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mirandaniele82

La Palla torna a rotolare

È tornata la serie A, è tornato il nostro Milan, si è ricominciato da Lecce, stadio che ci rievoca grandi rimonte (da 3-0 a 3-4) con Boateng mattatore e meravigliosi gol come quello di Ibrahimovic dalla trequarti. Ci siamo lasciati il lontano 8 marzo con una sconfitta umiliante in casa contro il Genoa, squadra che lotta per evitare la retrocessione, e ci ritroviamo con una vittoria convincente e rotonda, fuori casa, a Lecce, contro una squadra che farà molta fatica a salvarsi. Nel mezzo la partita di Coppa Italia (che non è da ritenere troppo attendibile) giocata in 10 e già decisa all’andata da un rigore quantomeno sciagurato.

Gara portata a termine senza particolari affanni, con un primo tempo giocato bene, con buoni ritmi e anche qualche buona combinazione offensiva, e un secondo tempo in salita già al 9°minuto quando Valeri ha deciso che doveva renderla difficile assegnando un rigore molto generoso al Lecce. La reazione ottima e immediata ha permesso al Milan di condurre in scioltezza una partita che poteva essere spigolosa, e a noi tifosi di vivere in serenità (come non succedeva da troppo tempo) tutto il resto della partita. Il Lecce non è sembrata una squadra irresistibile, ma vanno anche messi in evidenza i meriti dei giocatori rossoneri, soprattutto nel reparto avanzato.

Molto buona la gara di Rebic che ha battagliato tanto con i difensori, ha dato aiuto in fase di non possesso e ha rincorso gli avversari fino a sostituirsi a Hernandez, così come buone sono state le prestazioni di Castillejo che finalmente sta dimostrando di non avere solamente la “gamba frizzantina” di gattusiana memoria ma anche di essere in ottima condizione fisica e mentale, di Bonaventura e soprattutto di Calhanoglu, su 3 dei 4 gol c’è il suo zampino e la sua nuova posizione in campo gli permette di essere più presente nel gioco e anche il suo spirito di sacrificio gli permette di coprire molto bene il campo, speriamo che stia iniziando per lui (e per noi tifosi) una nuova stagione.

Sufficienti le prestazioni di Bennacer e Kessiè molto presenti fisicamente e molto convincenti nell’interrompere le azioni avversari recuperando molti palloni, ma un po’ imprecisi nella fase di impostazione. Nel reparto difensivo molto bene Hernandez, inizia ad essere riduttivo chiamarlo solo terzino sinistro, il solito motorino che trovi a difendere davanti la sua area e subito dopo dall’altra parte a crossare per la testa di Rebic, mentre a destra Conti continua a fare fatica e il cross per il gol non può bastare per un giocatore con il suo potenziale. Romagnoli e Kjaer senza particolari apprensioni, a parte per il ginocchio del danese che qualche preoccupazione ce l’ha data ma che a quanto pare non ha compromesso i legamenti, mentre un poco di preoccupazione ce la poteva dare Gabbia, che forse ha peccato un po’ in esperienza sull’episodio del rigore e ha condizionato la sua partita, mentre per Gigio serata abbastanza tranquilla.

Buono l’ingresso in campo di Leao, buono il suo movimento e la sua presenza fisica sul gol, un po’ meno la mini-polemica nella sua esultanza, ma fare la prima punta non è il suo ruolo e ieri nei 20 minuti in campo lo ha dimostrato ancora una volta che la sua posizione naturale, quella che va sempre cercando è la fascia sinistra. Solo pochi minuti per Saelemaekers e ancora di meno per Paquetà, il primo impiegato stavolta come ala destra non è mai entrato in nessuna azione degna di nota, il secondo che non può dimostrare il suo potenziale giocando solo 5 minuti.

La vittoria di Lecce non ha di certo risolto i problemi del Milan, che come sappiamo coinvolgono tutti gli ambiti, dalla dirigenza alla squadra, però ci deve dare la consapevolezza e la convinzione che l’Europa League è un traguardo da raggiungere per poter dare vita ad un ciclo, per ricominciare ad avere obiettivi sportivi convincenti e per dare morale a noi tifosi un po’ provati da questi anni anonimi. Per raggiungerla però ci aspetta un calendario molto complicato che inizierà già domenica pomeriggio contro la Roma, che sta vivendo un momento particolarmente complicato, tra conti non in regola e dirigenza in guerra interna, ma squadra che crede ancora alla Champions League grazie anche alla vittoria in rimonta sulla Samp, per poi passare a Lazio, Juve e Napoli in poche giornate, calendario che va affrontato con determinazione e gettando il cuore oltre l’ostacolo. Se è vero che rimangono 11 finali è anche vero che il Milan le finali è abituato a vincerle. FORZA MILAN.


DANIELE



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