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  • Immagine del redattore@VarBasten93

Maldini fatti sentire! Siamo sicuri sia la strada giusta?

A gran voce il Mondo Rossonero oggi più che negli ultimi anni chiede alla società (Maldini in primis) di intervenire per manifestare un malessere dovuto al trattamento riservato al Milan da parte degli arbitri.

L’operato degli arbitri in questa stagione negli incontri del Milan si sta dimostrando assolutamente in linea con quelli che sono gli standard del campionato e della qualità della classe arbitrale: ovvero senza lode e senza infamia con parecchi prospetti di direttori di gara e con alcuni esperti della componente che ormai si conoscono piuttosto bene che sian loro molto bravi o meno.


Se fosse anche vero un accanimento nei confronti del Milan, siam propri sicuri che urlare ai quattro venti il proprio disappunto o il timore referenziale di un pregiudizio nei confronti della squadra rossonera sia la scelta giusta?

Siam certi di voler essere come squadre che si nascondono dietro genuini piccoli-grandi inciampi arbitrali invece di ammettere e riconoscere i limiti della rosa o delle scelte tecniche?


Il tweet precedente è solo uno degli spunti di questa riflessione ma la questione è abbastanza diffusa tra i sostenitori rossoneri.


Siamo sicuri che la battaglia più importante al momento sia questa?

Siamo sicuri che questa sia una battaglia?


 

Sperando che continui secondo questo binario e che si dimostri essere non momentanea ma soprattutto che non si sbricioli alla prima crisi di risultati, la strategia comunicativa del Milan dall’arrivo del Fondo statunitense nei confronti dell’AIA, degli arbitraggi e degli eventuali “torti” subiti è da ammirare.


Parliamoci chiaro, escludendo interventi di Elliott, un CEO Gazidis ancor non a pieno agio con l’italiano (e con la stampa italiana) e un timido Massara, l’unico che poteva, può e potrebbe andare ai microfoni a lamentarsi di ogni “ingiustizia” ai danni del Milan è Paolo Maldini.

Non è chiaro se il frastornante silenzio sia una scelta personale o derivante da linee guida manageriali societarie ma sicuramente è affascinante.


Oggi è molto semplice lodare il comportamento cauto del Direttore Tecnico rossonero ma questa linea silenziosa non è frutto dei sorprendenti risultati recenti; c’era sempre Maldini dietro i microfoni nella stagione in cui il Milan ha sfiorato il piazzamento per la Champions League. In quella stagione di errori ce ne furono, alcuni gravissimi (basti pensare all’Olimpico contro la Roma), sia lui che Gattuso salvo pochissime eccezioni, dove sempre in modi incredibilmente cauti ed educati hanno mostrato il loro disappunto, non hanno praticamente mai rivendicato errori arbitrali determinanti per gli esiti degli incontri.


Non hanno mai voluto usare questi alibi per nascondersi dietro quelli che erano errori ben più decisivi per le sorti della stagione.


Tutti ricordano i vari scontri con la Juventus negli ultimi anni, quasi sempre ottime prestazioni dei rossoneri sono state disintegrate non solo dalla bravura degli avversari ma da grossolane sviste in momenti topici della partita, ultima SuperCup TIM su tutte.

Mai è stata esplicita la protesta di Maldini nei confronti dell'operato da parte degli arbitri.

L'effetto è nullo o invece il segnale è chiaro? Basti pensare alle polemiche di calciatori e dirigenti quando la stessa Juventus è stata eliminata al Bernabeu dal Real Madrid per un bidone al posto di un cuore...

Non abbiamo tutti provato tenerezza nei confronti della società bianconera? E' questa l'immagine che vogliamo del nostro Milan?


Vincere oltre tutto e tutti dominando nel gioco è davvero la cosa più importante o vincere è l'unica cosa che conta? Dalla risposta si determina lo stile e non solo quello!


Andare a “piangere” difronte le telecamere è normale, è buona prassi italiana si può dire sia naturale.

Cerchiamo di essere sinceri però, respiriamo e riflettiamo: non è molto più bello essere diversi? Non è più stimolante essere da esempio? Non è gradevole poter vantare uno stile differente in metodologie, atteggiamenti, principi e rispetto? Siamo sicuri di voler seguire la normalità e non volerci differenziare da chi invece è sempre pronto ad andare a lamentarsi dei direttori di gara in sala stampa se non addirittura in campo o negli spogliatoi con gli stessi arbitri?


Se davvero si vuole vincere e dominare in Italia in Europa e nel Mondo, esprimendo un calcio migliore e diverso che rimanga simbolo di un’epoca - come la nostra storia insegna - allora possiamo iniziare da qui.

Saper perdere e saper ammettere i propri errori senza cercare altre motivazioni o ingiustizie o bastoni fra le ruote da parte del "palazzo" è il primo fondamentale ed insostituibile tassello per costruire qualcosa di longevo e non casuale.

I piani di questo Milan sembrano ambiziosi e a lungo termine, crediamo davvero che degli errori naturali di arbitri-uomini che fanno parte di questo sport possano ostacolarne il cammino?

Perché diventare un De Laurentis, Pozzo o, ancor peggio (si parla di rapporto con gli arbitri e la stampa), un Paratici/Nedved qualunque ed andar con atteggiamenti poco educativi e rappresentativi di quelli che debbono essere i giusti ideali a urlare la propria rabbia ai microfoni per conquistare indegne prime pagine nazionali e internazionali?


E’ il momento di essere coraggiosi: si parla sempre di cultura italiana che affossa il sistema; quando allora si prova a far qualcosa di diverso, a far qualcosa di migliore non si deve aver paura di rimanere indietro: chi scrive che il Milan non è tutelato, o che non è rispettato o che c’é un accanimento contro lo stesso fa il gioco di chi questo sistema, malato, l’ha fatto diventare.

Non focalizziamoci sul Milan ma sul Calcio in Italia in generale:

- Oggi perdo per errori arbitrali assurdi

- Domani mi lamento presso stampa e istituzioni

- Al Palazzo sapranno ben compensare il danno fatto con qualcosa a nostro favore nella prossima partita.

Se davvero crediamo in questo sistema come facciamo allora ad essere innamorati di questo sport?


La verità è che non crediamo sia tutto così in malafede ma per paura di non saperci difendere con le nostre convinzioni (si legga idee di gioco e forza dell'organico) attacchiamo quelle che sono delle naturali debolezze di un altro mondo che solo in parte ci riguarda, ovvero quello arbitrale.


Le buone idee, gli ottimi calciatori e i dirigenti competenti vinceranno sempre su un errore arbitrale.

Per tutto il resto ci sono i tifosi, nella buona e cattiva sorte, pronti a criticare e offendere gli arbitri ad invocare giustizia o urlare allo scandalo; appunto i tifosi però non le società e i loro dirigenti.

Ad ognuno spetti il proprio ruolo. Non è mai stato così in Italia, iniziamo NOI guidati da Paolo Maldini.



Nota alla Società: qui si che si dovrebbe intervenire, la vera battaglia dovrebbe essere contro la stampa e i media.

La prossima immagine è più che sufficiente per comprendere ciò di cui si parla.



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