di Massimo Volpato
Qui in Veneto c’è un detto che dice:”ano Bisesto, ano funesto" che tradotto in italiano significa “Anno bisestile non porta buone notizie".
Purtroppo questo 2020 e un anno che di buone notizie non ne vuol sapere, dobbiamo ancora metabolizzare l'addio di Maradona e il 2020 ha colpito ancora.
Stamattina mi sveglio e leggo la notizia della scomparsa di Paolo Rossi, il Pablito mundial. Che da quel famoso 5 luglio 1982, giorno della celeberrima tripletta ai verdeoro carioca dove fece piangere una intera nazione, alla finale dell'11 luglio dove segnò il primo gol ai tedeschi riuscì ad unire l'Italia intera senza nessuna differenza di maglia. Per tutti eri Pablito.
Sicuramente quella è stata la tua opera d'arte che a distanza di quasi 40 anni tutti ancora ricordano, perché è innegabile che quando si cita l'anno 1982 il pensiero va subito a quei giorni in terra spagnola o meglio catalana.
Ma noi milanisti ti abbiamo nel cuore, perché nell’estate 1985 l'allora presidente Giussy Farina con te tentò l’intimo colpo di teatro delka sua presidenza nella speranza di ripetere la magia degli anni del Real Vicenza. Purtroppo la cosa non riuscì perché tu arrivasti logoro nel fisico e anche nella testa, e quel Milan si stava apprestando a passare di mano. In rossonero indossavi la maglia numero 10 e hai lasciato un segno indelebile anche con i nostri colori.
"Mi sembrava di essere al mundial. Se l'Inter avesse avuto le maglie gialle come quelle del Brasile forse avrei fatto tre gol" (P.Rossi)
Hai scelto il giorno giusto, il 1 dicembre 1985, giorno di derby e sei riuscito a far saltare di gioia per due volte SanSiro con la tua doppietta, purtroppo non sono seguiti molti altri gol, perché quello è stato il tuo ultimo graffio da vero bomber, dopo tanti anni con i colori bianconeri hai deliziato anche noi inguaribili romantici tifosi rossoneri, che da autentici casciavit siamo molto legati a quelle stagioni.
Ora nel silenzio te ne vai, e ci lasci sconcertati perché con te se ne vanno tanti ricordi, di una gioventù passata, che io non ho difficoltà a dire che sono stati i migliori anni della mia vita.
Ciao Paolo, anzi Pablito .
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