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Immagine del redattoreJonata Angioli

José Altafini




“Quando a un uomo è negato il diritto di vivere la vita in cui crede, questi non ha altra scelta che diventare un fuorilegge” 


José Altafini è nato a Piracicaba (Brasile), il 24 luglio 1938, compie oggi 82 anni, auguri al nostro Campione e fuorilegge dentro le aree di rigore, personalità carismatica capace di far parlare di sé dentro e fuori dal campo (dal matrimonio da film ai tantissimi pettegolezzi sulla sua vita privata e professionale). 

Dalle prime righe potrai comprendere che parliamo di un calciatore veramente speciale, e credo che chiunque conosca la storia di José e il personaggio José non può far altro che concordare che non c’è da annoiarsi nel percorrere la sua storia. 

Figlio di famiglia molto povera, famiglia di immigrati italiani in Brasile, calcisticamente nasce nella città natale. 

Un giorno, nella sede della società dove è esposta una foto del Grande Torino, le persone che stanno ammirando la foto assieme a José notano una fortissima somiglianza col grande Capitano Valentino Mazzola, e da quel giorno il nostro diventa José “Mazzola” Altafini. 


Dopo un esperienza al Palmeiras tra il 1956 e il 1958, viene notato dagli osservatori del Milan mentre con la Nazionale Brasiliana si appresta a partecipare ai mondiali del 1958. 

Segna a Fiorentina e Inter in amichevole, ha segnato in Brasile, è un bomber di razza e i rossoneri lo acquistano per 135 milioni di lire, operazione finanziariamente importantissima. 


La carriera di José al Milan è esaltante a livello realizzativo e di risultati individuali e di squadra, quanto turbolenta nei rapporti con la proprietà e nelle vicende private. 


Prima stagione in rossonero 32 presenze e 28 reti in Serie A, poi 33 presenze e 20 reti, poker in un derby all’Inter (1961) record di reti in un derby tutt’ora imbattuto, continua a segnare (21 reti nel 1960/61 e 22 reti nel campionato successivo). 


Col Milan vince due Scudetti (1958/59 anno d’esordio con 32 presenze e 28 reti in Serie A, e 1961/62 con 32 presenze e 22 reti), e la Coppa dei Campioni 1962/63. 


“...Notti di sogni di Coppe di Campioni...” 


... la Coppa dei Campioni 1962/63: il Milan è la prima squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni, lo fa in una meravigliosa finalissima a Wembley contro il Benfica di Eusebio campione in carica (vinta la finale 1961/62 contro il grande Real Madrid di Di Stefano, Puskas, Gento e tutti gli altri). 

A Wembley la sera del 22 maggio 1963, il Milan capitanato dal grande Cesare Maldini e guidato dal faro Gianni Rivera a centrocampo, scrive la storia del calcio italiano. 

Eusebio (la Pantera Nera o Perla Nera come si preferisce) porta in vantaggio i campioni in carica del Benfica dopo appena 19 minuti, bisogna aspettare il secondo tempo e la doppietta di “Mazzola” Altafini per ribaltare il risultato e alzare la prima Coppa dalle grandi orecchie sotto il cielo di Wembley. 

In quell’edizione di Coppa dei Campioni Josè Altafini chiude capocannoniere con ben 14 reti in 9 partite (record che resiste fino alla stagione 2013/14 quando l’attaccante del Real Madrid Cristiano Ronaldo ne realizzerà 17). 

La stagione 1963/1964 vede il Milan Campione d’Europa affrontare il Santos di Pelé Campione del Sud America nella finale di Coppa Intercontinentale. 

Il doppio confronto andata e ritorno si conclude con un incredibile pareggio (4-2 Milan a San Siro, 4-2 Santos al ritorno in Brasile), la formula dell’epoca prevede lo spareggio che vede il Santos spuntarla con un rigore per 1-0. 

Finale epica, una delle ultime pagine del grande Altafini in maglia rossonera. 


Lascia il Milan al termine della stagione 1965/1966 dopo aver totalizzato, oltre ai trofei, 235 presenze e 148 reti in rossonero. 

Problemi ambientali, con compagni e società lo portano all’addio. 


Una parentesi degna di nota dentro e fuori dal campo fu quella col Napoli (7 stagioni con 222 presenze e 86 reti) giocando tra gli altri con l’argentino Omar Sivori. 

“Poiché Cupido è subdolo e suadente, può insinuarsi a tradimento in chi non si difende”. 


L’esperienza napoletana lascia in eredità a José qualcosa che va molto al di là del calcio giocato. 

Cronache di allora dicono che José perse letteralmente la testa per Annamaria Galli, allora moglie del compagno di squadra Paolo Barison, erano gli anni 60. 

Il gossip si trasforma in scandalo quando la donna abbandonò il tetto coniugale (ai tempi in Italia non era possibile divorziare), per unirsi a José Altafini che nel frattempo lasciò la prima moglie, Ileana, sposata all’età di 17 anni. 

Ancora oggi José vive con Annamaria, sposata nel 1973. 


Altafini vince il Mondiale del 1958 con la maglia del Brasile, prima di prendere il passaporto italiano e unirsi alla nazionale azzurra. 

È stato anche commentatore televisivo molto amato al grande pubblico. 

Un onore averlo avuto tra le nostre fila, un calciatore che ha legato il suo nome indissolubilmente a quello del Milan e della Coppa dei Campioni. 



Be happy my friends 😀

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