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L'alba del giorno dopo

di Andrea "Sir Genius"


E' un tormento, un'agonia, tutto surreale.

Fa male, tanto male perche' questa volta non eravamo assorti in avventurosi voli pindarici, ma sembrava tutto vero, tutto ad un passo.

Arriviamo da una stagione superba a tratti anche al di la delle piu' rosee aspettative, fondamentalmente una stagione che meriterebbe di farci tornare a vivere grandi serate Europee, ma per farlo bisogna avere il coraggio e gli attributi adatti, principalmente quando il traguardo e' li, a pochi metri, bisogna dare la stoccata decisiva, ma se ti cedono le gambe finisci al tappeto, logoro, stanco, svuotato come noi tifosi.

Noi da anni in attesa di "tornare", noi sempre qui contro tutto e tutti, noi che meritiamo eccome di rivivere momenti magici e musichette iconiche.

Noi, il cui unico "sbaglio" e' stato forse credere di avere una squadra onnipotente, imbattibile dopo la 3 giorni di Torino, ma il campionato Italiano non regala nulla a nessuno, insomma, a qualcuno si..........di conseguenza e' un attimo far cadere le mille speranze, illusioni, ma soprattutto le chimere, aprire e chiudere quel cassetto sognante, ma cigolante.

Bene, dopo questa introduzione deleteria, proviamo a ragionare.

Sappiamo che tutto e' ancora in gioco, nelle nostre mani e nei nostri cuori, in quel di Bergamo.

Si, proprio contro gli Orobici, dove tutto ebbe inizio o dove tutto fini', dove toccammo il fondo ipotizzando di non potersi rialzare da quella disfatta.

Invece ripartimmo piu' forti che mai, spensierati e senza timori.

Ora facciamo in modo di chiudere il cerchio, sara' dura, durissima, ma abbiamo gia' dimostrato di saperci rianimare, riattacchiamo la spina ed andiamo a riprenderci quello che e' nostro.

Quando senti "Dea", devi gridare vendetta, devi mordere il cuore di chi si e' macchiato di vilipendio alla tua bandiera.

Noi ci crediamo ancora, ci crederemo sempre seppur afflitti e bastonati, ma la ragione unica del nostro pensiero da tifoso innamorato, e' quello non mollare mai, nemmeno quando i lunedi' mattina ti svegli gonfio, pieno di lividi, sanguinante nell'anima.

Tornando al match di ieri sera, non sono ancora abbastanza lucido per farmene un'idea concreta ed esaustiva, per capirne realmente l'accaduto.

Presumo abbia preso il sopravvento la paura di vincere, l'ansia da prestazione o semplicemente una serata no.

Non lo so davvero, non lo capisco.

So per certo che non ci sta passando, ne passera' questa lunga settimana che ci attende, vorremmo essere tutti teletrasportati gia' a domenica, giocarla e chiuderla li, nel bene o nel male.

Ci porteremo dietro le scorie di una serata maledetta, l'amaro in bocca e tante insicurezze in piu', la sensazione di gettare al vento quel dolce seminato, coltivato per mesi che nella stagione del raccolto produce solo frutti acerbi.

Nella testa dei ragazzi pero', deve scoccare quella scintilla definitiva, devono guardare attentamente la patch sul braccio sinistro , stay focused, e' l'ultima chanche, l'ultimo jolly, non c'e' piu' tempo.

FORZA MILAN,SEMPRE......


SU E GIU'...


SU:


DONNARUMMA: Lo si puo' discutere quanto lo si voglia, rinnovo, Raiola, ecc..

Certo e' che e' stato strepitoso in almeno 2 interventi salva-partita, certo e' che non potrei biasimarlo qualora fosse ancora EL.

Gigio merita i palcoscenici appropriati e se non potremmo garantirglieli, sarebbe confacente per lui lasciarci e provare nuove esperienze.


GIU':


CALHANOGLU: L'impegno non manca mai, ma lui ci si aspetta e si esige molto di piu'.

Quando si deve prendere per mano la squadra, uno dei baluardi dev'essere necessariamente il 10, sempre.

Fumoso ed impreciso, mai decisivo nel passaggio decisivo.


REBIC: Fa a sportellate si, a volte anche con se stesso.

Servito poco e male, distrattamente fuori dal gioco, crea poco, chiuso sui sedili posteriori del pullman sardo.

Troppo discontinuo, ma Ante e' cosi.

Prendere o lasciare.


BRAHIM: Paga la prova lacunosa della squadra, sbatte spesso contro i giganti difensori Cagliaritani.

Non gli riesce nulla, nessuna magia stavolta, lui e Saele espiano lo scotto della gioventu', forse ancora acerbi caratterialmente quando c'e' da salire in cattedra.


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