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Le due facce del Diavolo: con o senza Bennacer

di LM




Una sosta con tre punti in cascina è una sosta che, inevitabilmente, porta serenità al di là delle chiacchiere extracampo, tra rinnovi e diatribe convulse. Il Milan riposa, per quanto possibile, e lo fa con la consapevolezza di aver ritrovato il proprio ingranaggio indispensabile: Ismael Bennacer. Assenza sottovalutata ma, del resto, Bennacer è un giocatore abituato alla sottovalutazione. Fin dal suo approdo in rossonero, quando arrivava fresco di vittoria in Coppa d'Africa da protagonista, ma con 16 milioni di euro di cartellino di valutazione. Troppo poco per far notizia. Bennacer ha faticato i primi mesi al Milan; del resto è difficile trovare qualcuno che, nelle prima battute della stagione 2019/20, sapesse destreggiarsi con la maglia del Diavolo. L'ex Empoli ha incassato le critiche, ha continuato a lavorare fino a prendersi la regia del Milan 2.0 targato Stefano Pioli.


Una biella motrice che è venuta a mancare nel momento di spannung della stagione. Una biella che non si nota ma che, se cede, blocca ogni movimento meccanico. Ed è così che il Milan si è riscoperto lento, privo di iniziativa e di intraprendenza. Anche perché, oltre al regista algerino, è venuta a mancare quasi tutta l'ossatura della squadra. Ma mentre tutti si prodigavano per scorgere il trade-off dell'ibra-dipendenza o dei rigori assegnati, pochi coglievano davvero il vuoto di un Milan senza Bennacer. Forse neppure lo stesso giocatore che, prima del match casalingo contro il Crotone affermava: "Il Milan è la stessa squadra con o senza di me". Onorevole Isma ma, malauguratamente, non è così.


17 partite saltate in campionato. Appena 8 da titolare. Un primato tra le file del Milan, anche più di Ibrahimovic che ha ben 16 primavere in più di Bennacer. Il Milan, con il suo metronomo al fianco di Kessié, ha conquistato 8 vittorie, 3 pareggi ed una sola sconfitta contro lo Spezia. Proprio nella serata in cui Bennacer, dopo due mesi di assenza, riprendeva il suo posto da titolare in uno stato fisico precario che, pochi giorni dopo contro la Stella Rossa, gli costa un altro infortunio di quelli che scalfiscono le ambizioni scudetto del Diavolo. Senza l'algerino si è inceppato anche Hakan Calhanoglu, falcidiato anch'egli da problemi fisici e dal Covid. Perdite importanti che, in ogni caso, non hanno impedito al Milan di lottare e di mantenere il secondo posto.


Contro la Fiorentina, l'ingresso di Bennacer ha rivoluzionato completamente la manovra del Milan. Il tecnico Pioli ha potuto giovarsi, nuovamente, del mix di fisicità e geometrie che il tandem con l’ivoriano sa garantire. La salita in cattedra dell'algerino ha anche acuito l’incisività di Hakan Calhanoglu che, neanche a farlo apposta, segna il gol del 3-2 un quarto d’ora dopo l’entrata in campo di Bennacer. Il peso specifico del centrocampista era stato evidenziato anche nel corso della passata stagione, prima del match di San Siro contro l'Atalanta. Il Milan, senza Bennacer, aveva vinto appena il 33% delle partite (2 su 6). Con Bennacer la percentuale schizzava al 52%. Un dato incredibile, specie se si tiene conto del disastroso ruolino di marcia nel girone d'andata, quando il Milan si è ritrovato a 7 punti dalla zona retrocessione.


Un ritorno in grande stile, con la classe e l'eleganza che contraddistinguono il modo di giocare del regista, differentemente dall'outfit 'ammirato' il giorno della presentazione in materia di vestiario. Bennacer si riprende il Milan definitivamente, nella speranza che non lo lasci più. Troppo marcata la differenza, troppo importante Bennacer in questo assetto tattico affinché il Milan mostri sempre la sua faccia migliore, quella del Diavolo senza paura che può giocarsela con ogni avversario.


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