JUVE-MILAN 0-1 (1987-88) Il re è morto, evviva il re
- fabrizio.perotta
- 7 mag 2021
- Tempo di lettura: 3 min
A Torino si perde sempre. Che sia per merito della Juventus, sfortuna o a causa di qualche episodio arbitrale sfavorevole, il risultato è in ogni caso il medesimo.
La statistica data l’ultimo successo rossonero addirittura all’ottobre del 1970 con gol di Villa e Prati. Da allora solo sconfitte, salvo qualche episodico pareggio festeggiato con soddisfazione persino eccessiva, come quello raggiunto grazie a un gol di Virdis a una manciata di minuti dalla fine.
La sabauda Torino, città monarchica per eccellenza, anche in era repubblicana resta in realtà governata da un re, senza trono forse ma parimenti potente e rispettato. È l’Avvocato Gianni Agnelli, massima espressione di una dinastia che con la FIAT si è affermata come assoluta protagonista nella ricostruzione dell’Italia post bellica.
Proprio la casa automobilistica torinese ha infatti indirizzato negli anni i flussi migratori da sud a nord. Singolare però che anche nei periodi di maggiori conflitti social, i lavoratori delle fabbriche degli Agnelli sposassero la causa bianconera. Operai che tifano la squadra del padrone, in psicologia si chiama “Sindrome di Stoccolma”.
Unione Sovietica, socialismo reale toponomastico, è il viale alberato a collegare il quartiere Mirafiori al Comunale. Tram carichi di tute blu che alla domenica si riempiono di tifosi e partecipazione alle vittorie come mezzo di integrazione in una città il cui cuore autoctono era, e sarà sempre, granata.
Allo snobistico disincanto dell’Avvocato si contrappone l’irruenza e la voglia di vincere di Silvio Berlusconi. Dall’edilizia al moderno mondo dei network televisivi, la partita di oggi vuole essere anche un colpo di piccone all’ancien regime.
Il Milan di Sacchi, reduce dall’avere annichilito la capolista Napoli nel turno precedente e con il neo pallone d’oro Ruud Gullit in forma strepitosa, punta infatti decisamente alla vittoria.
Al di là di tutto questo, è anche la mia prima trasferta a Torino.

Biglietto stadio
L’autostrada è invasa da una teoria di auto e pullman con vessilli rossoneri al vento. Ripetuti e beneauguranti colpi di clacson danno l’idea di un sentimento forte, un senso di appartenenza comune in vista di una partita che si percepisce essere decisiva per il futuro del Diavolo. Una sorta di rito di passaggio.
Ressa ai cancelli e finalmente si entra.
Lo stadio Comunale mi appare vetusto, senza nemmeno quel fascino che spesso le cose vecchie emanano. I tabelloni pubblicitari alla sommità delle gradinate danno poi un ulteriore tocco di provincialismo, nell’ accezione più negativa del termine.
Il colpo d’occhio è però fin da subito spettacolare con migliaia di sciarpe rossonere in ogni settore dello stadio. Saremo almeno in 20.000, un esodo da finale di coppa europea.
I Ragazzi esibiscono sin dal principio un armonioso gioco corale ma per certi versi inconcludente e l’occasione più grande capita alla Juve, sui piedi di Ian Rush, dopo un insolito errore del Capitano sulla tre quarti. Immaginiamo Sacchi particolarmente duro negli spogliatoi perché sin da inizio ripresa si rivede subito la squadra di otto giorni prima contro i Partenopei.
Pregevole cross di Tassotti, gran colpo di testa di Gullit ma Tacconi si supera e l’olandese può solo applaudire. Il pressing però è finalmente asfissiante e collezioniamo calci d’angolo ripetizione.. Su uno di questi, ancora cross di Tassotti, Ruud vola in cielo e questa volta non perdona. Proprio sotto la Curva Maratona che frana letteralmente verso il campo. Il Milan è in vantaggio.

Esultanza dopo il gol di Ruud
Inaspettatamente, proprio dopo il gol, affiora la paura di vincere ed esce tutto l’orgoglio della Juve. Prima Cabrini sfiora il pareggio, poi Baresi salva sulla linea un colpo di testa di Bonini a portiere battuto.
Si avvicina il novantesimo quando Ian Rush si trova solo davanti a Giovanni Galli. Il centravanti gallese, infallibile cecchino per anni nel Liverpool più volte campione d’Europa, sta vivendo una stagione difficile e questa è un’occasione da non sbagliare. Il portiere rossonero, invece, si oppone ancora per una parata che vale un gol.
Finisce 1-0. Dopo quasi 18 anni il Milan batte la Juve a domicilio e proprio in occasione della mia prima volta a Torino.
Scatta l’operazione rientro cosi la festa si trasferisce dalla Curva Maratona alla Milano-Torino oltre al treno speciale, gremito fino all’inverosimile.
Entusiasmo alle stelle anche in sala stampa dove un raggiante Silvio Berlusconi rende onore alla Juve pur non riuscendo a nascondere la grande soddisfazione per il risultato.
È chiaro a tutti che non si tratta solo di una vittoria ma di un vero e proprio revirememt nella gerarchia del calcio italiano. È il golpe del Milan di Silvio Berlusconi proprio a casa Agnelli.
Il re è morto, evviva il re.

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