e Leao. Il suo impiego in campo mette sempre in apprensione due difensori lasciando ai nostri trequartisti un tempo di gioco in più. Crea spazi in cui i nostri esterni hanno la possibilità di fare male, e i cross in area e i calci d’angolo sono finalmente pericolosi. La squadra è molto cambiata, e pur riconoscendo la leadership a Zlatan non ne ha sofferto quando, causa Covid, è dovuto stare fermo.

Stesso peccato originale del mio pensiero ma stessa importanza è quella che Kjaer sta avendo nel reparto difensivo, arrivato come un punto interrogativo si sta dimostrando sempre più importante e fondamentale per la tenuta difensiva. Insomma la riprova della regola non scritta che nel calcio il mix tra giovani arzilli e vecchi marpioni funziona, a differenza di come voleva farci credere qualche santone tedesco, ricordando il grande Gigi Proietti si può dire che Maldini e Massara hanno fatto una bella Mandrakata!

Non sappiamo quanto durerà, non sappiamo se alle prime difficoltà cadrà il castello, non sappiamo quanto andremo avanti in EL e non sappiamo fino a quando questa squadra risponderà presente, per ora ci godiamo i 24 risultati utili consecutivi e il primato in campionato, con la speranza che anche Leao possa diventare Pino per qualche giovane rossonero. FORZA MILAN


DANIELE


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